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giovedì 20 giugno 2024

Metafisica del capitalismo e magnificenza del cattolicesimo. Il contributo di Werner Sombart all’Occidente

Venti di conservatorismo soffiano sull’Occidente: i risultati delle ultime elezioni europee, le 18mila presenze al cammino di Chartres e le manovre per il ritorno di Trump negli Stati Uniti ne sono chiari indicatori. Tanto che ricominciano a girare opere come la Metafisica del Capitalismo di Werner Sombart, il sociologo ed economista tedesco che ci ha lasciato un’impronta indelebile con le sue tesi audaci e provocatorie. Nato socialista e morto nazista, marxiano ma non marxista, si deve a Sombart la nascita della parola capitalismo, come anche uno degli studi più approfonditi sul ruolo dei cattolici nell’affermazione della borghesia e dell’economia di mercato. In antitesi a Max Weber, Sombart riequilibra la narrativa storica, troppo dominata da una prospettiva protestante, per affermare l'importante contributo del cattolicesimo alla formazione delle basi economiche, sociali e culturali delle nazioni occidentali. Nazioni che mai come in questo momento rivendicano – dal basso e in opposizione al mainstream – le proprie radici, la propria identità.

Capitalismo ed etica cattolica
Una delle tesi centrali di Sombart riguarda l'influenza positiva del cattolicesimo sull’etica economica occidentale. In opposizione alla prevalente rappresentazione che attribuisce il successo del capitalismo esclusivamente al protestantesimo, Sombart sostiene che il cattolicesimo abbia giocato un ruolo fondamentale nella promozione di valori come la frugalità, l'onestà e la responsabilità, terreno fertile sul quale ha poi attecchito il capitalismo. Gli insegnamenti della filosofia scolastica sulla legge naturale hanno fornito una base morale solida per l’attività economica, influenzando positivamente la mentalità imprenditoriale e il comportamento finanziario nella società occidentale.

Magnificenza e cultura cattolica
Sombart esplora anche il contributo del cattolicesimo alla cultura occidentale attraverso la promozione della magnificenza in tutte le sue espressioni. Contrariamente alla sobrietà puritana protestante, il cattolicesimo ha celebrato la bellezza estetica e l'espressione artistica come parte integrante della vita cristiana. Una prospettiva che ha contribuito alla formazione di una cultura visiva e architettonica ricca e diversificata, e che ha reso l'Occidente un faro di creatività e innovazione artistica nel mondo. La magnificenza cattolica si manifestava non solo nelle maestose cattedrali gotiche e nelle sontuose dimore aristocratiche, ma anche nella musica che risuonava nelle chiese e nelle opere d’arte sacra che adornavano le residenze private. Un uso creativo di simbolismo e iconografia nell'arte cattolica che ha trasmesso insegnamenti religiosi e morali attraverso forme visive accessibili e suggestive.

Bene spirituale e bene materiale
Un altro punto chiave della visione di Sombart è l'equilibrio tra il benessere spirituale e materiale promosso dal cattolicesimo. Mentre il protestantesimo tendeva a enfatizzare il successo economico come segno di favoritismo divino, il cattolicesimo ha integrato la cura per l’anima con il benessere della comunità e la giustizia sociale. Questo approccio più equilibrato ha contribuito a mitigare le disuguaglianze sociali e a promuovere una visione più umanistica del progresso economico nell'Occidente cattolico. Quello che poi nei secoli successivi costituirà il welfare nei moderni stati secolarizzati. Sombart sottolinea anche la capacità del mondo cattolico nell'affrontare sfide storiche e culturali. Nonostante periodi di crisi e cambiamento, il cattolicesimo ha dimostrato di sapersi adattare e influenzare positivamente la storia occidentale. La Chiesa, come le università e le opere di carità, hanno svolto un ruolo cruciale nel promuovere l’educazione, la solidarietà sociale e lo sviluppo umano, contribuendo così alla stabilità e alla coesione delle società occidentali.


Roberto
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2 commenti:

  1. Poi c’è da vedere a che costo è stata raggiunta questa “magnificenza”. Sembra non se ne parli mai.

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  2. Interessante il rapporto tra la comprensione della storia economica, ricondotta alle sue radici medioevali, e il progressismo, inteso come fiducia nell'evoluzione e nell'innovazione. Questo articolo mi ha ricordato il dibattito sulla "creative destruction" che negli anni '90 ha portato molta attenzione su Schumpeter. Schumpeter è stato spesso visto come il profeta dei cicli di alti e bassi dei mercati, e come un teorico che giustificava queste dinamiche come ineluttabili, quasi come leggi fisiche naturali. Tuttavia, in realtà, è stato Sombart il primo a introdurre in Occidente il termine "creative destruction", prendendolo in prestito dalla filosofia indiana, in particolare dal concetto di "Saṃhāra".

    Saṃhāra (la dissoluzione degli esseri e del mondo, che conduce alla rigenerazione e al rinnovamento) è strettamente legato al concetto di moksha o liberazione. In questo contesto, la distruzione è vista come una fase necessaria per liberarsi dai vincoli della materia e dalle illusioni del mondo materiale. È probabile che l'interesse di Sombart per la religione lo abbia portato a leggere le opere degli orientalisti e le traduzioni che, all'epoca, erano frequentemente discusse negli ambienti accademici e intellettuali dell'Occidente.

    Quando una persona con una visione così ampia parla di progresso e innovazione, può trattarsi di un'analisi formale del cambiamento, basata su dati misurabili (come ha fatto Schumpeter), o di un riferimento ai miglioramenti temporanei nelle cause della sofferenza umana (fame, povertà, malattie). In un senso più alto e generale, si può anche fare riferimento all'avanzamento di uno stato negativo e inesorabile, la cui accelerazione potrebbe presagire l'avvento di una nuova era con la fine di quella precedente, pur concedendo spazio ad aree di mitigazione degli effetti collaterali.

    Le zone di influenza benefica, come i tentativi di economia programmata, possono offrire risultati concreti, estendibili, in teoria, anche a un'intera nazione, seppur per un tempo limitato e con benefici solo come "eccezione che conferma la regola". La marcia inesorabile del capitalismo finanziario è una forza che si può percepire attraverso numeri e analisi. Questa rappresenta la "solidificazione del mondo", nonostante il discorso attuale su liquidità e digitale. La capacità di gestire con prudenza e saggezza questa forza è essenziale non solo per governarla, ma anche per rimanere immuni dalle sue seducenti e illusorie prerogative, come l'ideologia del materialismo storico, che inverte il ruolo metafisico delle cause sulla manifestazione.

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