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giovedì 25 luglio 2024

Svizzera. Arriva il suicidio assistito in “camere a gas”: colpa di una cultura protestante e calvinista? #300denari

È notizia di questi giorni sul via della Svizzera alla sperimentazione della
capsula del suicidio, la camera a gas fai da te che con un pulsante azionato direttamente dal malato sprigiona azoto fino alla morte. Si chiama “Sarco”, è un dispositivo stampato in 3D ed è stato brevettato per rendere più rapido e alla portata di tutti il suicidio assistito. E sarà possibile salire su questa Tesla dell’eutanasia (com’è stato subito ribattezzato dalla stampa) a due passi dal confine italiano, in Svizzera dove l’eutanasia è legale, con tanto di manuale per affrontare – sul piano giuridico e pratico – il viaggio di sola andata. Il titolo? “Going to Switzerland. How to plan your final exit”. Tutto acquistabile on line, con tanto di cime innevate e mucche pezzate.

Progettata sette anni fa da Philip Haig Nitschke – medico australiano fondatore di Exit International, società per azioni senza scopo di lucro che promuove il diritto all’eutanasia nel mondo – Sarco è sintesi del politicamente corretto: stampata in 3D con materiale biodegradabile, design minimalista ed accattivante che lo rende oggetto di desiderio, vetri oscurabili per garantirne comfort e privacy, uso di un gas inerte come l’azoto per evitare panico e senso di soffocamento, un pulsante di stop che può azionare il malato nel caso cambi idea, un sistema di monitoraggio delle sue facoltà cerebrali per assisterlo nel migliore dei modi fino alla fine. E dove – parola di Nitschke – la sensazione provata dall'occupante sarà al massimo quella di una lieve vertigine, che cederà presto il passo all'incoscienza e infine dalla morte. Che dire, ne abbiamo fatto di passi in avanti rispetto alle oscure e affollate camere a gas di una volta. Infatti, il dispositivo è stato visto da molti “solo” come una camera a gas glorificata, mentre altri hanno sollevato preoccupazioni sul fatto che stia magnificando e spettacolarizzando il suicidio.

A fronte di questa notizia che non lascia indifferenti e genera sentimenti contrastanti, abbiamo chiesto una chiave di lettura a Lilianne Tami*, già intervenuta sulla nostra rubrica 300 Denari (qui e qui).


Roberto.


* * *

Dall’universale al particolare. La sensibilità religiosa di un Paese si può evincere dal modo in cui i singoli cittadini si rapportano alle questioni inerenti il fine vita. L’ateismo, che non contempla le norme morali eterne presenti nel Vangelo, conduce le nazioni ad inventarsi delle proprie norme morali che possono mutare a seconda dello “Zeitgeist” [spirito del tempo] e del contesto culturale.


Germania, ieri. Le intere nazioni, a dipendenza del loro rapporto con la religione, possono modificare le loro leggi in bene o in male. Durante al Terzo Reich, la religione dei gerarchi nazionalsocialisti come Heinrich Himmler era il paganesimo norreno, e le Waffen SS celebravano i solstizi e gli equinozi come gli antichi germani. La loro morale, poi recepita in decreti legislativi, rispecchiava i valori delle antiche società precristiane, come quella vichinga o spartana, in cui i bambini deboli venivano ammazzati. Nel Terzo Reich, per colpa di medici come il ticinese Leonardo Conti, si era legittimata e sistematizzata l’uccisione di disabili (Operazione T4) con la scusa di liberarli da una vita indegna di essere vissuta. Ebbene, l’uccisione dei ragazzi con la sindrome di Down o autistici era ritenuta normale e persino moralmente buona in relazione con la Weltanschauung nazional-socialista, frutto di una spiritualità pagana feroce che ha la gloria e la forza come perno anziché l’Amore cristiano. Nella Germania di Adolf Hitler l’eutanasia – che veniva chiamata Gnade Tod, ossia Morte Misericordiosa – veniva inflitta a tutte le persone non ritenute ariane dal punto di vista della salute fisica e ciò, a quei tempi, non veniva percepito come negativo proprio perché coerente con quello Zeitgeist.


Svizzera, oggi. L’ateismo odierno che regna in Occidente, non avendo come fulcro gli insegnamenti di Cristo, ritiene che vi siano delle vite indegne di essere vissute e che quindi debbano essere aiutate a spegnersi. Questo tipo di pensiero è particolarmente radicato in Olanda, dove ogni anno vengono eseguiti oltre seicento aborti post-nascita (eufemismo di infanticidio) e in Svizzera, dove agenzie come Exit aiutano le persone a suicidarsi. Il fatto che proprio in Svizzera interna il mercato della morte assistita sia così fiorente non deve stupirci: è infatti proprio in questo Paese che si sono sviluppati protestantesimo e calvinismo. Martin Lutero e Calvino sostenevano entrambi che a salvare fosse la sola Grazia di Dio, e che pertanto le opere non fossero così necessarie al fine di conquistarsi la salvezza dell’anima. Inoltre, abolendo il sacramento della confessione, hanno di fatto cancellato il Timor di Dio, la leva in grado di indirizzare la coscienza di ogni cattolico.

Privare l’individuo del Timor di Dio significa toglierli il senso del peccato: ciò, inevitabilmente, conduce ad un lassismo morale che legittima qualsiasi cosa. Il fatto che in Svizzera molte persone siano di cultura protestante ha conseguenze dirette sul rispetto della vita, sia in fase di concepimento (alta tolleranza nei confronti dell’aborto) che alla fine (complicità nel suicidio).

Il fatto che proprio in Svizzera abbia fatto presa Sarco, una sorta di comoda bara in vetro in cui suicidarsi per ipossia, è legato a un dato: che la confessione predominante – nelle aree di lingua tedesca – sia quella protestante anziché quella cattolica. E’ importantissimo che i politici si rendano conto di quanto sia stretto il legame tra religione, morale e leggi: è inutile promuovere nella propria agenda la lotta contro al suicidio assistito senza cercare di contrastare le visioni del mondo (ateismo, paganesimo, protestantesimo e altro) che non hanno in sé quel rispetto totale della vita garantito un po’ di sano Timor di Dio.





*Liliane Tami si occupa di management sanitario ed è Dott.ssa in Scienze Filosofiche con una specializzazione in Bioetica. Membro dell’associazione Cure Palliative Svizzera, Assistente spirituale presso l’Ente Ospedaliero Cantonale e cerimoniere per alcune agenzie funebri.



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Presentazione della rubrica


3 commenti:

  1. Considerato che la “cultura calvinista” esiste da secoli e questa trovata è stata implementata, direi di no.

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  2. Signore, salvaci 🙏😞

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  3. Io non sono mai stato, grazie a Dio, nelle condizioni di pensare ad una scelta così estrema, ma non posso permettermi di giudicare apoditticamente chi, trovandosi in situazioni che ignoro, decide liberamente di far ricorso all'eutanasia.

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