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domenica 22 dicembre 2024

Ancora la Cathédrale Notre-Dame di Parigi! Le riflessioni dei veglianti che da 169 settimane pregano davanti all’Arcivescovado

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1142 pubblicata da Paix Liturgique il 20 dicembre, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique, torna ad analizzare la cerimonia di riapertura della Cathédrale Notre-Dame di Parigi (ne abbiamo già scritto su MiL QUI, QUI, QUI, QUI e QUI).

L.V.


Mentre guardavo alla televisione la cerimonia di riapertura della Cathédrale Notre-Dame di Parigi, ho pensato a questo passo dello scrittore Joris-Karl Huysmans Obl. OSB, in Les foules de Lourdes [Le folle di Lourdes: N.d.T.], dove assassina il cattivo gusto dei santuari di Lourdes, che ai suoi tempi non erano ancora stati resi un po’ più sopportabili dalla patina del tempo:

La bruttezza di tutto ciò che vediamo qui finisce per essere innaturale, perché è al di fuori dei limiti conosciuti; l’uomo da solo, senza un suggerimento dei gemiti dell’aldilà, non riuscirebbe a disonorare Dio in questo modo; a Lourdes, c’è una tale pletora di bassezze, una tale emorragia di cattivo gusto, che sorge inevitabilmente l’idea di un intervento dell’Altissimo.

Vedere la Cathédrale Notre-Dame di Parigi risorta il 7 dicembre, non certo come era nel XIII secolo, ma almeno come era stata restaurata dall’architetto Eugène Emmanuel Viollet-le-Duc, ha suscitato grande emozione. Perché su questo poema di pietra sono stati imposti gli arredi in bronzo disegnati da Guillaume Bardet per il teatro di Brecht e gli ornamenti clowneschi di mons. Laurent Bernard Marie Ulrich, Arcivescovo metropolita di Parigi, e dei suoi due diaconi disegnati dallo stilista Jean-Charles de Castelbajac?

Perché in Francia, la terra della Rivoluzione, la dottrina delle nostre «élite» vuole che i gioielli del nostro patrimonio architettonico siano riempiti con gli esempi più economici e volgari dell’arte contemporanea. È così che, da molti anni, Parigi – il Palais-Royal, i cortili del Musée du Louvre, place Vendôme, place du Panthéon, il Champ-de-Mars eccetera – viene sistematicamente deturpata da oggetti che vengono messi lì, si può dire, per contaminare la città più bella del mondo. Riuscite a immaginare simili sacrilegi estetici nel centro storico di Roma o di Venezia? Ebbene, nella Cathédrale Notre-Dame di Parigi è il nostro Arcivescovo metropolita a vestirsi di verde, bianco, rosso e blu per questa triste azione, anche se le sacrestie della cattedrale contengono tesori di primaria importanza, tra cui ornamenti gotici ottocenteschi di eccezionale qualità.

Vi prego di scusare la mia rabbia. Potrei infatti limitarmi a lamentare la piattezza e l’indigenza della nuova liturgia imposta alla nostra cattedrale, in mezzo alla quale, è vero, ci sono stati sprazzi di musica vocale e organistica. Ma ovviamente mancava crudelmente la liturgia che per tanto tempo aveva abitato la Cathédrale Notre-Dame di Parigi e l’aveva resa viva (si veda la Santa Messa pontificale di Natale celebrata dal card. Emmanuel Célestin Suhard, allora Arcivescovo metropolita di Parigi, nel 1948: QUI).

Dopo il Concilio Vaticano II, è vero, le è stato concesso di entrare nella cattedrale poche volte. Il 2 luglio 1988, giorno della pubblicazione della lettera apostolica Ecclesia Dei in forma di motu proprio, lo stesso card. Jean-Marie Lustiger, allora Arcivescovo metropolita di Parigi, celebrò una Santa Messa tradizionale nella Cathédrale Notre-Dame di Parigi, guidata da padre Henry de Villefranche, davanti a una folla gremita. Oppure, il 7 luglio 2017, una Santa Messa solenne è stata celebrata dal can. Marc Guelfucci per il decimo anniversario della lettera apostolica «motu proprio data» Summorum Pontificum. Ci sono state anche Sante Messe all’inizio del Pèlerinage de Pentecôte (da Parigi a Chartres), il sabato della vigilia di Pentecoste, fino a quando l’incendio ha fatto sì che queste Sante Messe fossero celebrate nella Église Saint-Sulpice di Parigi.

Ma la Santa Messa tradizionale avrà qualche possibilità di trovare spazio nella rinnovata Cathédrale Notre-Dame di Parigi? La lettre 1135 dell’associazione Paix Liturgique, datata 6 dicembre scorso [QUI; QUI su MiL: N.d.T.], riproponeva una proposta fatta dall’associazione Paix Liturgique due anni fa: riservare nella Cathédrale Notre-Dame di Parigi una cappella per il rito tradizionale, così come la Catedral Primada de Santa María di Toledo comprende una cappella dove si celebra l’antico rito mozarabico. Sarebbe infatti normale che la venerabile liturgia, utilizzata da tempo immemorabile e attualmente celebrata in oltre 450 luoghi di culto nel nostro Paese, fosse presente nel centro morale del Cattolicesimo francese.

Per il momento, così come i fedeli cattolici di Parigi, il giorno della riapertura dell’edificio, sono rimasti fuori, sul sagrato, fino a notte fonda, mentre i grandi e i buoni del mondo si congratulavano nella navata centrale, così anche noi, veglianti del rito romano tradizionale perseguitato, recitano il Santo Rosario sul marciapiede davanti all’Arcivescovado (10 rue du Cloître-Notre-Dame), dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, mentre nell’Église Saint-Georges di La Villette (114 av. Simon Bolivar, XIXe), altri veglianti la recitano il mercoledì alle ore 17:00, mentre davanti all’Église Notre-Dame-du-Travail (59 rue Vercingétorix, XIVe), la recitano la domenica alle ore 18:15.

Ma non resteremo fuori per sempre…

Echos de Veilles: Un passante si ferma: «Avete ragione a chiedere il mantenimento della liturgia tradizionale a Parigi. Sono un fedele di Rambouillet, una comunità a cui è stata concessa una Santa Messa tradizionale domenicale al mese quasi quindici anni fa e a cui è stato promesso che, dopo un periodo di osservazione durante il quale si sarebbe potuta misurare la realtà e la fedeltà del nostro gruppo, ci sarebbe stata concessa una Santa Messa tradizionale domenicale più regolare. E dovete sapere che a quindici anni dalla nostra prima richiesta, la Diocesi di Chartres non ci ha concesso altre celebrazioni domenicali. So che alcuni giovani fedeli stanno pensando di iniziare una Santa Messa tradizionale settimanale davanti alla Chiesa e molti di noi li stanno incoraggiando a farlo, quindi ben venga la vostra costanza, soprattutto oggi che fa particolarmente freddo. Christus imperat!».

In unione di preghiera e amicizia.

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