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domenica 27 gennaio 2019

Il governatore Cuomo deve essere scomunicato?

Lo Stato di New York, dove sono in netta maggioranza i democratici, ha approvato una legge che stravolge i concetti di «omicidio» e «persona» e consente di abortire fino al 9° mese di gravidanza, anche in assenza di un medico. 
A legge approvata si è sentita una voce gridare in aula: «Possa Dio avere pietà di questo Stato!»
Come mai nessuna Autorità Ecclesiastica, nemmeno la Suprema, ha alzato la voce per questa abominevole legge firmata da un cattolico? 
AC  


Il governatore Cuomo deve essere scomunicato? 
Meglio, Cuomo può essere scomunicato? 

di Sabino Paciolla  

L’entusiasmo, gli applausi scroscianti, la gioia, le grida di giubilo seguite all’approvazione nello Stato di New York di una legge radicale che permette l’aborto fino a poco prima della nascita, praticamente un infanticidio, hanno scandalizzato moltissime persone. 
Un importante sostenitore di questo progetto di legge è stato il Governatore di quello Stato, Andrew Cuomo, un cattolico, che l’ha immediatamente firmato. 
Quel progetto di legge è stato approvato dal Senato proprio nel giorno dell’anniversario della sentenza Roe vs Wade del 1973, che rese legale l’aborto negli Stati Uniti.  

In un comunicato della Conferenza episcopale dello Stato di New York, i vescovi dello Stato hanno definito l’approvazione della legge un nuovo “triste capitolo” in una data, quella dell’anniversario della sentenza Roe vs Wade, che già portava con sé tragiche associazioni per i sostenitori della vita. “Il nostro amato Stato è diventato più pericoloso per le donne e i loro bambini non ancora nati”. 

I vescovi hanno anche chiesto preghiere non solo “per la conversione del cuore per coloro che celebrano questo tragico momento della storia del nostro Stato”, ma anche per “le vite che andranno perdute, e per le donne del nostro Stato che sono rese meno sicure da questa legge”.  

Però, tanta gente in tutto il mondo è stata così turbata da queste grida di gioia da chiedere che il cattolico Andrew Cuomo venga scomunicato dalla Chiesa. 

Così hanno ragionato: come può ritenersi in comunione con la Chiesa una persona che ha promosso, sostenuto e firmato una legge che promuove ed autorizza un infanticidio? 
Come può ritenersi in comunione con la Chiesa una persona che ha fatto un gesto ignominioso come quello di festeggiare l’evento illuminando di rosa (a simboleggiare i “diritti” delle donne) la Freedom Tower? Ricordiamo che circa 3.000 persone sono morte nel sito del World Trade Center, ora occupato dalla Freedom Tower, uccise dai terroristi l’11 settembre 2001. 
Con quale coraggio il Governatore Cuomo ha utilizzato questo stesso sito per celebrare una legge che permette l’ingiusta uccisione di bambini innocenti nel grembo materno fino a prima della nascita? Secondo alcuni, le sanzioni canoniche sono dovute al Governatore e agli altri cattolici che hanno votato a favore di questa legislazione. 
Questo è necessario sia per il bene comune, per evitare lo scandalo della tolleranza del male, sia come forte appello al Governatore e ad altri a pentirsi prima che arrivi il giorno del giudizio. 
Deve essere chiaro a tutti che nessun cattolico può sostenere una tale legge, che non si può esultare senza che ciò non provochi sanzioni canoniche, a cominciare da quelle che vietano di ricevere la Santa Comunione. 
Non fare nulla significherebbe lasciarsi sprofondare nella irrilevanza.  
Qualcuno ha detto che i cattolici e non cattolici devono capire che la Chiesa è seria sui suoi insegnamenti e che non potrà e non resterà a guardare mentre un leader politico “cattolico” come Cuomo celebra l’uccisione di bambini nel grembo materno. A questo proposito, il vescovo Richard Stika di Knoxville, Tennessee, e il vescovo Joseph Strickland di Tyler, Texas, hanno entrambi indicato che se Cuomo vivesse nella loro giurisdizione avrebbero preso provvedimenti.  

“Qualcuno mi ha chiesto oggi se avrei emesso una scomunica di un governatore cattolico sotto la mia giurisdizione se il governatore avesse fatto la stessa cosa di New York”, ha twittato Stika giovedì pomeriggio. “Penso che potrei farlo per qualsiasi legislatore cattolico sotto la mia giurisdizione che avesse votato a favore della legge, così come ha fatto il governatore”.  

“Ne ho abbastanza”, ha detto il vescovo Stika. “La scomunica non è una punizione, ma serve a riportare la persona nella Chiesa. Per loro sarebbe come una medicina. Ma questo voto è così orrendo e vile che giustifica l’atto. Ma per fortuna non sono in quella posizione. Molto triste”.  

