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venerdì 13 dicembre 2024

LGBT al Giubileo: giusto o sbagliato? Le parole e l’elogio a papa Francesco dell’attivista Imma Battaglia #giubileo2025

Riportiamo la trascrizione dell’intervento di Immacolata Battaglia, attivista e leader del movimento per i «diritti» LGBT in Italia, alla puntata di giovedì 12 dicembre della trasmissione radiofonica Giù la maschera (RAI Radio 1), condotta dal giornalista Marcello Luigi Foa.
In studio con Marcello Foa c’era la sondaggista Alessandra Paola Ghisleri ed è intervenuto anche l’avv. Simone Pillon, già Senatore della Repubblica, il quale, in un clima non certo favorevole, ha ottimamente difeso la dottrina della Chiesa cattolica in materia di morale sessuale e anche il buon senso: ci complimentiamo con lui.
L’intervista ad Imma Battaglia, che abbiamo voluto trascrivere integralmente, ci aiuta a capire chi veramente ha «gettato la maschera» con la benedizione e approvazione del Santo Padre, lodato ed osannato per tutta l’intervista: la comunità gesuita di Roma, ormai apertamente, senza alcun contegno e pudore, filo-LGBTecc.
Ma soprattutto l’intervista toglie la maschera all’architrave di questo pontificato: lo sdoganamento della sodomia. E non c’è parola di papa Francesco che lo smentisca (la «frociaggine» di alcune sue parole): Sua Santità, di fatto, vuole sdoganare la gaytutidine pratica nella Chiesa cattolica.
Alcuni semplici fatti: sedici nuovi Cardinali su poco più di venti hanno fatto dichiarazioni pro-gay ed alcuni di questi hanno una vita personale a dir poco chiacchierata; il pellegrinaggio degli effeminati e sodomiti – prima confermato da mons. Salvatore Fisichella e poi parzialmente smentito – ci chiarisce ulteriormente il clima in Vaticano: tutto indica un tentativo di «omosessualizzare» l’intera Chiesa cattolica.
Vogliamo questo o, invece, intendiamo resistere a questo «peccato che grida al Cielo», qualunque sia la posizione sostenuta dal Papa pro tempore regnante?

QUI l'audio integrale della trasmissione.

L.V.


MARCELLO FOA: La notizia non poteva passare inosservata: papa Francesco ha deciso di dedicare una giornata dell’imminente Giubileo al mondo cosiddetto arcobaleno.
Il 6 settembre saranno accolti in Vaticano i pellegrini LGBT, i loro genitori, gli operatori e tutti coloro che gravitano in queste associazioni, che in Italia sono capitanate da La Tenda di Gionata.
E non può non colpire la differenza rispetto a Giovanni Paolo II, che nel 2000, anno dell’ultimo Giubileo ordinario, si oppose con fermezza alla parata del World Gay Pride, che quell’anno si teneva proprio a Roma, dunque nella capitale della Cristianità.
Non sorprende, pertanto, che la decisione di Francesco abbia creato un certo fermento nel mondo cattolico tra chi applaude e chi dissente.
Sono Marcello Foa e oggi a Giù la maschera: persone, fatti, notizie alla ricerca della verità ci interroghiamo sulla portata di questa decisione: sono trascorsi quasi venticinque anni fra la decisione di Papa Wojtyła e quella di papa Francesco, ma sembra passato un secolo: è la Chiesa che cambia il mondo o è il mondo che cambia la Chiesa? Svolta inevitabile o sconveniente?
Eccoci, cari ascoltatori, ben ritrovati anche oggi, giovedì 12 dicembre, è un piacere trascorrere un’ora con voi e con me oggi c’è Alessandra Ghisleri […].
Allora il tema di oggi è molto importante, è uno specchio dei tempi oserei dire, perché queste tematiche sono all’ordine del giorno non solo in Italia, ma un po’ in tutto il mondo e ovviamente la scelta di papa Francesco, che peraltro non è nuovo ad uscite un po’ fuori dagli schemi – diciamo così – su una tematica sensibile come questa – sta dividendo un po’ i fedeli cattolici tra chi ovviamente applaude e chi invece dice che la Chiesa si è spinta troppo e deve essere ancorata di più alle tradizioni. […]
Il tema è appunto molto importante, senz’altro chi in questo momento ha – così – messo a segno una vittoria simbolica sono gli attivisti del movimento LGBT e accogliamo Imma Battaglia, che di questo movimento è stata una dei fondatori e ancora oggi uno dei principali attivisti e ricordiamo che ha organizzato nel 1994, tanti anni fa ormai, il primo Gay Pride italiano insieme a Vladimir Luxuria.
Buongiorno, Imma Battaglia.

