Pagine

venerdì 20 gennaio 2023

James Joyce e la parodia della Messa antica nel suo capolavore "Ulisse"

La settimana scorsa, il 13 gennaio, ricorreva l'anniversario della morte (nel 1941) di James Joyce.
Tempo fa avevamo dedicato una pagina della nostre rubrica sugli "Echi tridentini" al celeberrimo scrittore irlandese cattolico apostata:

«Solenne e paffuto, Buck Mulligan comparve dall’alto delle scale, portando un bacile di schiuma su cui erano posati in croce uno specchio e un rasoio. Una vestaglia gialla, discinta, gli levitava delicatamente dietro, al soffio della mite aria mattutina. Levò alto il bacile e intonò: - Introibo ad altare Dei [...] Maestosamente avanzò e ascese la rotonda piazzuola di tiro. Fece dietro-front e con gravità benedisse tre volte la torre, la campagna circostante e i monti che si destavano.» .


Quanto deve essersi divertito, da quale gratificante senso di rivalsa deve essersi sentito invaso e saziato, il cattolico apostata James Joyce (1882-1941), aprendo il primo capitolo dell’Ulisse con questa efficacissima parodia della Messa. (Ma il geniale irlandese non poteva immaginare che la riforma bugniniana avrebbe realizzato qualcosa di altrettanto efficace: di “vestaglie gialle discinte” ne abbiamo viste tante...).
Né mancano, più avanti nello stesso capitolo, riferimenti blasfemi ad altre parti della Messa e a brani evangelici.
Ai nostri lettori che fossero interessati ad altre citazioni "tridentine" nel libro, suggeriamo di cliccare qui
Roberto 

4 commenti:

  1. No,grazie. Meglio impiegare meglio il dono del tempo.
    J.J. riposi in pace, il suo Libro della Vita e' gia' stato aperto.

    RispondiElimina
  2. Più che altro direi che il geniale irlandese non poteva immaginare che già poco più di 50 dopo la stesura del suo romanzo l'allusione non sarebbe stata più capita dalla stragrande maggioranza dei lettori. Certo non poteva neppure lontanamente concepire l'idea che la Chiesa avrebbe buttato alle ortiche il suo venerabile e più che millenario rito.

    RispondiElimina
  3. Anonimo16 ottobre 2009 alle ore 20:46
    Scusate,
    a voi nn so, ma a me, questi "Echi" di JoYce, hanno dato soverchio fastidio.
    Di questi e di consimili "Echi"parodistici, se non proprio blasfemi, sarebbe "BONUM &T JUSTUM, AEQUUM &T SALUTARE",che si perda la memoria.
    Immaginate se oggi Joyce sta in purgatorio. Ogni volta che qualcuno legge quei testi,non è temerario pensare che le sue sofferenze peggiorino. Non ne parliamo, poi, se, DIO NON VOGLIA, si è dannato.

    RispondiElimina
  4. Si! come non ricordare quella metallizzata indossata da Giovanni Paolo II...

    RispondiElimina