Pagine

venerdì 5 gennaio 2024

Fiducia Supplicans, anche il latino è sbagliato? #fernández #francesco #fiduciasupplicans

Riceviamo dall'amico Sac. Prof. Roberto Spataro, sdb e pubblichiamo.
Anche in Vaticano forse dovrebbero ritornare al liceo a studiare.
Ad oggi molti vescovi hanno già dichiarato che non applicheranno il documento vaticano, lo vietano ai loro sacerdoti e rifiutano di impartire le benedizioni indicate dalla Fiducia Supplicans:
QUI l'elenco e QUI.
Luigi C.

Gentilissimo Dottore,

Con vivo compiacimento constato l’attenzione che Messa in latino sta dedicando alla recente dichiarazione rilasciata dal Dicastero presieduto da S.E. il Cardinal Fernández, intitolata Fiducia Supplicans.
Sul sito della Santa Sede il testo della suddetta Dichiarazione appare nelle principali lingue europee ma non in lingua latina. Ritengo che fino ad oggi non ne sia stata elaborata un’edizione in quella che fino a poco tempo fa si poteva considerare la lingua ufficiale della Curia Romana, il latino per l’appunto. In ogni caso, come per altri documenti non pubblicati in latino, in tale lingua è formulato il titolo, in ossequio a un’antica e venerabile tradizione, mutuato dalla traduzione delle prime parole del testo composto in una lingua europea.

Mi sia concesso, tuttavia, esprimere qualche perplessità sul titolo stesso.
La lingua latina molto raramente attribuisce a un’idea astratta (fiducia) un verbo appropriato a soggetti animati (supplicare). Anche l’uso del sostantivo latino fiducia non corrisponde pienamente alla parola italiana fiducia o a quella spagnola confianca. Considerando il contenuto della dichiarazione sarebbe stata idonea – sostengo pensoso –un’altra formulazione del titolo, quale, per esempio, “Spe supplicans” .. Dei plebs.

La progressiva scomparsa dell’uso della lingua latina, universale, immutabile e non volgare, secondo la definizione che ne diede San Giovanni XXIII; nella redazione dei documenti della Santa Sede, comporta anche altri aspetti problematici: il latino esprime in modo conciso e perspicuo i concetti, senza lasciare spazio ad ambiguità e incertezze. Soprattutto il latino della grande tradizione curiale, innervato su quello classico e arricchitosi lessicalmente per esprimere ogni novità della vita, non avrebbe tuttavia trovato, pur scavando nel suo amplissimus thesaurus, verba et iuncturae per formulare i concetti che si leggono al n. 31 della dichiarazione.

In conclusione, penso che i timori che uomini illustri e grandi Pontefici avevano espresso in passato, qualora si fosse abbandonato il latino per la pubblicazione di documenti rilevanti della Santa Sede, fossero ben fondati. Fiducia Supplicans è una dimostrazione evidente di tutto ciò.

In Iesu et Maria

Sac. Prof. Roberto Spataro, sdb

Segretario emerito della Pontificia Academia Latinitatis

3 commenti:

  1. Giustissimo! Peccato però che il successore di Giovanni XXIII ed il Concilio da lui voluto avviarono subito dopo un processo disastroso che ha portato alla scomparsa del latino dalla Chiesa! E col latino è scomparsa in molti anche la fede! E Fiducia Supplicans ne è la conferma!! Sbagliata in tutto! Anche nel titolo!! E soprattutto nei contenuti!!!

    RispondiElimina
  2. Lo sfacelo della Chiesa cattolica e' cominciato da due cose: l' abbandono del latino quale lingua ufficiale e il cambiamento radicale della Liturgia .
    Provate a pensare se per esempio un'
    altra religione, l' ebraismo, smettesse di insegnare l' ebraico come lingua ufficiale per leggere la Bibbia ai bambini e giovani ebrei.
    In pochi anni sarebbe lo sfacelo

    RispondiElimina
  3. Spataro carissimo, e chi vuole, oggi, " il latino che esprime in modo conciso e perspicuo i concetti, senza lasciare spazio ad ambiguità e incertezze." ?

    RispondiElimina