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lunedì 20 aprile 2020

CEI - Scellerata nomina all’Ufficio Liturgico Nazionale

L’Arcivescovo di Bari-Bitonto ha comunicato che "il Consiglio Permanente della CEI ha nominato il nostro don Mario Castellano Direttore dell’Ufficio Liturgico Nazionale, a partire dal primo settembre." 
Ci eravamo già occupati di quel bizzarro liturgista quando nei sussidi liturgici per la novena per il Santo Natale del 2017 don Mario Castellano volle introdurre il testo della canzone "E ti vengo a cercare" di Franco Battiato ( leggere QUI
Sulle perplessità di tale nomina si è espresso il teologo don Nicola Bux su Stilum Curiae di Marco Tosatti ( leggere QUI
Anche Mons. Eleuterio Favella, da un social,  ha espresso alcune considerazioni sulla nomina di questo sacerdote alla Direzione dell'Ufficio Liturgico Nazionale che la dice lunga.  
L’Eccellentissimo fa notare che la diocesi di Bari da quando don Castellano è diventato direttore dell'Ufficio Liturgico diocesano è definitivamente piombata in una babele liturgica senza precedenti: non si contano gli abusi -
anche gravissimi - che nelle parrocchie si consumano più o meno allegramente con il tacito avallo di cotanto direttore, in spregio ad ogni norma dell'Ordinamento Generale del Messale Romano. 
Le chiese diocesane da anni sono sempre più spesso ridotte ad accogliere le manifestazioni profane, più eterodosse, fra cui l'ineffabili "Notti sacre", propalate dall'immarcescibile don Parisi, uno dei più rinomati detrattori della musica sacra italiana.
La stessa cattedrale barense, da anni, ospita addirittura - e in pompa magna - un rito dichiaratamente pagano in occasione del solstizio d'estate, nella più ridente accondiscendenza di questo soggetto e dell'arcivescovo Cacucci il quale, innanzi ad un suo confratello arcivescovo, già presidente di un Dicastero vaticano non più esistente, per mostrare la sua insofferenza nei confronti della Messa in rito antico, reputandola solo un moto di reazione superficiale alla pur ammessa sciatteria cultuale imperante, disse - fra il candido e l'assurdo - che si meravigliava di tale reazione nella sua città, perchè "nella mia diocesi non ci sono abusi liturgici!"
Orbene, continua Mons. Favella (leggere QUI), in un momento di gravissima sospensione del culto, a causa dell'epidemia in atto è evidente che la C.E.I., procedendo a questa nomina, ritiene che finora lo sfascio cultuale italiano sia del tutto normale, e sia vieppiù doveroso il promovere a sì alto e fastigioso incarico un sacerdote che, nell'adempimento del suo ufficio, ha finora tollerato e favorito cose francamente intollerabili ed inammissibili, e pertanto giudica buono e santo un culto che probabilmente Dio stesso ha voluto far sospendere, visto che perlopiù si tratta di una offesa perdurante e gravissima al Suo Santo Nome. 
Forse è il caso di pregare il Signore, conclude Mons.Favella, perchè, nella Sua immensa bontà e misericordia, faccia sì che le messe e le liturgie siano sospese ancora in tutto il Paese (speriamo di no Eccellenza!!! N.d.R.), almeno "durante munere" l'alto ufficio C.E.I. dell'ill.mo e rev.mo mons. Mario Castellano, del clero barense.