Torna su messainlatino.it il diario della crisi del "caso Gnocchi", scritto dallo stesso Alessandro Gnocchi. Ricordiamo la vicenda: nella diocesi di Bergamo sono stati vietati i funerali in rito antico al padre del noto giornalista e scrittore cattolico (si legga la puntata precedente con tutti i link). Una storia triste che ha suscitato l'indignazione generale, anche di quei cattolici lontani dalle nostre posizioni e dal tradizionalismo, fra questi ricordiamo Tornielli sul suo blog.
Alessandro Gnocchi è autore di numerosi libri, scritti con Mario Palmaro, l'ultimo dei quali è il notevole "La Bella Addormentata. Perché dopo il Vaticano II la chiesa è entrata in crisi. Perché si risveglierà (Vallecchi). Altri titoli: "L'ultima Messa di padre Pio. L'anima segreta del Santo delle stigmate"(Piemme), "Viva il Papa. Perché lo attaccano. Perché difenderlo" (Vallecchi), "Contro il logorio del laicismo moderno. Manuale di sopravvivenza per cattolici" (Piemme).
MA QUESTA MESSA S’AVRA’ DA FARE – QUARTA PUNTATA
di Alessandro Gnocchi
Qui a Villa d’Adda (VdA), ridente perla della ridentissima diocesi di BG (Bergamo, non Bulgaria) tutto bene. Anzi, tutto benissimo visto che
ANCORA TUTTO TACE
su tutti i fronti. Proprio come nelle migliori dittature burocratiche arrivate in vista del fine corsa che non hanno più la forza di reprimere apertamente, ma continuano ad avere l’arroganza dell’impunità che non ritiene di rendere conto ad alcuno dei propri soprusi: tanto meno alle vittime. Quindi, dal parroco di VdA, al vescovo di BG, si rispetta la consegna del silenzio in base al vecchio adagio secondo cui
IL TEMPO È LA MIGLIOR MEDICINA
e, alla fine, presi per sfinimento, anche i più riottosi depongono le armi. Però, in questa vicenda, non si tratta tanto di vedere chi deporrà le armi, ma di dare una risposta molto semplice a un quesito semplicissimo che è il seguente:
PAPA BENEDETTO XVI HA FATTO BENE O HA FATTO MALE
a pubblicare il celeberrimo quanto disatteso “Summorum POntoficum”? Insomma, aveva ragione lui o, come pensa la quasi totalità dei vescovi, ha messo un piede in fallo andando a scontrarsi con il mito del Concilio Vaticano II? E questo è ancora niente, perché, stando a quanto si apprende girando per parrocchie nella ridentissima diocesi di BG pare che il Santo Padre si debba misurare anche con
LO SPIRITO DEL VATICANO TERZO
visto che una parrocchia della ridentissima parrocchia di BG si è recentemente autodefinita “Spazio di comunione e rimando all’Alterità che la costituisce e la fonda”: a tanto non ci sarebbe arrivata neanche Lina Wertmüller per un titolo dei suoi film, e meno ancora Achille Campanile con le sue tragedie in due battute, e nemmeno Carletto Manzoni con i paralogismi del signor Veneranda. Insomma
QUESTA NON E’ ROBA DA RIDERE, E’ ROBA SERIA
qui c’è abbastanza spirito del Vaticano Terzo da far passare per poveri reazionari tutti quei padri conciliari che vennero a Roma con i secchi pieni di acqua del Reno per inquinare il Tevere, che, allora, era ancora balenabile sportivamente e, soprattutto, teologicamente. Insomma, a lume di povero cattolico infante,
PIU’ CHE UNA PARROCCHIA, QUESTA SEMBRA UN FLIPPER
di quelli in voga negli Anni Sessanta in cui la pallina andava e tornava un po’ come voleva in un gioco di rimandi che costituivano e fondavano l’essenza del gioco. Se questi sono i frutti raccolti dalla formazione del seminario della ridentissima diocesi di BG, si può anche capire che, da queste parti, un funerale in rito gregoriano stoni un poco. Anche troppo, e quindi
SCUSATE SE UNO MUORE CON CERTE PRETESE.
Ma, anche a prenderla sul ridere, bisogna che qualcuno spieghi se in questa ridentissima diocesi di BG, oltre a quelli che giocano a flipper, c’è posto anche per i fedeli che vorrebbero essere sicuri di comportarsi da cattolici fino all’ultimo. È evidente che un risposta del genere non può essere pretesa dalla diocesi di BG
CHE INFATTI SI GUARDA BENE DAL FORNIRLA
ma la si dovrebbe avere da Roma, che si sta interessando alla vicenda. Non dovrebbe essere un’operazione straordinaria e, a conti fatti, i tempi per avere una decisione autorevole in proposito dovrebbero essere quasi maturi. In fondo, dopo avere preso contatto con l’ordinario del luogo, si tratta di scrivere una letterina al ricorrente e dirgli se ha fatto bene a chiedere ciò che a ha chiesto o se ha fatto male. Molto semplicemente
IN MODO CHE LO SAPPIANO TUTTI
e, da qui in avanti, non ci siano più indecisioni su come comportarsi. Oppure si dica che non è possibile decidere, che i vescovi fanno sempre quello che vogliono eccetera eccetera. Però, in questo caso, si spieghi anche a quale porta si debba bussare per avere giustizia. Ci sarà pure qualcuno che può dire a un vescovo che il Papa va obbedito.
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