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domenica 15 settembre 2024

La chiave del successo della 4ª Peregrinación Nuestra Señora de la Cristiandad - España: l’eroico attaccamento filiale alla Chiesa e alla Tradizione

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1098 pubblicata da Paix Liturgique il 12 settembre, in cui l’organizzatore Pedro Cortés de la Vega – sotto forma di intervista –  racconta la straordinaria esperienza della 4ª Peregrinación Nuestra Señora de la Cristiandad - España, il pellegrinaggio da Oviedo a Covadonga che quest’anno – nonostante il (o forse anche grazie al) divieto giunto dal Vaticano di celebrare la Santa Messa finale nella Basílica de Santa María la Real di Covadonga – ha visto la partecipazione di milleseicento giovani pellegrini.
È un racconto vivo ed avvincente, reso ancora più entusiasmante dalle tante belle fotografie che lo corredano e che – riprendendo l’omelia pronunciata da mons. Marco Agostini, Cerimoniere pontificio – richiama l’immagine della Reconquista ed ai pellegrini «non ci manca né il coraggio né l’entusiasmo per servire il nostro padrone, Cristo Re».

L.V.


Il 27, 28 e 29 luglio si è svolta in Spagna la 4ª Peregrinación Nuestra Señora de la Cristiandad - España (da Oviedo a Covadonga) organizzata dall’associazione Nuestra Señora de la Cristiandad - España. Questa associazione ha lanciato il suo primo pellegrinaggio nel 2021, ispirato al Pèlerinage de Pentecôte (da Parigi a Chartres). Fin dall’inizio è stato un grande successo, con oltre quattrocento pellegrini. L’edizione del 2022 ha superato ogni aspettativa, riunendo mille pellegrini. L’anno scorso l’evento ha attirato milleduecento pellegrini, mentre il pellegrinaggio del 2024 ne ha attirati più di milleseicento! Si tratta di un numero quattro volte superiore a quello della prima edizione. Abbiamo chiesto al nostro amico Pedro Cortés de la Vega di dirci di più.


Caro Pedro, sei tornato a parlarci della 4ª Peregrinación Nuestra Señora de la Cristiandad - España. Cosa ci puoi dire a riguardo?

Pedro Cortés de la Vega: Innanzitutto, non voglio annoiare i vostri lettori ripetendomi. Per questo invito chiunque voglia saperne di più sulla storia e sulle motivazioni del nostro pellegrinaggio a leggere la lettre 949 [QUI; QUI: N.d.T.], che avete pubblicato un anno fa e nella quale mi avete posto molte domande sulla sua storia e sulle nostre motivazioni. Oggi mi concentrerò sul nostro pellegrinaggio del 2024, che è stato semplicemente magnifico.


Qual è stato il percorso?

Pedro Cortés de la Vega: Il percorso, tra la Santa Iglesia Basílica Catedral Metropolitana de San Salvador di Oviedo e la Basílica de Santa María la Real di Covadonga, è di 96 chilometri, coperti in due giorni e mezzo. Come di consueto, i pellegrini si sono riuniti nella Cattedrale di Oviedo, dove mons. Jesús Sanz Montes O.F.M., Arcivescovo metropolita di Oviedo, ha benedetto i pellegrini all’inizio del cammino. Prima ha rivolto ai pellegrini alcune parole di incoraggiamento, tra cui questa frase: «Non lasciatevi scoraggiare dalle prove in cui la vostra appartenenza filiale alla Santa Madre Chiesa diventa difficile e persino eroica».


Coraggioso, date le circostanze.

Pedro Cortés de la Vega: Questa dichiarazione era, in effetti, del tutto pertinente alla luce delle circostanze. Innanzitutto perché chi ama la Santa Messa tradizionale vede sempre messa alla prova la propria appartenenza filiale alla Chiesa. Le continue persecuzioni che subiscono per mano delle autorità ecclesiastiche fanno sì che alcuni di loro dubitino di essere veramente membri a pieno titolo della Chiesa. Continuare a considerarsi figli della Chiesa dopo tutto quello che è successo è davvero qualcosa di difficile ed eroico.


A questo punto?

Pedro Cortés de la Vega: In realtà, ricordando che due settimane prima dell’inizio del pellegrinaggio di quest’anno, l’Arcidiocesi di Oviedo ha informato gli organizzatori del pellegrinaggio che la Santa Sede aveva proibito che la Santa Messa tradizionale conclusiva del pellegrinaggio fosse celebrata all’interno della Basílica de Santa María la Real di Covadonga, meta finale del nostro pellegrinaggio. Questo divieto è il risultato di una domanda posta a Roma dall’Arcidiocesi stessa o è il risultato di un’iniziativa del Dicastero per il Culto divino e la Disciplina dei sacramenti? Comunque sia, le parole di mons. Jesús Sanz Montes O.F.M.si applicano perfettamente a ciò che i pellegrini hanno vissuto in quel luogo.


Ma questo ha avuto conseguenze negative per il pellegrinaggio?

