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martedì 10 dicembre 2019

Habemus Missam: finalmente celebrata la Messa a Cremona!

Finalmente sabato scorso 7 dicembre è stata celebrata a Cremona la prima Messa Tridentina, autorizzata dopo una battaglia di oltre 10 anni.
MiL ne ha dato notizia, per la celebrazione di sabato scorso, QUI .
QUI invece le interessanti riflessioni degli amici di Campari e de Maistre sull'importanza che la Congregazione Dottrina della Fede abbia imposto  alla diocesi il rispetto del Summorum Pontificum.
Per chi volesse conoscere gli antefatti della vicenda - soprattutto per il pericolo che una legge generale della Chiesa (il Motu Proprio Summorum Pontificum) potesse NON è essere applicata in una diocesi -,  potete trovare tutta vicenda QUI, QUI, QUI, QUI, QUI

Diamo di seguito il  resoconto della celebrazione, sperando che, per il futuro, le cose vadano per il meglio e si ottenga la PIENA applicazione del SP, cosa che ad oggi non è avvenuta, in Cremona:

e così, dopo lunghe vicissitudini, Cremona ha risposto con una presenza sorprendente di fedeli alla prima S. Messa Tridentina (il Rito Romano Antico), celebrata in via sperimentale, presso le Suore Carmelitane di via Altobello Melone 33, alle 18 di sabato scorso. 
Nella cornice, sfortunatamente inadeguata, per capienza, della cappella dell'Istituto (dove erano prima, presso i barnabiti di S. Luca, stavano decisamente più comodi....), tantissimi erano i giovani, molti coloro che sono rimasti in piedi, non pochi addirittura fuori dalla porta e purtroppo alcuni hanno dovuto rinunciare ad assistere. 
Ciò nonostante, la celebrazione officiata da don Daniele Piazzi, incaricato con mandato ufficiale di S. Eccellenza Reverendissima il Vescovo Antonio Napolioni, si è svolta in modo composto, ordinato, in un clima di autentica preghiera e profonda devozione, favorito anche dai canti ben eseguiti dalla Schola Gregoriana "S. Antonio Maria Zaccaria" di Cremona, sostenuta dal puntuale accompagnamento organistico del M.° Camillo Fiorentini. 
Un esito tutt'altro che scontato, soprattutto per la grande partecipazione riscontrata, per una celebrazione considerata "di nicchia", prevista peraltro - per ora - ogni primo sabato del mese. 

Al termine della celebrazione, tra i fedeli si respirava un'atmosfera di festa e riconoscenza per questa prima positiva esperienza, che tuttavia probabilmente richiederà qualche aggiustamento "logistico". 

Tutto ciò evidenzia quanto Cremona sentisse il bisogno della S. Messa cosiddetta "tridentina", per lunghi anni agognata e fortemente voluto da un piccolo ma combattivo gruppo di laici, non solo della città, ma anche  di tutta la diocesi di Cremona.

Nota tecnica sulla parte musicale:
la S. Messa è stata cantata integralmente in canto gregoriano dalla Schola Gregoriana "S. Antonio Maria Zaccaria" di Cremona, composta esclusivamente da voci maschili, aventi ormai una lunga esperienza nella pratica di questo repertorio, senza apporto di polifonia. 
Seguendo le indicazioni impartite dall'Ufficio Liturgico Diocesano, pur essendo in sabato, la S. Messa è stata celebrata già come Solennità dell'Immacolata: si è quindi cantato il "Proprium" (Messa "Gaudens Gaudebo") prescritto dal Graduale Romanum, con l'eccezione del salmo graduale (eseguito in V tono semplice, a seguito delle disposizioni impartite). L'"Ordinarium" è stato costituito dalla Missa IX (Cum Iubilo). Proprium eseguito a voce scoperta, Ordinarium accompagnato all'organo dal M.° Camillo Fiorentini. 
Non si è cantato il Credo per scelta del celebrante. 
Alma Redemptoris Mater come antifona cantata durante la lettura dell'Ultimo Evangelo. 
Sempre per disposizioni impartite dallo stesso Ufficio Liturgico Diocesano, nessun canto devozionale (eucaristico o d'Avvento) è stato eseguito. 
L'assemblea dei fedeli, si è unita con una certa forza al canto della Messa Cum Iubilo, creando un "alternatim" spontaneo con la Schola.

