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venerdì 7 gennaio 2022

The Remnant. Francesco cancella i fedeli cattolici #traditioniscustodes

Alcune belle traduzioni di Marco Tosatti per ridere per non piangere: 
"Al quesito proposto:
Ai partecipanti alla Messa in latino dovrebbe essere richiesto di indossare al collo una catena di ferro da 15 kg di tipo industriale a cui è attaccato un ritaglio di legno di 30 x 15 cm della lettera “L”?
Si risponde:
Affermativo.
Nota esplicativa.
Sebbene siano consentiti ritagli di legno, è preferibile il ferro."
E riflettere un po'.
Luigi

3 Gennaio 2022 

Carissimi StilumCuriali, mi sembra interessante offrire alla vostra attenzione questo articolo apparso su Korazym.org, che ringraziamo di cuore, e in cui si tratta del Motu Proprio Traditionis Custodes e della sua applicazione. Ci ricordiamo che il Pontefice regnante raccontava questa freddura: “Che differenza c’è fra un liturgista e un terrorista? – Risposta: Con il terrorista puoi trattare”. Ci sembra che papa Bergoglio si sia affidato mani e piedi alla peggior specie di terroristi – pardon liturgisti – in cui poteva imbattersi. Buona lettura.
Condividiamo di seguito nella nostra traduzione italiana dall’inglese, quattro contributi da The Remnant:
  1. Questi sono i nemici di Papa Francesco di Tess Mullins.
  2. È tempo di vera sottomissione filiale a Francesco e al Vaticano II! di Robert Morrison. 
  3. Le ultime da Remnant-TV.com — IL PAPA INTOLLERANTE: Francesco cancella i fedeli Cattolici. Video in inglese. 
  4. Traditionis custodes: l’ultimo aggiornamento super stupido di Patrick Benedict, partecipante alla Vetus Ordo Missae, che ha emanato Responsa ad Dubia 2. Apprezza i cattolici rigidi del passato che si sono rifiutati di offrire incenso ai falsi dei. Apprezza anche i cattolici rigidi di oggi che si rifiutano di chiamare un uomo “lei”. Prevede di rilasciare presto Responsa ad Dubia 3.
Comunicazione di servizio – Coloro che sono sprovvisti del buon senso umoristico e a chi il sano sarcasmo provoca il riflusso biliare, si astengono dalla lettura (e quindi, dal commentare): quanto segue contiene delle parti fortemente segnati dall’umorismo cattolico tradizionale. Cioè, per chi non conosce i basilari della dottrina cattolica e della cultura cattolica tradizionale: si tratta di satira cattolica tradizionale. L’umorismo cattolico tradizionale è modellato dalla relativa padronanza della dottrina cattolica e porta un forte elemento di satira diretta alle assurdità della nuova religione che si è infilata nella Curia romana. I temi includono argomenti che piacciono ai “rigidi”, ai “dottori della legge”, a coloro che si “aggrappano all’antico” per “orgoglio” o “perché si è sempre fatto così”, ecc. ecc. Tecniche comuni includono giochi di parole, insinuazioni e battute dottrinali. Un forte senso di sarcasmo e auto-deprecazione, spesso con consegna impassibile, attraversa tutto l’umorismo cattolico tradizionale.


Questi sono i nemici di Papa Francesco
di Tess Mullins

Questo Natale facciamo vedere i veri volti della minoranza contro cui Papa Francesco discrimina.

Francesco vuole fermare QUESTO… perché?

A quanto pare questi ragazzi stanno favorendo la “disunione”…



Francesco odia così tanto questa donna da doverle togliere la sua Messa?

Sembra che solo il diavolo possa odiarlo, giusto?


