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giovedì 18 luglio 2024

La Chiesa Cattolica italiana (a Trieste) scomunica la Dottrina sociale della Chiesa #300denari

Cari amici della rubrica “300 denari”, in questi giorni in Kenia stanno avendo luogo imponenti manifestazioni ad opera di giovani cattolici che protestano contro un’imposizione fiscale pervasiva e soffocante, accusando allo stesso tempo le gerarchie cattoliche locali di collusione con il governo. Qualche similitudine con l’Italia? Sembra una dinamica identica, al netto che: 1) molti cattolici italiani sono d’accordo con l’esistenza di un leviatano (come spiegato da Horvat qui) o non se ne accorgono o ritengono di essere gli unici ad esserne ingiustamente vittime (“mentre è giusto che il mio vicino paghi…!”) mentre 2) altri cattolici sono pervasi da un clericalismo tale da non riuscire a denunciare la collusione tra le istituzioni secolari e gerarchie ecclesiastiche.

In questa dinamica ha avuto luogo, dal 3 al 7 luglio 2024, a Trieste, la 50a edizione delle “Settimane sociali dei cattolici in Italia”, dal titolo “Al cuore della democrazia”, di cui si è dato ampio risalto mediatico e di cui MiL ha già parlato qui, qui e qui.

Su tale vicenda, Vi segnaliamo le analisi e le riflessioni di Stefano Fontana (pubblicate dall’Osservatorio Internazionale Card. Van Thuân – reperibili qui) il quale evidenzia che dall’esame dei plurimi interventi è chiaro e inequivoco l’intendimento dei vertici della Chiesa Cattolica italiana di archiviare la Dottrina sociale: relatori targati Pd, Mattarella e Zuppi all'unisono, il Vangelo puntella la Costituzione, la salvezza non viene da Cristo ma dalla partecipazione. In estrema sintesi: il senso del bene comune non si fonda su Cristo ma è definito dalla mondanità del mondo.

A questo punto, ci chiediamo: l’8 per mille, in che misura nutre questo processo di prostrazione della chiesa italiana (alcuni la chiamano scherzosamente “chiesa patriottica”) ai valori della Repubblica e dell’Unione Europea? In caso di (verosimili) pressioni, i nostri vescovi avrebbero mai il coraggio di denunciarne pubblicamente i tentativi come fatto di recente da un impavido Elon Musk su X (screenshot a destra)?

In questo contesto, risuonano di grande attualità le parole del Vangelo di Matteo (5, 13): «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null'altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente».


Filippo e Gabriele


PS off-topic simpatico: in calce al post, un'altra bella notizia in relazione alla gestione di X, che riportiamo da Il Sole 24 Ore.

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Abbiamo seguito con attenzione sia la fase di preparazione della Settimana sociale di Trieste sia le giornate del suo svolgimento. Essa ha definitivamente abbandonato la Dottrina sociale della Chiesa. O meglio: la Chiesa (italiana) ha definitivamente abbandonato la propria Dottrina sociale. Senza nemmeno spiegare perché, come oggi avviene tanto spesso. Semplicemente non parlandone più, lasciandola nel dimenticatoio, non facendovi più riferimento. I partecipanti dalle diocesi non sono stati informati della sua esistenza, torneranno a casa senza sapere che da secoli la Chiesa riflette e insegna sulla questione sociale, oppure scambieranno quella riflessione con il chiacchiericcio sull’oggi emerso durante i lavori e le interviste televisive, oppure la scambieranno per il romantico invito a sognare di Roberto Vecchioni. Del resto, se qualcuno di loro per assurdo avesse ricevuto qualche fuggevole informazione sull’esistenza della Dottrina sociale, nella sua diocesi non troverebbe nessuno a cui rivolgersi per scoprirla o riscoprirla. La Dottrina sociale della Chiesa è sparita a Trieste perché è sparita da tempo nelle diocesi. Le stesse diocesi di Trieste, che ospita l’evento, di Catania, dove è titolare il presidente del Comitato scientifico mons. Renna, e quella di Bologna del cardinale Zuppi non fanno alcuna formazione alla Dottrina sociale della Chiesa.