Ad multos annos cari cremonesi
Roberto


4 commenti:

  1. Lieti anzitutto che anche a Cremona si possa avere la messa, mettendosi fine a un ingiusto diniego che si protraeva da anni. Nondimeno, ritengo sia opportuno evidenziare alcune cose, e mi riferisco in particolare alla "nota tecnica sulla parte musicale", che è in realtà poco tecnica e poco musicale, attenendo più propriamente al giudizio liturgico. Poiché l'autore accosta molte cose diverse tra loro in questa parte, alcune delle quali propriamente legittime, altre molto meno, cerco di fare un po' di chiarezza.

    1. In un recente responso la defunta Pontificia Commissione Ecclesia Dei ha stabilito doversi dire, alla sera del sabato, la messa del sabato e non già quella domenica. Con altro responso (autolegittimante), la stessa Commissione ha sancito che i propri responsi hanno valore di legge liturgica. Pertanto l'Ufficio Liturgico Diocesano ha imposto la violazione di una legge liturgica (si noti che io non credo affatto che i responsi della PCED abbiano valore di norma, e comunque ella stessa non può autoattribuirsi questo valore; in ogni caso, che al sabato si debba cantare la messa del sabato appare logico, pacifico, eminente dalle norme liturgiche in vigore prima della riforma liturgica, che a norma di Motu Proprio si applicano alla celebrazione della messa antica).
    2. Viceversa, scelta assolutamente legittima (per quanto a me in primis possa non piacere da un punto di vista musicale, e addirittura si scontri con alcuni principj della musica sacra, è ammessa esplicitamente da decreti della Sacra Congregazione dei Riti) l'esecuzione in tono salmodico del Graduale.
    3. "Per scelta del celebrante" (che quindi si arroga il diritto di disporre dei Sacri Riti a proprio piacimento) non si è cantato il Credo, nel senso che lo si è recitato (abuso grave, nascente da un'incomprensione della natura della musica nella liturgia) o che lo si è del tutto omesso (abuso di gravità inaudita, per ragioni intuibili)?
    4. L'Alma Redemptoris Mater sull'Ultimo Vangelo (purtroppo presumo non sia stato letto quello della Domenica come la Tradizione impone) è pienamente legittima, forse anche più corretta che lasciare il predetto Vangelo scoperto, perché si avrebbe l'anomalia di una parte letta e udibile durante una messa in canto.
    5. L'omissione dei canti devozionali non è cosa di per sé deprecabile. Anche se, per economia, la Chiesa ammette di eseguire questo genere di canti durante la sacra liturgia per la pietà del popolo, sarebbe meglio non cantare nulla durante la sacra liturgia al di fuori di quello che la tradizione liturgica ha sancito nel proprio e nell'ordinario della messa.

    Infine, ad multos annos, sperando che presto si possa avere non solo la liturgia antica, ma anche la liturgia antica
    correttamente celebrata.

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  2. In via sperimentale la Messa millenaria!?! Come fosse una stravaganza attuale da guardare con sospetto per verificare gravi attentati all'ortodossia cattolica che invece è stata compromessa con il NO. Suona come una umiliazione ai fedeli che solo la benigna misericordia del mitrato verso reprobi, può perdonare. Ma i giovani , consapevoli di essere stati ingannati dalla Chiesa sessantottina come dalla politica, capaci di critica autonoma sono i più attenti frequentatori del VO, come aveva intuito dal prof papa Benedetto che i giovani li conosce bene..

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  3. Napolioni si convincerà a celebrare un Pontificale in Cattedrale o deve chiedere il permesso a Bergoglio ?

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  4. Una volta al mese e in una chiesa piccola e seminascosta permessa ( !?!), magari con sospetto di grave eresia della quale fedeli del VO si stanno macchiando!! Che degnazione e che misericordia ! Di vostra eccellenza, obbligatissimo, osservantissimo, servitore umilissimo, speriamo che qualcuno le ricordi che secondo il MP il vescovo non può impedire ad un parroco di celebrare secondo il VO quando almeno trenta fedeli lo richiedano. Mentre le chiese e i Seminari si desertificano, i battesimi e i matrimoni calano e la Chiesa cattolica è sempre più emarginata, i vescovi esibiscono la propria residua autorità contro persone di sicura fede che non possono accettare la misericordiosa e benedetta apostasia ormai dilagante.

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