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domenica 17 novembre 2024

Chiesa in crisi, sta perdendo fedeli a rotta di collo anche in Svizzera (così come in Germania, Francia e Italia)

Grazie a Franca Giansoldati per la diffusione di queste tristi notizie.
Tutta le Chiesa in Europa e in Usa che usa il "metodo Francesco" delle "porte aperte" e dell'abolizione della dottrina e della bella liturgia stanno andando allo sfascio. Curatori fallimentari di una "chiesa sinodale" in rovina.
Luigi C.

Franca Giansoldati, Il Messaggero, 16-11-24

Dopo la Germania e la Francia, dove è aumentata la disaffezione della gente verso la Chiesa cattolica per via della disastrosa gestione della crisi sugli abusi sessuali, si è aggiunta anche la Svizzera, anch'essa colpita dallo stesso fenomeno. Anche in questo caso va individuata alla radice la scarsa trasparenza dimostrata in questi anni: diversi i casi legati alla pedofilia, con insabbiamenti da parte dei vescovi e la tendenza generale a non difendere le vittime spesso silenziate ed emarginate dalle autorità ecclesiali.
Il presidente della Conferenza episcopale svizzera, monsignor Felix Gmur, davanti alle ultime statistiche sullo 'sbattezzo', le persone che affrontano le procedure burocratiche per lasciare la Chiesa, ha ammesso che si tratta di una disfatta. «Il numero di persone che se ne vanno è effettivamente molto alto. Sfortunatamente, questo era prevedibile dopo la pubblicazione dello studio pilota sugli abusi sessuali nella Chiesa», ha detto al portale Kath.ch.
Secondo le statistiche circa 67.500 fedeli in Svizzera hanno lasciato la Chiesa cattolica nel 2023, quasi il doppio rispetto all'anno precedente. La ragione principale è lo choc provocato dalla pubblicazione di uno studio dell'università di Zurigo nel settembre 2023, che ha provocato una vasta e profonda ondata reattiva. Più di 1.000 aggressioni sessuali sono state registrate negli ultimi decenni e, secondo gli esperti, sarebbe solo la punta dell'iceberg.

ANALISI

Il vescovo di Basilea Gmur analizza il quadro poco favorevole e accanto alla piaga degli abusi unisce anche la tendenza alla secolarizzazione. Nella società elvetica la fede cattolica non è più al centro della vita delle persone. Le giovani coppie non battezzano più i figli, non ci si sposa più in chiesa, e le stesse parrocchie si stanno svuotando. «L'ambiente della Chiesa cattolica sta cambiando rapidamente, è come se si stesse disintegrando. L'attaccamento è in declino, la fede non gioca più un ruolo nella vita quotidiana di molte persone, e quindi la fede non viene più tramandata in famiglia. La chiesa continua a ridursi; e sfortunatamente, dobbiamo ammetterlo, questa è una tendenza che non può essere fermata».

In Belgio - dove la Chiesa sta perdendo fedeli a rotta di collo - ultimamente ha registrato un ulteriore picco di abbandoni a causa delle parole del Papa sull'aborto (definito un omicidio) e sui medici che lo praticano (definiti dei sicari) . La protesta non si è fatta attendere. Oltre 500 fedeli hanno intrapreso le pratiche burocratiche per essere sbattezzati all'indomani della sua visita a Bruxelles. Una reazione immediata e inaspettata, almeno con queste proporzioni, che ha colto di sorpresa persino l'episcopato locale.

In questi giorni in Germania il cardinale di Monaco, Reinhard Marx – uno dei principali collaboratori di Papa Francesco – rifletteva pubblicamente sulle difficoltà riscontrate dalla Chiesa. Gli abbandoni continui e massicci di persone che si sbattezzano (circa 200 mila l'anno) si ripercuotono direttamente sulle entrate fiscali determinando una diminuzione delle risorse disponibili da usare per scopi sociali, umanitari, caritativi, pastorali. L'arcivescovo di Monaco ha ammesso che il processo di perdita non è destinato a fermarsi nei prossimi anni.

E in Italia? I sociologi ormai parlano di calo consistente, drastica diminuzione, declino accelerato. Il trend negativo è avviato da decenni e la situazione mostra un punto di non ritorno. Luca Diotallevi in un libro intitolato "La messa è sbiadita" (Rubettino, 117 pagine, 13 euro) parla di «sbiadimento dei riti religiosi» poiché coinvolgono «una quota sempre minore di popolazione italiana. La fede «ha una influenza statisticamente rilevabile assai circoscritta e debole (quanto ormai nulla) sui comportamenti dichiarati di coloro che si definiscono praticanti regolari», ovvero coloro che vanno a messa con una certa regolarità e si affidano ai sacramenti, trasmettendo la fede ai figli. Si tratta di un fenomeno complesso, certamente non nuovo, che si è consolidato col tempo e che a partire dal lockdown - con la decisione della Cei di diffondere le messe non in presenza, utilizzando i social - si è poi stabilizzato. In pratica lo sdoganamento delle messe in tv avrebbe accelerato un processo in fieri che, a guardare le statistiche e le prospettive degli esperti, sembrerebbe di non ritorno.