IMMA BATTAGLIA: Buongiorno a tutti.

MARCELLO FOA: Senta, lei ha definito sui social la notizia – appunto – della giornata che il Vaticano dedicherà durante il Giubileo proprio alla vostra comunità come una «notizia rivoluzionaria e bellissima»: se lo sarebbe mai immaginato trent’anni fa?

IMMA BATTAGLIA: No, io assolutamente, ricordo assolutamente di tutto quella che è stata l’organizzazione e le difficoltà e la posizione comunque di quello che allora era il Papa Wojtyła insieme al cardinale Ratzinger e Ruini, quando organizzavamo il primo Gay Pride di Milano nel 2000, l’anno del Giubileo: ricordo perfettamente i cinque anni… io ricordo anche che dicevo che la Chiesa stava perdendo, il Vaticano stava perdendo un’opportunità di accogliere, di svolgere il ruolo che, secondo me, ha nella società, che è esempio, che è modello, che è guida e perdevano l’opportunità.
Invece adesso, dopo venticinque anni, leggere una notizia che quello che mi ha colpito e che è passato in sordina, io l’ho vista da Rai News, e però non se ne è parlato: è la prima volta adesso che sento il dibattito in radio.
È rivoluzionaria, certo, perché finalmente sancisce e riconosce l’esistenza di una comunità ed è quello che dà fastidio a tutta l’ala integralista a cui appartiene Pillon, che invece lavora per negare completamente l’esistenza, le istanze, gli amori, le famiglie che sono nella comunità LGBTQ.
Quindi io sarò sicuramente peraltro il 6 settembre alla Chiesa del Gesù Nuovo, perché? Perché riconosco intanto anche finalmente un distacco netto fra quello che è il ruolo della Chiesa e quello della politica e papa Francesco – secondo me – questo lo interpreta perfettamente: la Chiesa di strada, la Chiesa delle persone, quello che diceva prima Alessandra: l’accoglienza.
Io dico soltanto a tutti i gay che cominciano a ribellarsi: c’è una gioventù che è in grande disagio e difficoltà: mi sembra così veramente terribile l’affermazione «chi se ne frega se i numeri degli adepti, dei fedeli diminuisce: io voglio l’adesione al Verbo»; invece il problema più grave per tutta la società è che i fedeli diminuiscono e soprattutto sono completamente assenti tra i giovani e una società allo sbando, una società dove la gioventù si mostra orgogliosa con le pistole.

MARCELLO FOA: È chiaro, Imma Battaglia. Posso chiederle una cosa personale? Magari mi perdonerà, ma lei è cattolica?

IMMA BATTAGLIA: Be’, io sì, sono nata da una… io sono nata e battezzata, vissuta in una famiglia molto cattolica e non mi sento di dire «no, quindi osservanti», però io regolarmente, anche Eva [Eva Grimaldi, con la quale è unita civilmente: N.d.R.] andiamo a Messa, cioè noi comunque ci comportiamo come due persone che hanno un rapporto con la fede molto individuale, personale e comunque noi ci facciamo regolarmente la comunione al di là di quelle che dicono e io credo molto in questo: me lo ha insegnato mia madre, mio padre, Dio è ovunque, Dio accoglie tutti, Dio è padre, madre, nonno, è con noi, quindi cioè tutto il resto è politica e io credo che papa Francesco questo sta facendo, sta dicendo: «Basta fare politica di Stato, noi dobbiamo stare sui territori e parlare con le persone».
Questo è il risultato della giornata e del Giubileo della comunità, dove sui giornali dice: «Con le famiglie, i genitori, i figli»… è chiaro che a Pillon non fa piacere questa giornata, questa dichiarazione, questo passaggio, cioè questa reazione è normale.

MARCELLO FOA: Senta, però un’obiezione nasce proprio dalle considerazioni di Pillon, voglio dire che ha fatto anche Luciano Moia: la Chiesa, la dottrina della Chiesa condanna l’omosessualità e dunque c’è una contraddizione tra quello che lei auspica, che peraltro auspicano anche diversi ascoltatori, è quello che dovrebbe essere il riferimento tradizionale.