Pedro Cortés de la Vega: Non proprio, perché sebbene la maggior parte dei nostri amici sia rimasta profondamente scioccata da una decisione così discriminatoria, il divieto ha generato un movimento di simpatia a nostro favore. Anzi, credo che questo sia il motivo principale per cui quest’anno abbiamo avuto milleseicento pellegrini, cioè quattro volte di più rispetto al primo pellegrinaggio. Siamo convinti che se questa persecuzione continuerà, l’anno prossimo saremo ancora più numerosi. Perché, come mi ha detto un gruppo di pellegrini di Madrid, «la nostra partecipazione alla Peregrinación Nuestra Señora de la Cristiandad - España è, in un certo senso, la nostra partecipazione al movimento sinodale… che non dovrebbe riguardare solo gli attori designati». Non hanno torto, perché stiamo per diventare il più grande pellegrinaggio di giovani in Spagna, ed è un buon modo di intervenire attraverso la preghiera nel processo di consultazione dei desideri dei laici.


Ma chi erano i vostri pellegrini?

Pedro Cortés de la Vega: Il pellegrinaggio era composto da trentadue capitoli, la maggior parte dei quali spagnoli. Ma c’erano anche otto capitoli stranieri provenienti da Francia, Portogallo, Messico, Paesi Bassi, Regno Unito e altri Paesi. Anche il numero di stranieri ha battuto ogni record. Data la pubblicità che ha avuto il divieto di celebrare la Santa Messa nella Basílica de Santa María la Real di Covadonga e le ripercussioni che ha avuto nel mondo cattolico tradizionale, si spera che l’anno prossimo molti più pellegrini vengano da fuori della Spagna. In ogni caso, il numero di milleseicento pellegrini è eccezionale e rappresenta una buona risposta agli attacchi quasi patetici dei nemici dell’unità e della Tradizione!


L’emergere dei giovani Cattolici spagnoli…

Pedro Cortés de la Vega: La grande maggioranza dei partecipanti aveva meno di trent’anni, il che conferma ancora una volta che la Tradizione è giovane. E che la Tradizione è sempre più viva nella Chiesa cattolica spagnola!


Cosa succede durante il pellegrinaggio?

Pedro Cortés de la Vega: Durante tutto il percorso, i pellegrini non hanno mai smesso di recitare il Santo Rosario e di cantare. L’atmosfera di preghiera era palpabile. La prima sera c’è stata l’adorazione del Santissimo Sacramento dopo cena. La seconda sera non c’è stata l’esposizione del Santissimo Sacramento, ma c’era una tenda aperta con un tabernacolo, così molti pellegrini si sono riuniti per adorare il loro Signore in ginocchio.


Vi ha accompagnato qualche sacerdote?

Pedro Cortés de la Vega: Sì, circa cinquanta sacerdoti erano presenti per confessare e pregare con noi. Nei bivacchi c’erano luoghi in cui venivano allestiti altari per celebrare Sante Messe private. Merita una menzione speciale la presenza costante dei chierichetti, spesso giovani e sempre pronti a servire la Santa Messa. Le tre Sante Messe principali del pellegrinaggio, tutte celebrate solennemente con diacono e suddiacono, sono state tutte celebrate all’aperto.


Con un coro?

Pedro Cortés de la Vega: È stato un piccolo miracolo, anzi un grande miracolo, perché il magnifico coro si è formato durante il pellegrinaggio stesso. Era di altissimo livello e ha contribuito alla sacralità e alla bellezza delle celebrazioni.


Tutto questo richiede una grande organizzazione.

Pedro Cortés de la Vega: Soprattutto un gran numero di volontari, che quest’anno sono stati oltre duecento.


E la cerimonia finale a Covadonga?

Pedro Cortés de la Vega: Quando siamo arrivati a Covadonga, la Basilica si è riempita rapidamente. È stata poi pronunciata un’omelia da mons. Marco Agostini, Cerimoniere pontificio e funzionario della Segreteria di Stato, giunto appositamente da Roma per sostenere il nostro pellegrinaggio. Il sermone si è concentrato sulla storia del luogo in cui, nel 718, don Pelayo, Principe delle Asturie, iniziò a respingere i Saraceni. Questo movimento fu all’origine della riconquista della penisola iberica da parte della fede cattolica. Mons. Marco Agostini ha anche sottolineato i principi e l’importanza della cavalleria. Dopo il suo sermone nella Basílica de Santa María la Real di Covadonga, è stato esposto il Santissimo Sacramento e sono state recitate una serie di preghiere. Infine, è stato cantato un solenne Te Deum in ringraziamento per il successo della quarta edizione di questo pellegrinaggio.


Mons. Marco Agostini ha potuto celebrare la Santa Messa?

Pedro Cortés de la Vega: Sì, ma non nella Basílica de Santa María la Real di Covadonga, perché ci era stato proibito. Quindi ha celebrato all’aperto alle ore 6:30 del mattino, nell’ultimo accampamento dove avevano dormito i pellegrini.


Allora, siete pronti a ripartire?

Pedro Cortés de la Vega: Se Dio vuole, come per la Reconquista, ci stiamo già preparando per il pellegrinaggio del 2025, ma non ci manca né il coraggio né l’entusiasmo per servire il nostro padrone, Cristo Re. Viva Cristo Re!

3 commenti:

  1. è il classico boomerang. BEN VENGA.Un altro BOOMERANG che potrebbe far riflettere le autorità vaticane è un brusco calo dell' 8x1000 alla chiesa cattolica

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    1. Viva Cristo Re❤️Il Redentore dell'umanità

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  2. Cosa c’è di eroico nell’ignorare le indicazioni dei legittimi pastori della Chiesa?

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