Questi sono quelli così odiati dal Vaticano. I piccoli, semplicemente cattolico. Sono giovani, vecchi, fragili, sani. Vengono da tutti i ceti sociali. Sono poliziotti, dentisti, contabili, insegnanti, tecnici, infermieri, medici, madri, padri, studenti, bambini. Adorano Nostro Signore nel modo più incontaminato, semplice, ma elevato. Questa è la loro Messa. In nome di Dio, perché sono odiati per questo?
Questi cattolici si meritano la loro Messa. Si meritano anche i sacramenti tradizionali, perché non c’è niente di male in tutto questo. Speriamo che Dio susciterà gli eroi di cui abbiamo bisogno e sosterrà quelli che già abbiamo, per salvare la Sua Chiesa.
Gloria in Excelsis Deo!
La chiesa raffigurata durante la Messa della Notte di Natale 2021 in questa storia è Our Lady of Sorrows a Phoenix, in Arizona. Il bellissimo altare e il baldacchino erano originariamente nella parrocchia dell’Immaculate Conception, nel quartiere Germantown di Filadelfia. Quella magnifica chiesa è ora tristemente chiusa, vittima della demografia e del malessere generale della Chiesa Cattolica Romana post-Vaticano II [V.v.B.].


È tempo di vera sottomissione filiale a Francesco e al Vaticano II!
di Robert Morrison

Apparentemente a Francesco non piacciono i Cattolici tradizionali. E, purtroppo, invece di offrirci il suo dispiacere e mostrarci la stessa compassione che mostra ai credenti di ogni altra religione, si è dimostrato straordinariamente rigido nei nostri confronti. Naturalmente dovremmo pregare per lui, ma la sua recente Responsa ad Dubia ci offre anche l’opportunità di acconsentire finalmente alle sue richieste, che dovrebbero aiutare a migliorare le relazioni in tempi brevi.

Nel caso ci fosse sfuggito nella sua Lettera ai vescovi sulla Traditiones custodes, la Responsa ad Dubia cita utilmente un passaggio chiave della Lettera relativa al Vaticano II: “Nella Lettera inviata ai Vescovi di tutto il mondo per accompagnare il testo del Motu proprio Traditionis custodes il Santo Padre così si esprime: «Poiché “le celebrazioni liturgiche non sono azioni private, ma celebrazioni della Chiesa, che è sacramento di unità” (cf. Sacrosanctum Concilium n. 26), devono essere fatte in comunione con la Chiesa. Il Concilio Vaticano II, mentre ribadiva i vincoli esterni di incorporazione alla Chiesa – la professione della fede, dei sacramenti, della comunione –, affermava con Sant’Agostino che è condizione per la salvezza rimanere nella Chiesa non solo “con il corpo”, ma anche “con il cuore” (cf. Lumen gentium n. 14)». L’esplicita volontà di non partecipare alla concelebrazione, in particolare nella Messa Crismale, sembra esprimere una mancanza sia di accoglienza della riforma liturgica sia di comunione ecclesiale con il Vescovo, requisiti necessari per poter usufruire della concessione di celebrare con il Missale Romanum del 1962”.

Nel contesto, il passaggio si riferisce specificamente alla concelebrazione e i laici sono, per fortuna, dispensati dal bisogno di discernere se la concelebrazione sia davvero “una condizione per la salvezza”, come suggerisce Francesco (sembra improbabile). Tutti noi, però, possiamo meditare e attenerci alla guida esemplare fornita nell’ultima frase citata dalla Lettera inviata ai vescovi, che cita la Lumen gentium del Vaticano II e Sant’Agostino.

E così passiamo alla Lumen gentium n. 14, che inizia con il paragrafo seguente: “Il santo Concilio si rivolge quindi prima di tutto ai fedeli cattolici. Esso, basandosi sulla sacra Scrittura e sulla tradizione, insegna che questa Chiesa peregrinante è necessaria alla salvezza. Solo il Cristo, infatti, presente in mezzo a noi nel suo corpo che è la Chiesa, è il mediatore e la via della salvezza; ora egli stesso, inculcando espressamente la necessità della fede e del battesimo (cfr. Gv 3,5), ha nello stesso tempo confermato la necessità della Chiesa, nella quale gli uomini entrano per il battesimo come per una porta. Perciò non possono salvarsi quegli uomini, i quali, pur non ignorando che la Chiesa cattolica è stata fondata da Dio per mezzo di Gesù Cristo come necessaria, non vorranno entrare in essa o in essa perseverare”.