IMMA BATTAGLIA: Ma non è vero! Quale Chiesa condanna l’omosessualità? La Chiesa umana, la Chiesa di potere, la Chiesa politica, ma – come ha detto Alessandra poco fa – non c’è nessun riferimento, cioè, in fin dei conti, la Chiesa condanna pure la prostituzione eppure la Maddalena è stata accolta – no? – da Gesù, è stata al suo fianco [in realtà Gesù disse all’adultera: «Va’ e d’ora in poi non peccare più»: Gv. 8, 11: N.d.R.].
E quindi questa è l’interpretazione politica: io credo nel Cristianesimo, credo nel Cristianesimo e nel modello di fede che accoglie, che guida verso la luce, verso il bene e questo – secondo me – è un messaggio fondamentale, soprattutto, ripeto, per i giovani.
La politica è un’altra cosa, perché si distaccano tutti, tutti quelli che vogliono caricare di politica la fede: sono due cose completamente diverse.
Siccome però pretendono, perché poi versano lo Stato, portano i voti, vanno a destra e cioè questa giornata del Giubileo è stupenda, perché, in un attimo, ha proprio messo in un angolo tutti gli integralisti: Pillon, la Roccella, tutti all’angolo, perché il papa dice: «Il Giubileo accoglie tutti» e nomina, però, e dice: «La comunità LGBT»; loro stanno facendo di tutto, ormai c’è oscurantismo, negazionismo, non si parla più, dopodiché c’è soltanto leggi, leggi, divieti, non esiste più, noi non esistiamo più per questa compagine politica.
Il papa in un attimo, in un momento di grande luce, di grande modello, dice: «Il Giubileo è per tutti»: stupendo, stupendo.

ALESSANDRA GHISLERI: Allora, io vedo un rischio, l’unico rischio è quello di essere etichettati e, quando arrivano le etichette, diventa poi una parte ghettizzata della società: non vede questo rischio, Imma, non vedi questo rischio in quest’apertura? Cioè, il rischio che poi si dica: «Diventa una specie di Grande Giubileo…»?

IMMA BATTAGLIA: No, non lo vedo, io lo vedo quando la politica nega completamente la nostra esistenza, quando c’è una politica che ormai la parola «gay, lesbica» proprio è vietata, cioè io non lo vedo, anzi è chiaro che questo è – come dire? – un gesto politico forte che fa papa Francesco verso tutta la comunità integralista della Chiesa.
E però è un messaggio che dà alla società, quindi quando si afferma e di fatto poi si sancisce, si dice: «OK, esisti», ma dopodiché è un Giubileo, in fin dei conti è andare a Messa, no? [in realtà non è così e ricordiamo le Norme sulla concessione dell’indulgenza durante il Giubileo ordinario dell’anno 2025 indetto da Sua Santità papa Francesco: «Tutti i fedeli veramente pentiti, escludendo qualsiasi affetto al peccato […] e mossi da spirito di carità e che, nel corso dell’Anno Santo, purificati attraverso il sacramento della penitenza e ristorati dalla Santa Comunione, pregheranno secondo le intenzioni del Sommo Pontefice, dal tesoro della Chiesa potranno conseguire pienissima Indulgenza, remissione e perdono dei loro peccati, da potersi applicare alle anime del Purgatorio in forma di suffragio»: N.d.R.] E lì tutto svanisce, come in un bel film con il lieto fine.
Però ribadirlo, dirlo e fare e usare i nomi vuol dire comunque riconoscerne l’esistenza: il problema è quando non si dice più nulla, è il silenzio quello che uccide.

MARCELLO FOA: Ecco, però, le rilancio anche alcune osservazioni che arrivano dagli ascoltatori, cioè da un lato si dice: «Accoglienza e tolleranza, ma per carità! Piena, è giusto legittimare il ruolo sociale egli omosessuali», ma questa è una conquista ormai acquisita ed è, secondo me, un punto di civiltà…

IMMA BATTAGLIA: Ma questo state dando per scontato una cosa che, secondo me, non è vera: non è acquisito, perché, cioè, ci sono tante cose negate alle persone omosessuali, anche – scusate – l’ultimo divieto – no? – il reato universale sulla gestazione per altri: ma e ogni volta che si parla di gestazione per altri si parla solo delle coppie omosessuali e non si dice mai che, in realtà, è una pratica che fanno anche le persona eterosessuali, cioè c’è un continuo attacco.

MARCELLO FOA: Però questo è un altro tema. Mi asci finire, cioè il punto che ha sollevato Pillon, che dice: «L’LGBT, che ha avuto un momento di grande impulso molto forte, soprattutto in questi ultimi anni, è diventata anche un’ideologia», e dunque non è soltanto una questione di accettare chi ha orientamenti sessuali diversi rispetto ai quelli eterosessuali, ma è diventato qualcosa che va un po’ a scardinare anche i valori di una società.
Cosa risponde a questa osservazione?

