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lunedì 22 aprile 2024

Piena libertà per la liturgia tradizionale


Renaissance Catholique, l’importante sito tradì francese diretto da Jean-Pierre Maugendre, diffonde oggi in varie lingue l’appello che trovate in calce. Ci è stato chiesto di pubblicarne la versione italiana, e lo facciamo volentieri: è un gradito riconoscimento del ruolo che giochiamo nella blogosfera cattolica nazionale e internazionale.

Come leggerete al termine dell’appello, esso «non è una petizione da firmare, ma un messaggio da diffondere, eventualmente da riprendere in qualsiasi forma sembri opportuna, e da portare a conoscenza ed illustrare ai cardinali, vescovi e prelati della Chiesa universale»: un appello aperto ai commenti e alle riflessioni di tutti.

Vogliamo dunque aggiungere qualche nostra considerazione: a noi pare che questo appello vada letto come un coraggioso rilancio, con cui, a fronte dei tanti e rinnovati tentativi di sopprimere la Liturgia Tradizionale, i fedeli non si limitano a invocare il ripristino della situazione anteriore a Traditionis Custodes (anche se, per quanto spesso boicottato e applicato restrittivamente, il Motu Proprio Summorum Pontificum, con il suo "numquam abrogatam", ha segnato un punto di svolta irrinunciabile), ma chiedono addirittura – e giustamente! – di più: che a questo universo liturgico, che «gode di un diritto più che millenario», sia lasciata, senza limiti giuridici, piena e incondizionata libertà, «con il libero uso di tutti i suoi libri, in modo che, senza ostacoli, nel rito latino, tutti i fedeli possano beneficiarne e tutti i chierici possano celebrarla». Ci sembra un’ottima risposta a chi vorrebbe rinchiuderci nel ghetto dei fedeli di serie B; risposta che si pone in linea con quanto notava pochi giorni fa il Card. Burke, intervistato da Fede e Cultura (ved. qui): anche dopo Traditionis custodes, la diffusione e l’amore per la liturgia tradizionale sono ovunque in crescita costante e inarrestabile.

Enrico Roccagiachini

Lutetiae parisiorum, die XXI mensis aprilis, dominica III post Pascha 
Campagna internazionale per la piena libertà della liturgia tradizionale

Essere cattolici nel 2024 non è facile. In Occidente continua una massiccia scristianizzazione, tanto che il cattolicesimo sembra scomparire dalla scena pubblica. D’altra parte, il numero dei cristiani perseguitati per la loro fede continua a crescere. Per di più, la Chiesa sembra essere colpita da una crisi interna, che si riflette in un declino della pratica religiosa, in un calo delle vocazioni sacerdotali e religiose, in una minore pratica sacramentale e persino in dissensi tra sacerdoti, vescovi e cardinali, che ieri sarebbero stati impensabili. Ebbene: tra gli elementi che possono contribuire alla rinascita interna della Chiesa e alla ripresa del suo sviluppo missionario, c'è innanzitutto la celebrazione santa e dignitosa della sua liturgia, alla quale l'esempio e la presenza della liturgia romana tradizionale possono dare un potente aiuto.

Nonostante tutti i tentativi che sono stati fatti per eliminarla, soprattutto durante l'attuale pontificato, la liturgia tradizionale continua a vivere, a diffondersi, a santificare il popolo cristiano che la pratica. Produce evidenti frutti di pietà, vocazioni e conversioni. Attira i giovani, è all’origine della fioritura di molte opere, soprattutto scolastiche, e si accompagna ad un solido insegnamento catechistico.

Nessuno può negare che essa sia un vettore di conservazione e di trasmissione della fede e della pratica religiosa in un periodo di indebolimento del credere e di emorragia dei credenti. Questa messa, in virtù della sua venerabile antichità può vantarsi di aver santificato tante anime nel corso dei secoli. In seno ad altre forze vive che ancora si manifestano nella Chiesa, questa forma di vita cultuale attira l'attenzione per la salda struttura conferitale dalla continuità della lex orandi.

Certo, quando le è stato dato un qualche spazio vitale, o meglio lo si è tollerato, si è troppo spesso ripreso con una mano ciò era stato concesso con l'altra; tuttavia, senza riuscire a farla scomparire.

A partire dalla grande depressione verificatasi subito dopo il Concilio, si è tentato a più riprese di far rivivere la pratica religiosa, di aumentare il numero delle vocazioni sacerdotali e religiose e di preservare la fede del popolo cristiano: tutto, tranne che permettere "l'esperienza della tradizione", e dare una possibilità alla cosiddetta liturgia tridentina. Tuttavia, oggi il buon senso ci richiede urgentemente di permettere a tutte le forze vive della Chiesa di vivere e prosperare, e in particolare a questa, che gode di un diritto più che millenario.

Intendiamoci: questo appello non è la richiesta di nuova tolleranza, come nel 1984 o nel 1988, e nemmeno del ripristino dello status concesso nel 2007 dal Motu Proprio Summorum Pontificum, che in linea di principio riconosceva un diritto, ma di fatto è stato ridotto a un sistema di permessi concessi con parsimonia.

Da semplici laici, non spetta a noi giudicare il Concilio Vaticano II, la sua continuità o discontinuità con l'insegnamento precedente della Chiesa, la validità o meno delle riforme che ne sono scaturite, e così via. D'altra parte, dobbiamo difendere e trasmettere gli strumenti con cui la Provvidenza ha permesso a un numero crescente di cattolici di mantenere la fede, di progredire in essa o di scoprirla. In ciò, la trascendenza, la bellezza, l'atemporalità e la certezza dottrinale della liturgia tradizionale giocano un ruolo essenziale. Per questo chiediamo semplicemente, in nome della vera libertà dei figli di Dio nella Chiesa, che venga riconosciuta la piena e completa libertà della liturgia tradizionale, con il libero uso di tutti i suoi libri, in modo che, senza ostacoli, nel rito latino, tutti i fedeli possano beneficiarne e tutti i chierici possano celebrarla.

Jean-Pierre Maugendre, Direttore Generale di Renaissance Catholique, Parigi

(Testo tradotto e distribuito in olandese, inglese, francese, tedesco, italiano, portoghese e spagnolo) 
Questo appello non è una petizione da firmare, ma un messaggio da diffondere, eventualmente da riprendere in qualsiasi forma sembri opportuna, e da portare a conoscenza ed illustrare ai cardinali, vescovi e prelati della Chiesa universale. Renaissance Catholique ha avviato questa campagna unicamente per farsi portavoce di un desiderio diffuso in tutto il mondo cattolico. Questa campagna non è sua, ma di tutti coloro che vi prenderanno parte, la trasmetteranno e la amplificheranno, ciascuno a suo modo.

1 commento:

  1. Se non possiamo giudicare(formulare un giudizio di valore, un'opinione su qualcosa dopo attenta valutazione) il Vaticano II, perché possiamo farlo con Traditionis Custodes? Semplice curiosita

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