“Sono con il vescovo Stika”, ha detto il vescovo Strickland. “Non sono in grado di intervenire sulla legislazione di New York, ma imploro i vescovi affinchè si esprimano con forza. In ogni società sana di mente questo si chiama INFANTICIDIO!!!!!!!!!!!!!!”.  

Al contrario, il card. Timothy Dolan di New York, dopo aver richiesto di non creare “polarizzazioni”, pressato dalle richieste di scomunica, ha emesso un comunicato, nel quale, tra l’altro, si può leggere: “In primo luogo, la scomunica non dovrebbe essere usata come arma. (v. anche QUI N.d.R.) Troppo spesso, temo, coloro che chiedono la scomunica di qualcuno lo fanno per rabbia o frustrazione. (…) In terzo luogo, dal punto di vista pastorale, se un pastore – e un vescovo è certamente un pastore di una diocesi – conosce una grave situazione che coinvolge un parrocchiano, è suo dovere rivolgersi personalmente e direttamente al parrocchiano. 
Questo è stato l’approccio del cardinale O’Connor e del cardinale Egan (entrambi i quali ho servito), ed è anche l’approccio del cardinale Dolan”.  

Ma allora, il Governatore Cuomo, come anche i deputati che hanno votato il provvedimento, potrebbe essere scomunicato?  
La risposta sembra essere negativa. L’esperto di diritto canonico Edward Peters dice che quelli di Cuomo sono certamente peccati, ma non sembra sicuro che gli stessi siano anche crimini canonici punibili ai sensi dell’articolo 1398 del diritto canonico che recita: “Chi procura l’aborto ottenendo l’effetto incorre nella scomunica latae sententiae”. 
Nel suo articolo, Peters riporta il parere di tanti altri canonisti, tutti concordi nell’escludere la colpevolezza dei politici, ai sensi dell’art. 1398, che si trovassero nella stessa situazione di Cuomo.  

Allo stesso tempo, Peters fa presente che, siccome la più ovvia e grave conseguenza della scomunica è il divieto di accostarsi alla Santa Comunione, allora lo stesso risultato può essere conseguito con l’applicazione di un altro articolo del codice di diritto canonico che è il 915, che così recita: “Non siano ammessi alla sacra comunione gli scomunicati e gli interdetti, dopo l’irrogazione o la dichiarazione della pena e gli altri che ostinatamente perseverano in peccato grave manifesto”. “…e gli altri che ostinatamente perseverano in peccato grave manifesto”. 

E’ questa la situazione in cui si trova il Governatore Cuomo, sia perché vive in una situazione coniugale irregolare sia per la faccenda della legge di cui si discute.  

Scrive Peters: “Questo divieto pubblico impedisce che il sacrilegio sia commesso contro il Sacramento, attenua lo scandalo inflitto alla comunità di fede quando i cattolici palesemente indegni pretendano una comunione di fede smentita dalle loro azioni profondamente contrarie, e mette in guardia il mondo che la Chiesa è seriamente intenzionata ad assicurare una testimonianza onesta nelle sue stesse file. 

Per questo, dice Peters, adottando il can. 915 non si è vincolati da definizioni ristrette dei reati e/o dalla cooperazione con essi, o da tecnicalità come il latae sententiae che a volte diventa di difficile applicazione. 
Invece, con il can. 915 il divieto di avvicinarsi alla Santa Comunione è di immediata applicazione perché esso richiama non una norma penale ma una norma disciplinare sacramentale.  

Quello che dice Peters, per altro, è avvalorato oltre che dagli altri canonisti, anche da quello che capitò a papa Benedetto XVI nel maggio del 2007 quando, durante il volo verso il Brasile, un giornalista gli chiese se sosteneva i vescovi messicani nel loro avvertimento del rischio di scomunica dato ai politici che sostenevano la legalizzazione dell’aborto. 
Il Papa rispose dicendo: “Sì, questa scomunica non è arbitraria, ma è permessa dal diritto canonico che dice che l’uccisione di un bambino innocente è incompatibile con la Comunione, che è ricevere il corpo di Cristo”. 
Tuttavia, come riportò il Washington Post, la Segreteria di Stato vaticana pubblicò rapidamente una versione modificata della risposta di Benedetto dalla quale eliminò il “Sì”. Inoltre, scrive il Post, “diversi altri cambiamenti hanno fatto sembrare le sue osservazioni un’affermazione più generale, piuttosto che il riferirsi specificamente ai vescovi messicani che avevano detto che i politici si erano (automaticamente, ndr) scomunicati.”


Fonte: Il blog di Sabino Paciolla QUI