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lunedì 22 aprile 2024

Il sacerdote deve essere tutto di Gesù

Belle riflessioni per i nostri lettori sacerdoti e religiosi.
Luigi


Il Cammino dei Tre Sentieri, 29 FEBBRAIO 2024

Rubrica a cura di Corrado Gnerre, di don Vincenzo Cuomo (La Santa Messa e il Sacerdote)

Gesù è misteriosamente, ma veramente, presente nel Sacerdote.

Il Sacerdote deve prendere sempre più coscienza di questa realtà che sperimenterà per opera dello Spirito Santo e con la soave e materna opera di Maria, ma solo se diverrà sempre più l’uomo della preghiera. Farà la stessa esperienza di san Paolo: “Non sono più io che vivo, ma Cristo vive in me!” Ecco alcune realtà da vivere.

Le mani del Sacerdote sono le mani di Gesù: mani aperte a diffondere i doni di Gesù nei contatti quotidiani con i fedeli nell’esercizio delle opere di misericordia. Mani aperte nel donare le ricchezze della Grazia nei gesti rituali e sacramentali. Mani aperte e stese sulla croce e inchiodate nel rinnegare se stessi per essere consumati dai fedeli. Mani crocifisse che salvano il mondo. Mani aperte piuttosto nel dare che stese per ricevere!

Gli occhi del Sacerdote sono gli occhi di Gesù: occhi che cercano il volto del Signore! Vultuum, Domine, requiram. Occhi come raggi di sole che arrivano anche al fango e alle sozzure, ma non si sporcano. Occhi in cui brilla la Misericordia di Gesù e di Maria. Occhi specchio di un cuore pur, limpido, pieno di carità, di gaudio e di pace. E’ da questo tesoro del cuore cristificato che egli deve attingere a piene mani per dare, dare, dare non se stesso, ma Gesù!

Il cuore del sacerdote è il Cuore di Gesù: Egli deve poter dire, come Gesù: “imparate da me che sono mite ed umile di cuore!”. Cuore che palpita di un solo amore: amore fedele, generoso, totale, indiviso e bruciante per Gesù e per Maria. Cuore, perciò, che ama i fedeli tutti indistintamente e solamente per Dio. Il Sacerdote deve essere in tal modo Gesù da poter dire con tutta verità quello che Gesù diceva ai farisei: “Voi siete di quaggiù, io sono di lassù… Voi siete di questo mondo, io non sono di questo mondo!” (Giovanni 8,23).

La bocca del Sacerdote è la bocca di Gesù: labbra che si schiudono solo per lodare il Signore, per esaltare le sue meraviglie davanti al mondo. Labbra sacerdotali che benedicono, che consacrano, che pregano. La bocca del Sacerdote deve aprirsi solo per parlare di Dio, per insegnare le cose di Dio, per parlare con Dio. Ecco, in sintesi, un programma: il Sacerdote è nel mondo, non è del mondo, è per il mondo! E’ compito delle anime consacrate pregare e offrire sacrifici affinché tutti i Sacerdoti siano davvero del proprio essere Cristo in terra e siano santi!

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