Questo riafferma generalmente l’insegnamento cattolico che non c’è salvezza al di fuori della Chiesa Cattolica e quindi non fornisce alcun ostacolo per i Cattolici tradizionali. In effetti, possiamo trovarlo un po’ strano che Francesco ci abbia indirizzato alla Lumen gentium n. 14 poiché si oppone fondamentalmente alla sua apertura ecumenica. In ogni caso, possiamo essere grati che Francesco ci abbia ricordato che non c’è salvezza fuori della Chiesa.

Il paragrafo successivo della Lumen gentium n. 14 fornisce la fonte diretta della lettera Traditiones custodes e Responsa ad Dubia cita: “Sono pienamente incorporati nella società della Chiesa quelli che, avendo lo Spirito di Cristo, accettano integralmente la sua organizzazione e tutti i mezzi di salvezza in essa istituiti, e che inoltre, grazie ai legami costituiti dalla professione di fede, dai sacramenti, dal governo ecclesiastico e dalla comunione, sono uniti, nell’assemblea visibile della Chiesa, con il Cristo che la dirige mediante il sommo Pontefice e i vescovi. Non si salva, però, anche se incorporato alla Chiesa, colui che, non perseverando nella carità, rimane sì in seno alla Chiesa col «corpo», ma non col «cuore» [26]”.

Quindi, secondo la Lumen gentium, la salvezza richiede: i vincoli visibili della «professione di fede, dei sacramenti, del governo e della comunione ecclesiastici»; e, perseveranza nella carità. La persona che non persevera nella carità può essere nella Chiesa “in modo corporeo” ma non “nel suo cuore”. La formulazione può sembrare un po’ strana, ma chiaramente la “perseveranza nella carità” deve riguardare la grazia santificante se detta se un Cattolico è “salvato” o meno. Di nuovo, i Cattolici tradizionali possono concordare con la necessità per i Cattolici di perseverare nella carità e rimanere nello stato di grazia santificante. Tuttavia, il riferimento “nel suo cuore” è un po’ vago.

Per fortuna, la Nota integrativa 26 fa riferimento al brano del “Sul battesimo contro i donatisti” di Sant’Agostino, che fornisce il riferimento per il termine “nel suo cuore” in Lumen gentium. Il passaggio è complicato ma dobbiamo solo concentrarci su come si relaziona a Lumen gentium: “Dice infatti Pietro: Nell’arca di Noè, poche persone, otto in tutto, furono salvate per mezzo dell’acqua. Così anche voi, è il battesimo, di cui l’arca è figura, che vi salva; esso non è rimozione delle sporcizie della carne, ma invocazione della buona coscienza. Perciò se, nell’unità cattolica si trovano battezzati che rinunciano al mondo solo a parole e non a fatti, come possono appartenere al mistero di questa arca, essi che non hanno l’invocazione della buona coscienza? O, come possono essere fatti salvi, per mezzo dell’acqua, quelli che, usando male il santo battesimo, anche se sembrano dentro, perseverano fino alla fine della vita in una condotta scandalosa e corrotta? (…) Una cosa, certo, è evidente: la frase dentro e fuori la Chiesa va intesa con il cuore e non con il corpo, visto che tutti quelli che sono dentro con il cuore, sono salvati nell’unità dell’Arca per mezzo della stessa acqua; tutti quelli che sono fuori con il cuore, siano essi fuori anche col corpo oppure no, in quanto nemici dell’unità muiono. Quindi, come non è stata un’acqua diversa, ma la stessa acqua, a salvare quelli che erano nell’arca e a far perire quelli che erano fuori, così, non con un altro battesimo ma con lo stesso, sono salvati i buoni Cattolici e fatti perire i Cattivi cattolici o gli eretici”.