Questa noncuranza di una tradizione plurisecolare denota l’arroganza del modernismo – “I tempi cambiano…” – e colpisce non solo i pontefici recenti precedenti a Francesco, ma anche la lunga tradizione dei Padri e Dottori della Chiesa, perché la Dottrina sociale ha origini lontane e una lunga tradizione. Non sono state dimenticate solo la Caritas in veritate e la Centesimus annus, ma anche Tommaso, Agostino e i Padri della Chiesa: protagonisti che non possono essere sostituti dalla Bianchetti o da Cocciante. La Fratelli tutti di Francesco, che il vescovo Senna ritiene motivo del passaggio alla Dottrina sociale come “dialogo sociale”, va letta alla luce delle precedenti encicliche e non il contrario.

A Trieste ci si è voluti immergere nei problemi attuali secondo la linea del “dialogo sociale”, senza però assumere i criteri convenienti per valutarli forniti dalla Dottrina sociale della Chiesa. Si è lasciato che le dinamiche sociali di oggi dettassero la linea, compresi i poteri che vi stanno dietro. Moltissimi relatori erano targati “sinistra” o specificatamente “PD”. Mattarella e Zuppi hanno fatto il medesimo discorso, scambiandosi i ruoli civile e religioso in modo indifferenziato. Sembrava che il Vangelo avesse lo scopo di puntellare la Costituzione e che la salvezza non venisse da Cristo ma dalla partecipazione, non dall’alto ma dal basso, non da sopra ma da sotto, non da fuori ma da dentro. Secondo il principio di immanenza. A Trieste non si è mai usata l’espressione Dottrina sociale della Chiesa, ma nello stesso modo non si è mai parlato nemmeno di Gesù Cristo, al di fuori dei momenti liturgici ovviamente. Una volta si diceva che la Dottrina sociale della Chiesa ha il proprio fondamento primo nelle parole e nelle azioni di nostro Signore, oltre che in altre cose. Perfino i negatori della Dottrina sociale della Chiesa, dicendo che “Il Vangelo basta”, facevano comunque riferimento a Gesù. Ora non ci si riferisce né all’una né all’Altro. I cattolici nella pubblica piazza sono nudi, guidati solo dal criterio residuale e sempre meno definito di “centralità della persona”. Il personalismo ha corroso la stessa possibilità della Dottrina sociale, perché fa precedere la persona al bene comune, mentre è vero il contrario: il bene comune precede la persona in quanto ordine naturale finalistico da conoscere e rispettare. Facendo un passo in avanti ulteriore, a Trieste si è deciso di farsi dire dal mondo in cosa consista il bene comune, il quale deve essere frutto di un consenso dialogico di tutti e di buone pratiche condivise. Una dottrina previa diventa così un impedimento perché ha la pretesa di illuminare l’azione con delle verità che non nascono dall’azione condotta insieme a tutti e quindi consensuale. Il cattolico agisce quindi in una società plastica, priva di ossatura, senza una architettura né un ordine che preveda la sua azione potendola così illuminare. Il cattolico oltre ad essere nudo è anche cieco. Non basteranno dialogo e partecipazione a vestirlo e a illuminarlo.

Il nostro Osservatorio si occupa da vent’anni di Dottrina sociale della Chiesa. Stando a quanto detto a Trieste, esso dovrebbe chiudere i battenti. La Dottrina sociale non c’è più, è stata vaporizzata e nessuno se ne assume la responsabilità, che viene sempre attribuita ai tempi che cambiano e alla necessità di aggiornarsi, diventandone prigionieri. È il dogmatismo cronolatrico del modernismo.


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4 commenti:

  1. Tutto giusto, ma Elon Musk non è quello che ha fatto due o tre figli affittando l'utero di due o tre donne? Forse mi sbaglio?

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  2. Elon Musk è strano... indossa a una festa un'armatura diabolica, usa simboli satanici... avrà fatto un patto col diavolo per fare tutti questi soldi... ma poi ne dice anche di giuste...
    Prego per lui che si converta totalmente a Cristo!

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  3. RM la butta sullo scherzo, 'si sarà pentito contrito e confessato' ma è uno scherzo del cavolo. Un sito cattolico tradizionalista che contrappone un cardinale di santa romana Chiesa, l'arcivescovo di Bologna Zuppi (tra parentesi, uno dei pochi porporati che ha celebrato a Roma la messa pontificale in latino) a un miliardario che non ha mai pronunciato una parola cristiana, che professa soltanto la fede ecologista e quella nel denaro, che ripetutamente si sposa e divorzia, fa figli cui impone per nome formule massoniche, fa figli attraverso l'utero in affitto e il concepimento in vitro, si schiera pubblicamente a favore dell'aborto, insomma un sito cattolico che fa propaganda a un tipo simile provoca un certo sconcerto. Non vi pare?

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