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martedì 16 settembre 2025

I dolori di Maria nel mese di settembre

Settembre Mese della Mater Dolorosa.
"Possiamo quindi dire che Maria, per l'amore che gli portava, fu nel cuore, durante la Passione del Figlio, percossa, flagellata, coronata di spine e inchiodata alla croce stessa del Figlio".
Luigi C.


( PerMariam ) — Il mese di settembre è segnato dalla dedicazione della Chiesa ai Dolori di Maria, Corredentrice e Mediatrice di tutte le grazie. La Chiesa non offre solo il mese in generale, ma presenta anche le due grandi feste dell'Esaltazione della Croce il 14 e dei sette dolori di Maria il 15.

Forse non esiste modo migliore per aprire il mese e prepararsi a queste feste, nonché al compleanno della Madonna, che rivolgersi a Sant'Alfonso Maria de' Liguori, la cui devozione alla Madre addolorata è pressoché ineguagliabile.

Credito: Michael Haynes

Nella sua splendida opera, Le Glorie di Maria , il grande mariologo offre numerose meditazioni e considerazioni sulla Beata Vergine, nonché su ciascuno dei suoi dolori in modo specifico.

Tali pagine possono essere considerate singolarmente per il mese di settembre, ma egli offre anche un'omelia a sé stante per i dolori di Maria – pronunciata durante la Settimana Santa – che è adatta a questi giorni. Pochi testi composti descrivono così meravigliosamente il mistero della compassione dolorosa di Maria verso Cristo, come quelli che si trovano nelle pagine tramandate da Sant'Alfonso.

Il santo scrive così:
Il suo martirio non fu mai eguagliato

“Ecco, stiamo per considerare un nuovo genere di martirio; dobbiamo considerare una Madre condannata a vedere il suo Figlio innocente morire come un malfattore su un patibolo infame. Questa madre è Maria, che in verità, a ragione, è chiamata dalla Chiesa Regina dei Martiri; sì, perché Maria nella morte di Gesù Cristo subì un martirio più crudele di tutti gli altri martiri.”

Le parole del profeta Geremia spiegano il mio significato in questo punto: “A chi ti paragonerò? O a chi ti paragonerò, o figlia di Gerusalemme? ... perché grande come il mare è la tua rovina, chi ti guarirà?” No, l’acutezza delle sofferenze di Maria non è paragonabile, nemmeno a quelle di tutti i martiri messi insieme.

«Il martirio di Maria», dice san Bernardo, «non fu causato dalla spada del carnefice, ma scaturì da un amaro dolore del cuore». In altri martiri i tormenti furono inflitti al corpo; ma il dolore di Maria era nel suo cuore e nella sua anima, verificando in lei la profezia di san Simeone: «La tua stessa anima, o spada, trafiggerà».

Arnoldo di Chartres scrive che “chiunque fosse stato sul monte Calvario per assistere al grande sacrificio dell’Agnello Immacolato, avrebbe visto due grandi altari, uno nel corpo di Gesù, l’altro nel cuore di Maria; perché su quel monte, quando il Figlio sacrificò il suo corpo con la morte, Maria sacrificò la sua anima con la compassione”.

A tal punto, dice sant'Antonino, che mentre gli altri martiri sacrificano la propria vita, la Beata Vergine consumò il suo martirio sacrificando la vita del Figlio, una vita che amava molto più della propria e che le fece sopportare un tormento che superò tutti gli altri tormenti mai sopportati da qualsiasi mortale sulla terra.

«Tutte le piaghe», dice san Bonaventura, «che erano sparse sul corpo di Gesù, si unirono nel cuore di Maria, per tormentarla nella Passione del Figlio»; così che, come scrive san Lorenzo Giustiniani, «il cuore di Maria, per compassione del Figlio, divenne uno specchio dei suoi tormenti, nel quale si potevano vedere fedelmente riflessi gli sputi, i colpi, le ferite e tutto ciò che Gesù soffrì». Possiamo quindi dire che Maria, per l'amore che gli portava, fu nel cuore, durante la Passione del Figlio, percossa, flagellata, coronata di spine e inchiodata alla croce stessa del Figlio.

Lo stesso San Lorenzo considera Gesù, sulla via del Calvario, con la croce sulle spalle, che si rivolge a Maria e le dice: “Ahimè, mia cara Madre, dove vai? A quale scena assisterai? Tu sarai tormentata dalle mie sofferenze, e io dalle tue”.

Ma la Madre amorevole lo avrebbe seguito lo stesso, pur sapendo che, assistendo alla sua morte, avrebbe dovuto sopportare un tormento più grande di qualsiasi morte. Vide che suo Figlio portava la croce per esservi crocifisso; e anche lei prese la croce dei suoi dolori e seguì suo Figlio per esservi crocifissa con Lui.

Perciò san Bonaventura considera Maria in piedi presso la croce del Figlio morente e le chiede: «O Signora, dimmi, dove stavi allora? Era forse vicino alla croce? No, eri proprio sulla croce, crocifissa con tuo Figlio». Riferendosi alle parole del Redentore, predette dal profeta Isaia: «Ho pigiato il torchio da solo, e tra i pagani non c'è nessuno con me», Riccardo di San Lorenzo dice: «È vero, o Signore, che nell'opera della redenzione umana hai sofferto da solo, e non c'è stato nessuno che abbia avuto abbastanza pietà di te; ma c'era una donna con te, ed era tua madre; ha sofferto nel suo cuore tutto ciò che tu hai sofferto nel tuo corpo».

Per mostrare le sofferenze sopportate dagli altri martiri, essi sono rappresentati con gli strumenti della loro tortura: Sant'Andrea con una croce, San Paolo con una spada, San Lorenzo con una graticola; Maria è rappresentata con il Figlio morto tra le braccia; perché solo Lui fu lo strumento del suo martirio e la compassione per Lui la rese la Regina dei Martiri.

San Bernardino da Siena afferma addirittura che «le sofferenze di Maria furono tali che, se fossero state divise tra tutte le creature capaci di soffrire, ne avrebbero causato la morte immediata».

Chi potrà mai dubitare che il martirio di Maria sia stato senza pari e che abbia superato le sofferenze di tutti i martiri? Poiché, come dice sant'Antonino, «essi soffrirono nel sacrificio della propria vita; ma la Beata Vergine soffrì offrendo a Dio la vita del Figlio, vita che amava molto più della propria».