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lunedì 21 ottobre 2024

Luis Badilla. 27 ottobre 2023, Francesco derogava alla prescrizione nella vicenda Rupnik per un processo canonico per abusi. Come stanno le cose? #rupnik

Finirà la copertura sugli abusi dell'ex gesuita Marko RupniK (ricordiamo quello che mi disse un altissimo funzionario di Curia che fu coinvolto direttamente nella vicenda della scomunica a Rupnik: "E' Francesco il regista di tutto"): "Allora venne processato solo per il delitto di “assoluzione in confessione di una complice”. Per questo gravissimo delitto Rupnik, giudicato colpevole dal Dicastero per la Dottrina della Fede, fu scomunicato a metà maggio 2020 e poi, dopo pochi giorni, questa scomunica venne tolta. Tolta da chi? Dall’unica persona che all’interno delle Mure vaticane poteva farlo: Papa Francesco".
Alcune considerazioni di Luis Badilla (QUI, sempre Badilla, recentemente, sul tema).
"Ad un anno di distanza dall’inizio del processo non resta che aspettare. Sullo sbocco circolano svariate indiscrezioni, a volte sospette. L’unica cosa che ora conta è la vigilanza per impedire l’oblio, che sarebbe l’ingiustizia finale per le vittime già colpite da altre ingiustizie, umiliazioni, menzogne e calunnie".
QUI i moltissimi post di Mil sulla turpe vicenda.
Luigi C.

Un anno fa, il 27 ottobre 2023, Papa Francesco derogava alla prescrizione nella vicenda Rupnik per permettere un processo canonico per abusi. Come stanno le cose?

Il 27 ottobre 2023, a sorpresa, (era il penultimo giorno della Prima sessione del Sinodo), e dopo insistenti indiscrezioni che parlavano per la prima volta di un diretto coinvolgimento della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori nello scandalo dell'ex gesuita sloveno, famoso mosaicista, Marko Ivan Rupnik, il Papa fece rendere pubblicò il seguente comunicato:

"Nel mese di settembre la Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori ha segnalato al Papa gravi problemi nella gestione del caso di P. Marko Rupnik e la mancanza di vicinanza alle vittime. Di conseguenza il Santo Padre ha chiesto al Dicastero per la Dottrina della Fede di esaminare il caso e ha deciso di derogare alla prescrizione per consentire lo svolgimento di un processo. Il Papa è fermamente convinto che se c’è una cosa che la Chiesa deve imparare dal Sinodo è ascoltare con attenzione e compassione coloro che soffrono, soprattutto coloro che si sentono emarginati dalla Chiesa".

La scomunica tolta

Fino ad oggi, quasi un anno dopo la decisione del Pontefice nulla si sa sullo svolgimento del processo contro Rupnik che in passato - 2019/2023 – non si è potuto fare poiché i reati a lui contestati (perpetrati in un arco di 30 anni) erano caduti in prescrizione. Allora venne processato solo per il delitto di “assoluzione in confessione di una complice”. Per questo gravissimo delitto Rupnik, giudicato colpevole dal Dicastero per la Dottrina della Fede, fu scomunicato a metà maggio 2020 e poi, dopo pochi giorni, questa scomunica venne tolta.

Tolta da chi? Dall’unica persona che all’interno delle Mure vaticane poteva farlo: Papa Francesco. Le indagini e il processo del Vaticano, dopo un primo intervento investigativo della Curia generalizia dei Gesuiti, finì con l’espulsione del prete dalla Compagnia e il trasferimento del caso nel territorio dello Stato Città del Vaticano del quale il Santo Padre Francesco è Sovrano.

Poi, il mosaicista nonché teologo - potente, influente e ricco - il 15 giugno 2023 venne espulso dai Gesuita per non aver ubbidito a diverse disposizioni impostegli nelle corso delle indagini. Il 27 luglio 2023, in rappresentanza della Compagnia, superiore di Rupnik (p. Johan Verschueren), con una lettera dolorosa annunciò che non c’era stato appello da parte del prete sloveno e quindi l’espulsione era diventata definitiva.

L’intervento (inevitabile) del Papa e le pressioni.

Poche settimane dopo p. Rupnik si fece incardinare nella diocesi slovena di Capodistria alla quale è stato da sempre molto legato.

Più o meno in questo periodo, a seguito della prima iniziativa - molto riservata e direttamente presso la persona del Papa - della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e persone vulnerabili - Francesco prende la decisione di mandare ad un secondo processo canonico al prete sloveno derogando alla prescrizione. Questa Commissione, presieduta dal card. S. O’Malley, non si era mai pronunciata su questa vicenda seppure le vittime erano donne adulte e vulnerabili. E’ noto che queste realtà delicate e complesse sono il terreno preferito degli abusatori seriali che dall’abuso di potere e di coscienza arrivano al loro scopo centrale: l’abuso sessuale. Non a caso la predazione e i conseguenti abusi si sono registrati per decenni all’intero della Comunità di Loyola, gruppo di donne consacrate fondata dallo stesso Marko Rupnik e Ivanka Hosta (anche lei indagata, processata e sanzionata).

Correggere radicalmente la rotta o dimenticare come se niente fosse?

Sono le pressioni dell’opinione pubblica e quelle rilevanti del cardinale O’Malley e della Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e persone vulnerabili, i moventi ultimi della decisione di Papa Francesco che un anno fa nessuna aspettava meno che mai alla fine della Prima sessione del Sinodo sulla sinodalità.

In quei giorni la stessa Pontificia Commissione per la Tutela dei Minori e delle persone vulnerabili in una sua nota ha voluto sottolineare "l'importanza del ruolo che una cultura della salvaguardia dovrebbe svolgere in qualsiasi teologia del ministero, della leadership o del culto. Il cuore del mandato della Chiesa è quello di rendere tutti sicuri, di proteggere i vulnerabili da qualsiasi cosa li minacci".

La Pontificia Commissione aveva sottolineato al Pontefice questioni che, discretamente, aveva discusso anche con alcune vittime del prete sloveno: da un lato, poca trasparenza e linearità nella gestione del caso e mancanza di empatia e di vicinanza alle donne coinvolte. Tra altro nessuna di queste vittime aveva ricevuto risposta alle lettere fatte recapitare in Vaticano in quest’ultimo decennio.

Ad un anno di distanza dall’inizio del processo non resta che aspettare. Sullo sbocco circolano svariate indiscrezioni, a volte sospette. L’unica cosa che ora conta è la vigilanza per impedire l’0blio, che sarebbe l’ingiustizia finale per le vittime già colpite da altre ingiustizie, umiliazioni, menzogne e calunnie.