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lunedì 26 febbraio 2024

I frutti della Chiesa in "uscita": "Messe domenicali, offerte a picco i parroci costretti a tagliare le spese"

Se continua questa "Chiesa in uscita" e "sinodale" voluta da Francesco, non rimarrà più un solo fedele.
Luigi


Fulvio Fenzo, Il Gazzettino, 18 Febbraio 2024 

MESTRE - Le messe? Sempre meno frequentate, e non è una novità. Ma nelle chiese si inizia anche a fare i conti delle offerte che servono al sostentamento delle parrocchie, e che sono precipitate rispetto al passato. Perché, se è vero che l'imminente visita del Papa ha di sicuro riportato l'entusiasmo nella Chiesa veneziana, ciò non basta ad aiutare i parroci alle prese - come tutti - con i problemi quotidiani. A partire dal pagamento delle bollette.
A rompere il silenzio è don Roberto Trevisiol, sacerdote di San Giorgio a Chirignago che, sul bollettino parrocchiale, risponde direttamente alla lettera di un volontario della chiesa che di domenica raccoglie le offerte durante la messa. «Mi sembra che con il passare dei mesi le offerte diminuiscano e anche in maniera consistente» scrive il parrocchiano, con don Roberto che non si tira indietro: «Segreti non ne abbiamo. Se fino a qualche anno fa durante le messe domenicali raccoglievamo 1.100 euro (poco più, poco meno), adesso difficilmente arriviamo agli 800.
Le offerte domenicali sono diminuite, e anche di molto, e questo dipende soprattutto dalla diminuzione delle persone che vengono alla messa».E don Roberto elenca tre cause: «C'è la crisi della fede che ha colpito tutto l'occidente e, secondo, il Covid che ha aperto una strada nuova per tante persone, soprattutto anziane, facendo scoprire la messa in televisione. E chi sta a casa, naturalmente, non deposita la sua offerta nella borsa che gira». E c'è poi la denatalità: «Quando avevamo classi da 50-60 bambini e ragazzi c'era un numero di genitori e parenti proporzionato, anche 700 persone alla messa delle 9.30. Siamo passati in pochissimi anni da classi numerosissime a quelle attuali che contano 27-30 bambini. E meno persone, meno offerte».

SPESE ALTE

Vallo a dire a don Marco Scaggiante, parroco di via Piave. «Noi siamo ben al di sotto di quelle cifre... - allarga le braccia - Se alla nostra parrocchia fanno riferimento settemila abitanti, di fatto almeno tremila sono stranieri che non frequentano la chiesa. Quanto arriva dalle offerte? L'altra domenica 368 euro, ma la media è di 350 euro perché, come nel novembre scorso, arrivavamo appena a 330 euro». E i costi da sostenere sono alti. «Ho appena visto le bollette di luce e gas del mese scorso - risponde don Marco -. Sono 1.800 euro, senza contare l'acqua, il che significa che ci vogliono 5-6 "domeniche" per coprire solo questa spesa. E sì che teniamo il riscaldamento al minimo, quel tanto che è necessario, e durante la settimana la messa si tiene nella cappellina». E non ci sono soldi per cambiare gli impianti o mettere i pannelli solari.
«È un problema comune per le parrocchie, effetto di una tendenza facilmente intuibile - commenta don Natalino Bonazza, parroco di San Giuseppe in viale San Marco e vicario foraneo di Mestre -. Il calo delle offerte è dovuto alla diminuzione delle presenze regolari durante le messe. E, visto che le parrocchie vivono di offerte, quelle più piccole non dispongono di risorse particolari, ma hanno spazi ugualmente grandi da riscaldare e mantenere. Le bollette viaggiano tutte sugli stessi livelli, ma va meglio per chi ha fatto scelte per ridurre i consumi. Noi a San Giuseppe abbiamo sostituito tutte le lampadine alogene con quelle a Led, che consumano un decimo, dal 2014. Non siamo più negli anni in cui "ce n'era per tutti"...».
«Piangere il morto? Ma quando mai - riprende don Roberto Trevisiol -. Adeguiamo le spese alle entrate, non abbiamo vizi o velleità, e crediamo nella Provvidenza che quando c'è bisogno sul serio non manca mai di aiutarci». Però, magari, oggi a messa qualcuno ci farà anche un pensierino.

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