Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1149 pubblicata da Paix Liturgique il 15 gennaio, in cui si pubblica una recensione di Chetro De Carolis del libro Quand la mer se retire [Quando il mare si ritira: N.d.T.] di Jean-Pierre Maugendre, presidente dell’associazione Renaissance Catholique, riprodotta dall’agenzia di informazione Correspondance européenne del 10 dicembre 2024, n. 440, pagine 6-7, per gentile concessione di Correspondance européenne (QUI).
L.V.
Il volume raccoglie i testi delle conferenze sull’attualità religiosa e politica tenute da Jean-Pierre Maugendre, in qualità di presidente dell’associazione Renaissance Catholique, lungo gli anni 2005-2023, cioè dall’elezione di Papa Benedetto XVI alla 16ª Assemblea generale ordinaria del Sinodo dei Vescovi (il cosiddetto «sinodo sulla sinodalità»); ciò consente al lettore di avere una visione d’insieme degli eventi che hanno fortemente segnato, passivamente o attivamente, la crisi della Chiesa in questo primo quarto di secolo, soprattutto a livello, regionale ma eminentemente significativo, della Francia (Quand la mer se retire. La tragédie de l’Église au XXI siècle, Contretemps, Paris 2024, 628 pagine, 24,90 euro). Le analisi dell’autore mostrano la profonda correlazione tra il crollo della Chiesa e quello dello Stato, di cui il caso francese è stato, fin dall’inizio dell’intera crisi, un esempio formidabile che i cristiani europei devono continuare a monitorare nei suoi attuali sviluppi.
I testi coprono gli anni dei Pontificati di Papa Benedetto XVI e poi di papa Francesco, mentre in Francia si sono succedute le presidenze di Jacques René Chirac (-2007), Nicolas Sárközy (2007-2013), François Hollande (2013-2017) ed Emmanuel Macron (2017-).
I fatti più eclatanti, a livello storico-politico, sono stati il rifiuto referendario, nel 2005 in Francia, del progetto di Costituzione europea, aggirato nel 2007 dalla firma di Nicolas Sárközy del Trattato di Lisbona che modifica il trattato sull’Unione Europea e il trattato che istituisce la Comunità europea; l’evoluzione delle leggi sull’immigrazione e i nuovi dibattiti sulla libertà religiosa e la laicità; gli attentati islamisti del 2015; la crisi dei «gilets jaunes»; la pandemia Covid-19 e i confinati, mentre, a livello ecclesiale, possiamo ricordare il discorso di Ratisbona di Papa Benedetto XVI sul rapporto tra fede e ragione, la sua visita in Francia, la lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum che libera la celebrazione della Santa Messa tradizionale, la revoca della scomunica alla Fraternità sacerdotale San Pio X; le dimissioni di Papa Benedetto XVI e l’elezione di papa Francesco; l’esortazione apostolica postsinodale Amoris laetitia sull’amore nella famiglia di papa Francesco; l’Assemblea speciale per la regione panamazzonica del Sinodo dei Vescovi; la chiusura delle chiese e la sospensione del culto nel 2020 a causa della pandemia Covid-19; la lettera apostolica in forma di «motu proprio» Traditionis custodes sull’uso della liturgia anteriore alla riforma del 1970 di papa Francesco, che limita drasticamente la libertà di celebrare la Santa Messa tradizionale, la gestione degli abusi sessuali nella Chiesa culminata nel rapporto finale della Commission indépendante sur les abus sexuels dans l’Église, presentato ai Vescovi francesi, che denuncia la «responsabilità sistemica» della Chiesa per gli abusi sessuali; la morte di Papa Benedetto XVI; la dichiarazione Fiducia supplicans sul senso pastorale delle benedizioni del Dicastero per la dottrina della fede che permette, in alcune circostanze, la benedizione di coppie irregolari o dello stesso sesso; e le proteste di numerosi Cardinali e Conferenze episcopali.
Ma la maggior parte dei «temi» legati a questi eventi sono «trasversali» – gli anni 2005-2023 hanno visto, tra l’altro, la legalizzazione in Francia del «matrimonio» omosessuale e il successo dell’associazione La Manif pour tous, i dibattiti su una legge sull’eutanasia, sulla gestazione per altri, sull’introduzione della «libertà» di aborto nella Costituzione ecc. È qui che Jean-Pierre Maugendre, con ardore e precisione, e senza alcuna ingenuità, fa capire al lettore la necessità di instaurare il Regno di Cristo nella società, e la lotta per questa instaurazione come unico modo solido per contrastare il crollo a tutti i livelli.
L’origine del volume e la disposizione dei capitoli offrono al lettore due possibilità non esclusive:
- ripercorrere gli eventi del recente passato, analizzandoli singolarmente grazie alle critiche che l’autore proponeva all’epoca, interessanti sia in sé che nella loro rilettura ai giorni nostri;
- la lettura degli episodi nel loro insieme, nel qual caso il lettore è chiamato a partecipare più attivamente alla riflessione, a volte stimolato semplicemente dall’accostamento cronologico di fatti che sembrano armonizzarsi o contraddirsi, a volte grazie ai chiarimenti offerti dalla presenza, lungo le pagine, di riflessioni filosofiche e politiche senza tempo che danno spessore a ogni particolare evento.
Infatti, se i nomi che ricorrono più frequentemente in queste pagine sono quelli degli attori della vita politica ed ecclesiastica del nostro tempo, Jean-Pierre Maugendre non rinuncia ad attingere al corpus dei grandi filosofi, teologi e pensatori politici dell’Occidente, le cui citazioni punteggiano il corso dei capitoli come pause di riflessione approfondita e inviti a risalire alle cause.
Se la somiglianza tra il titolo del primo capitolo (Vi annuncio una grande gioia) e quello dell’ultimo (La seconda morte di Papa Benedetto XVI: la dichiarazione Fiducia supplicans) riflette la linea di un declino che non sembra aver toccato il fondo, né a livello dello Stato né a livello della Chiesa, l’atteggiamento dell’autore non è affatto disfattista. Al contrario, la lotta di Jean-Pierre Maugendre contro «l’ardente preoccupazione per la trasmissione della fede e il tormento non meno violento per la sopravvivenza della Francia, quell’angor patriæ […] che attanaglia tanti nostri anziani, sopraffatti dalla prospettiva di veder scomparire in un sol colpo sia la vecchia patria della Gallia sia la figlia maggiore della Chiesa», ci incoraggia a resistere. Come sottolinea Michel De Jaeghere nella sua Prefazione, «di fronte a questa decadenza delle fondamenta della Chiesa e della città, è inutile accontentarsi di speranze elettorali o di un semplice cambio di personale politico ed ecclesiale. […] Occorre tornare ai principi che hanno fatto grande la civiltà cristiana e riflettere sulle condizioni in cui essi possono essere rivitalizzati, valorizzati e messi in pratica. Questo è ciò che ci invita a fare questo prezioso libro».
Riprendendo la metafora del titolo del volume, il messaggio dell’autore è che il ritorno del mare è inevitabile. E abbiamo la certezza nelle parole della Vergine Maria a Fatima: sta a noi preparare la riforma intellettuale e morale che accoglierà, alla fine, il trionfo del suo Cuore Immacolato.
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