Ai fini del passaggio della Lumen gentium, il punto essenziale è che anche i Cattolici devono avere una buona coscienza (cioè, stato di grazia) per essere salvati — “sono salvati i buoni Cattolici e fatti perire i cattivi Cattolici o gli eretici”. I buoni Cattolici sono coloro che seguono i comandamenti di Nostro Signore e sono quindi considerati “nel cuore” della Chiesa. Nulla in questo brano neppure accenna al significato sentimentale dell’essere “nel cuore” della Chiesa.

Sebbene Francesco usi l’immagine “nel cuore” in un modo che differisce (in modo subdolo, sembra) dalle fonti che cita – Lumen gentium e Sant’Agostino – possiamo tranquillamente fare affidamento sul significato delle fonti citate poiché l’intero punto della prosa della Traditiones custodes è che i Cattolici devono seguire il Vaticano II [“E del tutto chiaro che quando si dice: dentro e fuori la Chiesa, si allude al cuore, non al corpo” (Sant’Agostino, Sul battesimo contro i donatisti). È da tener presente, che il significato della parola latina “cor”, usata sia da Sant’Agostino che da Lumen gentium, è più ampio di “cuore” in italiano. Significa secondo gli antichi la sede della saggezza, della comprensione, del cuore, della mente, del giudizio, ecc. E continuano a fornire una ricchezza di illustrazioni. Il corrispondente aggettivo “cordatus” significa sensato, dotato di buon senso. È nel senso di comprensione intuitiva o non-induttiva che Pascal dice: “Poiché la conoscenza dei principi primi, come lo spazio, il tempo, il moto, il numero, è sicura quanto qualunque di quelle che si ricavano dal ragionamento. E la ragione deve fidarsi di questa conoscenza del cuore e dell’istinto, e su di esse deve basare ogni argomento. Il cuore sente che nello spazio ci sono tre dimensioni e che i numeri sono infiniti, e la ragione mostra allora che non esistono due numeri quadrati di cui uno doppio dell’altro: si intuiscono i principi, si deducono le proposizioni, tutte con certezza, anche se in modi diversi”. V.v.B.].

Ora che sappiamo che le fonti citate per la frase contenuta sia nella Lettera ai vescovi sulla Traditiones custodes sia nella recente Responsa ad Dubia dicono semplicemente che bisogna essere un Cattolico che realmente crede e pratica la Fede per essere salvati, possiamo valutare come questo si riferisce alla guerra di Francesco contro i Cattolici tradizionali.

In primo luogo, dovremmo riconoscere che sebbene Francesco usi l’immagine “nel cuore” in un modo che differisce (in modo subdolo, sembra) dalle fonti che cita – Lumen gentium e Sant’Agostino – possiamo tranquillamente fare affidamento sul significato dei citati fonti poiché l’intero punto della prosa di Traditiones custodes è che i Cattolici devono seguire il Vaticano II. In effetti, ci saremmo opposti al Vaticano II se seguissimo il significato di Francesco, e sappiamo che non vuole che ci opponiamo al Vaticano II.

In secondo luogo, dovremmo considerare che il falso ecumenismo di Francesco, gli sforzi interreligiosi, il sostegno agli stili di vita LGBTQ e l’incoraggiamento delle Comunioni sacrileghe pongono tutti il suo “cuore” al di fuori della Chiesa, quindi non possiamo in buona coscienza unire i nostri cuori al suo, per così dire, finché non si deciderà a tornare all’unità della Chiesa. In questo modo, il suo grande desiderio di essere un solo cuore con noi gli darà un degno incentivo a rettificare la sua coscienza.

