Da La testata di ieri, 29 dicembre, questo bell'editoriale del suo direttore, Silvio Brachetta.
NB: QUI l'elenco dei presuli, delle conferenze episcopali, ecc., che si oppongono a Fiducia supplicans
Il benedizionismo fanatico e le maledizioni di san Francesco d’Assisidi Silvio BrachettaQuando c’è un castello infestato dai fantasmi, che si fa? Si chiama l’esorcista e si fa benedire il castello. Tutto qui. Sì, ma a quali condizioni? Che il castellano e la castellana siano terrorizzati dai fantasmi. Se il castellano e la castellana amassero i fantasmi, perché mai l’esorcista li dovrebbe scacciare?Qualche giorno fa – per la prima volta nella storia della Chiesa – il Papa ha permesso la benedizione di persone che amano i fantasmi, gli spettri e i demoni. Nella dichiarazione di Tucho Fernández (controfirmata da Bergoglio) c’è qualcosa di folle, ovvero si esorcizza qualcuno senza pretendere che il demonio lasci immediatamente il corpo della vittima.Ma perché dico esorcismo e non benedizione? Perché l’esorcismo altro non è che una serie di preghiere e di benedizioni, con l’ausilio dei sacramentali (sale, acqua benedetti). E dunque si può – anzi, si deve – benedire l’adultero o il sodomita, ma per esorcizzarne il peccato mortale e il relativo demonio che l’ha fomentato. Beninteso: esorcizzare all’istante, non a scoppio ritardato.E invece no. All’adultero e al sodomita Tucho Fernández permette l’impenitenza. Ma il pentimento è condizione essenziale per ogni benedizione – quanto ai sacramentali – e per ogni assoluzione – quanto ai sacramenti. Altrimenti siamo nel caso di benedizionismo fanatico. Dinnanzi al sacerdote che benedice o che assolve, noi c’inginocchiamo in segno di pentimento e confessiamo di «fuggire le occasioni prossime di peccato». Le «occasioni prossime», non le «occasioni remote».È insomma vero che la conversione è un processo lento (e a volte lentissimo), ma la risoluzione di abbandonare il male dev’essere immediata, per quanto i risultati effettivi possano essere deludenti. La paura dei fantasmi è immediata. Allo stesso modo dev’essere immediata la paura dell’inferno (o il rimorso di avere offeso Dio), senza i quali ogni benedizione non solo è inutile, ma diventa grottesca e sacrilega. È assai facile passare dalla consacrazione e dalla benedizione al sacrilegio.Se poi ci dovessimo chiedere che succede quando, al posto del pentimento, c’è l’ostinazione e l’impenitenza, non c’è che da leggere la Scrittura e l’esempio dei santi. Tra l’altro c’è la parola di san Paolo: «E se il nostro vangelo rimane velato, lo è per coloro che si perdono, ai quali il dio di questo mondo ha accecato la mente incredula, perché non vedano lo splendore del glorioso vangelo di Cristo che è immagine di Dio» (2Cor 4, 3-4). All’ostinazione, cioè, del cuore e della mente segue l’accecamento da parte del diavolo.San Francesco era solito benedire i penitenti, ma a volte ha maledetto gli ostinati. Ecco come san Bonaventura da Bagnoregio narra un fatto della vita del Poverello: «[…] quelli che violavano la santa Religione con opere malvagie, incorrevano nella sua condanna e nella sua tremenda maledizione: “Da te, o Signore santissimo, e da tutta la celeste curia e da me pure, tuo piccolino, siano maledetti coloro che, con il loro cattivo esempio, sconvolgono e distruggono quanto, per mezzo dei santi frati di quest’Ordine, hai edificato e non cessi di edificare”» (Legenda Maior, n. 1139).