Da un post sul suo profilo Instagram (QUI), apprendiamo che papa Francesco, nei giorni scorsi, ha incontrato in una visita privata Nava Mau, attore, regista e sceneggiatore messicano, divenuto famoso per essere un attivista transessuale LGBT ed aver interpretato personaggi transgender nella maggior parte delle opere – tutte fortemente ideologizzare e propagandistiche della teoria gender – in cui ha recitato (le più note, Disclosure, Generation e Baby Reindeer).
Di recente è stato candidato al Premio Emmy come «miglior attrice [sic!] non protagonista in una miniserie o film» per Baby Reindeer.
Il significato e l’effetto di tale incontro si comprendono molto bene leggendo il titolo dell’articolo pubblicato il 21 novembre sul sito Gay.it (QUI):
Nava Mau ha parlato di diritti LGBT+ con Papa Francesco: «Mi ha detto che dobbiamo continuare a lottare». L’attrice di Baby Reindeer, dichiaratamente trans, ha incontrato in Vaticano il pontefice insieme ad altri 6 attivisti LGBTQIA+.
L’articolo continua commentando quanto scritto dall’attore sul suo profilo Instagram e che – in nostra traduzione – riportiamo di seguito, assieme ad una selezione dell’ampio servizio fotografico dell’incontro, in cui appare un papa Francesco disteso, sorridente ed a proprio agio.
E così – dopo la visita di cortesia alla leader filo-abortista Emma Bonino, nell’occasione definita «un esempio di libertà e resistenza» (QUI; QUI e QUI su MiL) – papa Francesco rimarca la sua simpatia (e sintonia?) anche con la lobby LGBT… in attesa del prossimo.
L.V.
Quest’anno è stato pieno di momenti che non mi sono sembrati reali, che ancora non lo sono, e questo è uno di quelli che sicuramente non era sulla mia carta da bingo. Non avrei mai immaginato di essere seduta accanto al Papa nella sua residenza, per non parlare di parlare con lui per un’ora insieme a sei sostenitori LGBTQ di tutto il mondo.
Gli ho parlato della mia educazione, del mio lavoro con i sopravvissuti alla violenza e del modo in cui la comunità è stata la mia fede. Gli ho parlato di Baby Reindeer e di ciò che ha significato per milioni di persone in tutto il mondo conoscere una donna trans che ha potere, è sicura di sé ed è amata. Gli ho parlato di mia nonna, che era la mia migliore amica e che sarebbe stata molto orgogliosa di me. Quel giorno era lì con noi.
Purtroppo ho perso tutte le altre foto del viaggio, ma questi due giorni mi hanno riportato indiscutibilmente nello spirito delle comunità che lottano per la sopravvivenza, la dignità e la giustizia. Sì, questi due giorni sono stati sacri. Il Papa ci ha detto che ci augura tutto l’amore e la felicità che desideriamo e che dobbiamo continuare a lottare. Non dimenticherò mai la sua benedizione.
Ho incontrato attivisti dell’Uganda e del Ghana che rappresentano le comunità LGBTQ nella resistenza contro leggi che arrivano a punire la nostra esistenza con la pena di morte. Mentre assistiamo a un aumento degli attacchi politici contro le persone queer e trans negli Stati Uniti, sono colpita dal loro incrollabile coraggio. La loro determinazione e la loro fede dovrebbero guidare tutti noi, perché non saremo liberi finché non lo saranno tutti. Dobbiamo lottare insieme.
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