IMMA BATTAGLIA: Che è la solita manipolazione, non è assolutamente vero. Intanto io vorrei dire che anche questo definire una comunità solo per i comportamenti sessuali, per esempio per me è veramente pesante, perché io non ho comportamenti sessuali, io ho comportamenti d’amore e questo diciamo che la sessualità la dovremmo un po’ pure mettere da parte. Io ho il mio amore per Eva e voglio che sia riconosciuto come l’amore di mio fratello con Simona, OK? E quindi già questo per me è fonte di disagio, ma dopodiché il tema del genere e di questa convinzione che c’è un’ideologia che vuole attaccare il sistema binario è una manipolazione, perché qua l’unica cosa che viene posta come argomento è: ma quando i ragazzi in fase adolescenziale si trovano in un disagio, a disagio con il proprio corpo assegnato dalla nascita, vogliamo permettergli di arrivare ad un’età per cui saranno loro da adulti a decidere che cosa vogliono, cercando di non farli soffrire, cercando di non farli sentire a disagio quando vanno a scuola, e se comunque usano una carriera alias non fa niente, l’importante è che a un cero punto, quando saranno più grandi, più forti e più sicuri, decideranno del loro futuro? Ma che cosa c’è di strano? Solo che viene questo manipolato continuamente, continuamente, ideologicamente, da una destra oltranzista e integralista, ma non è questo: viene proprio deviato l’argomento, non si affronta mai seriamente.

MARCELLO FOA: Questa è l’opinione molto radicale, come è stata quella di Simone Pillon e di Imma Battaglia, che ringraziamo, ringraziamo per la sua testimonianza: questa trasmissione – come vedete – è molto aperta e molto equilibrata, avete potuto sentire due campane che suonano – così – tonalità molto diverse. Grazie a Imma Battaglia. […]
E poi c’è un altro grande rischio: la Chiesa deve essere un faro, deve avere anche delle fondamenta molto solide, mentre se si apre troppo, poi queste fondamenta si sgretolano ed è difficile poi, nel proseguo del tempo, distinguere quel che è della Chiesa e quel che è, invece, di altri movimenti come altre religioni oppure la New Age eccetera eccetera eccetera.
Questo è un tema molto importante, che naturalmente potremo affrontare in un’altra puntata di Giù la maschera, perché, come sentite, siamo giunti alla conclusione.

4 commenti:

  1. Questi soggetti (riferito alla Battaglia) citano il vangelo senza conoscerlo, strumentalizzandone i fatti a loro immo-rale vantaggio. Non fa politica in questo modo?
    C'è poco da giubilare in questa neo-chiesa di questi tempi.

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  2. Il sito ufficiale del Giubileo ha cancellato questo "evento scellerato".
    https://lanuovabq.it/it/il-pellegrinaggio-lgbt-scomparso

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    1. E' vero, ma solo dopo la Trasmissione Giù La Maschera e dopo le numerose reazioni contrarie al giubileo della lobby lgbt+ Ho paura che si sarebbe trasformato in una sorta di irriverente - se non blasfema - propaganda gay.

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  3. Purtroppo si lascia dire a Imma Battaglia cose non vere:
    a) dell' omosessualità c'è sì la condanna - altro che - nella Scrittura, nel Catechismo della Chiesa Cattolica e nelle stesse parole di Papa Francesco, che, commentando 'Fiducia supplicans, ha detto che l'omosessualità è un peccato e perciò non è ammissibile la benedizione della coppia omosessuale (che sarebbe la benedizione del peccato), mentre si possono benedire solo i singoli soggetti omosessuali.
    La signora Imma dice tranquillamente che la condanna dell'omosessualità proviene solo dalla Chiesa politica: non è vero, perché, come ripeto, il peccato omosessuale non è ammesso dalla Sacra Scrittura, dal Catechismo, dal Papa, che non sono soggetti politici, ma spirituali.

    b) La prostituzione non condannata dalla Chiesa: altro strafalcione, che si lascia dire tranquillamente alla Battaglia: come giustamente annota il redattore di MiL, tra parentesi quadre, all'adultera Cristo disse: << Non ti condanno, ma, d'ora in poi, non peccare più >>.

    Ecco, il pentimento è fondamentale, sia nel commercio carnale omosessuale che nella prostituzione, perché tutti noi umani siamo peccatori, e non per questo veniamo rigettati da Dio: il Signore vuole però che non indugiamo in comportamenti che sono contrari a Dio stesso, perché avversi all'ordine delle cose naturali (inserire organi umani in altri organi dello stesso sesso), oppure (con la prostituzione) rendere il proprio corpo oggetto di scambio economico.

    Auspico che, in questo dibattito, subentrino una grande chiarezza (spiegare perché un comportamento è peccato) e una vera vicinanza alla persona che si pente, per aderire a Dio e a Gesù Cristo.
    Angelo Di Marzo, medico, Roma.

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