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martedì 2 maggio 2023

Torino. Pro Vita Famiglia: sconcertati da iniziativa Lgbt in parrocchia e da silenzio del Vescovo

Riceviamo e pubblichiamo
QUI e sotto Civico20 sulla vicenda.
Cosa fa l'Arcivescovo, S. Ec. Rev. Mons. Roberto Repole (l'indirizzo mail di Monsignore è segreteria.arcivescovo@diocesi.to.it)?
Per certi preti, ribadiamo la domanda: se lo meritano l’otto per mille?
Luigi

Torino, 27 aprile 2023

«Siamo sconcertati e allarmati dall’iniziativa promossa, lo scorso 20 aprile, dalla parrocchia di Santa Maria Maggiore nel comune di Poirino, in provincia di Torino, dal tema “L’amore nelle sue forme ed espressioni: sessualità, emozioni, sentimenti. Lgbtq+, tra conoscenza e rispetto” con relatore il parroco don Domenico Cravero, “consulente in sessuologia”. Nonostante il condivisibile intento di promuovere una cultura del rispetto e della convivenza civile, lascia interdetti che una parrocchia si sia fatta promotrice di un evento riconducibile alla galassia Lgbtqia+ e dunque a quelle che sono le sue istanze ideologiche: gender, sessualità fluida, carriera alias e transizione di genere per i minori nelle scuole fino anche alla barbara pratica dell’utero in affitto. Ci lascia, però, ancor più sconcertati e sinceramente sorpresi il silenzio di monsignor Roberto Repole, arcivescovo di Torino, al quale ci siamo appellati con due lettere ufficiali, prima dello svolgimento dell’evento stesso. L’unica risposta avuta è stata quella che l’arcivescovo “è stato informato”, ma non abbiamo avuto ulteriori riscontri né il minimo impegno di un intervento che invece appariva coerente e doveroso. L’ideologia gender, portata avanti proprio dal mondo Lgbtqia+, è stata infatti più volte condannata da Papa Francesco nel corso del suo Pontificato. Un’ideologia che mira al sistematico smantellamento della famiglia naturale fondata da un uomo e una donna e del diritto di ogni bambino ad avere una mamma e un papà oltre che della libertà educativa di questi ultimi. Non vediamo quindi nessuna ragione plausibile per il mancato intervento dell’arcivescovo nel bloccare questa iniziativa». 
Così Toni Brandi, presidente di Pro Vita & Famiglia Onlus.

L'Arcidiocesi di Torino scivola sulla propaganda gender
Civico 20, Andrea Rovera, 30-4-23

Nei mesi scorsi ci siamo ampiamente occupati del fatto che l’Arcidiocesi di Torino ha avuto un atteggiamento quantomeno discutibile nei confronti di iniziative ed eventi a sfondo LGBT avvenuti nei locali della Parrocchia di Vinovo (To).

A quel tempo provammo ad aprire un’interlocuzione con l’Arcivescovo di Torino, Monsignor Roberto Repole, che, però, si è sempre negato e non ha mai trovato il tempo di rispondere alle PEC che gli sono state recapitate.

Il 20 aprile scorso, nella Parrocchia di Poirino (To), si è tenuta una conferenza dal titolo “L’amore nelle sue forme ed espressioni, sessualità, emozioni, sentimenti. LGBTQ+, tra conoscenza e rispetto” a cura di don Domenico Cravero, parroco di Poirino e Consulente in Sessuologia.

La cosa ha creato scandalo nel Popolo Cristiano che sul web, nei blog, sui social e nelle chat ha espresso tutto il suo dissenso nei riguardi di questa iniziativa di dubbio gusto svoltasi su iniziativa del parroco di Poirino ed il Patrocinio del Comune di Poirino.

In molti si sono chiesti se non fosse il caso che i sacerdoti passino più tempo nei confessionali per dispensare la redenzione di Nostro Signore invece di occuparsi di sessuologia e di propaganda gender.

Questa volta, visto il polverone che si è sollevato, l’Ufficio Comunicazioni Sociali dell’Arcidiocesi di Torino ha diramato un comunicato nel quale si dice: “Nella parrocchia di Poirino non è stata fatta alcuna propaganda alla teoria del gender: solo un incontro di informazione a cura del parroco, occasione di riflessione intorno a un tema che coinvolge e preoccupa molte delle nostre famiglie e sta facendo discutere l’opinione pubblica”.

Monsignor Repole, imitando il ben più noto Ponzio Pilato, si lava le mani della questione dicendo in modo generico che “l’incontro era mirato ad informare sulle diverse realtà della vita affettiva oggi presenti in seno alla società, per conoscere il presente ed essere in grado di valutare il dibattito in corso, obiettivamente molto acceso. Informarsi e ragionare anche su queste cose è un modo concreto di essere presenti come comunità cristiana su temi che provocano situazioni dolorose di tensione e conflitto tra i giovani e all’interno delle famiglie”.

Evidentemente a Monsignor Repole non interessa il fatto che queste iniziative allontanano i fedeli cattolici dalle parrocchie e li gettano nelle mani del mondo tradizionalista quando non in quelle del mondo sedevacantista.

I seminari sono sempre più vuoti, le vocazioni si contano sulla punta delle dita di una mano, giovani che si accostano ai sacramenti sono rari come le mosche bianche, ma i vescovi progressisti – quasi tutti nominati da Jorge Mario Bergoglio – continuano a sostenere, appoggiare ed incoraggiare, anche se in modo sibillino, la Lobby LGBT.

Ancora una volta la scusante per tale iniziativa è da ricercarsi nel bisogno della riflessione e nella necessità del dialogo. Bello vedere che il vescovo Repole dialoga con il mondo LGBT ma perché non ha voluto dialogare con i cittadini di Vinovo che gli hanno scritto e lo hanno implorato di ragguagliarli sull’inopportuna iniziativa pro-transgender posta in essere nella Parrocchia di Vinovo?

Jorge Mario Bergoglio, in un suo discorso dei primi anni di pontificato, disse che “il pastore deve fare odor di pecore”. Con questa espressione Bergoglio voleva sensibilizzare i vescovi e i sacerdoti a non ignorare le istanze dei loro fedeli e a cercare di mantenere il gregge loro affidato unito e coeso.

L’atteggiamento con cui il vescovo Repole ha ignorato le istanze dei fedeli vinovesi non è certamente allineato con il mandato pastorale affidatogli da Bergoglio.

In vista del 4 maggio, giorno in cui l’Arcidiocesi di Torino celebrerà la Festa Liturgica della Sindone, molti fedeli si augurano che l’Arcivescovo adotti maggior prudenza su queste tematiche, comunicando al clero che la priorità dei Ministri Ordinati non è fare sociologia, psicologia o scienze umane ma predicare la Parola di Dio, amministrare i Sacramenti e dispensare l’amore e la misericordia del Signore mediante gli strumenti che la bimillenaria civiltà cattolica ha messo loro a disposizione.

Torneremo senz’altro sul tema prendendo per buone le parole di Monsignor Repole che ha scritto: “Nulla cambia rispetto alla riflessione e all’insegnamento della Chiesa sulla morale sessuale, che non omologa in alcun modo l’amore eterosessuale alle altre forme di relazione” che – per inciso – san Paolo definisce come “passioni ignominiose” (Romani 1:26)