Terzo, poiché sia la frase chiave della Lettera ai vescovi di Francesco, sia il corrispondente passaggio della Lumen gentium elencano la “professione di fede” come primo requisito per essere legati alla Chiesa “in modo visibile”, dovrebbe essere ovvio che solo coloro che effettivamente professano la fede Cattolica, e respingono gli errori contrari a tale professione, hanno la qualificazione minima, e i diritti, per promulgare qualsiasi affermazione riguardo a chi è nel corpo e nel cuore della Chiesa. In quanto tale, non possiamo assolutamente sapere se dovremmo seguire i dubbiosi Roche Dubia, finché non avremo ricevuto risposte inequivocabilmente cattoliche da Francesco ai Dubbia di Brandmüller, Caffarra, Meisner e Burke.

Infine, poiché Francesco ha ripetuto nella Responsa ad Dubia questa frase chiave della sua Lettera ai vescovi sulla Traditiones custodes, abbiamo tutto il diritto di sottometterci ad essa con vera devozione filiale. Questa sottomissione ci porta, se vogliamo mantenere la coscienza pulita, a rifiutare tutte le iniziative anticattoliche di Francesco. Così facendo, lo sosterremo come dovrebbero fare i veri Cattolici, molto meglio di quei furfanti e adulatori intorno a lui (e a Chicago) che si rifiutano di rimanere “nel corpo” e “nel cuore” della Chiesa.

Dio è buono e vuole che rimaniamo fedeli alla Sua Chiesa in questi tempi, anche se pure il presunto successore di Pietro non può smettere di rinnegarlo. La Beata Vergine Maria ci aiuti a rimanere sempre veramente Cattolici e ci ottenga la grazia di combattere contro le forze dell’inferno che si sono infiltrate nella Chiesa.

Sant’Agostino, prega per noi! Cuore Immacolato di Maria, prega per noi!



Traditionis custodes: l’ultimo aggiornamento super stupido
di Patrick Benedict

Quanto segue fornisce ulteriori risposte alle nuove domande che sono sorte riguardo ad alcune questioni associate a quella che viene chiamata Traditionis custodes.

(Nota: la Messa tradizionale latina, ovvero la Vetus Ordo Missae, chiamata anche la Forma Straordinaria della Messa, in questo testo è indicata come “la Messa latina”).

Al quesito proposto:
Può parcheggiare nel parcheggio della parrocchia un’auto che ha un adesivo sul paraurti con scritto “amo la Messa in latino”?
Si risponde:
Negativo.
Nota esplicativa.
Né un tale veicolo può parcheggiare su qualsiasi strada entro un raggio di 15 km dalla parrocchia (raggio di 80 km per i maratoneti). Scooter a energia solare, skateboard, ecc. sono opzioni di trasporto (a condizione che i messali della Messa in latino siano nascosti alla vista durante il viaggio e che la suddetta auto con adesivo sul paraurti venga lasciata all’interno del garage del proprietario con la porta del garage chiusa e imbullonata).

Al quesito proposto:
Un sacerdote può offrire la Messa in latino e, più tardi, lo stesso giorno, guardare un video della Messa in latino?
Si risponde:
Negativo (con una sola eccezione).
Nota esplicativa.
L’unica eccezione è un video sfuocato con una qualità audio scadente della durata inferiore a 45 minuti e guardato su un proiettore cinematografico da 8 mm che utilizza una lampadina fiacca. (Anche con ciò, deve essere ricevuta l’approvazione preventiva da un burocrate della cancelleria che ha appeso alla parete del suo ufficio una fotografia firmata di Padre James Martin, SI).

Al quesito proposto:
Durante la Messa in latino, è possibile alzare il livello dell’amplificazione a beneficio dei partecipanti che hanno perso parte dell’udito?
Si risponde:
Negativo.
Nota esplicativa.
Il rischio che varie parti della Messa in latino vengano ascoltate da chi passeggia con il cane, ciclisti, ecc. è troppo grande per consentire una simile richiesta.

Al quesito proposto:
Ai bambini di età inferiore ai 12 mesi dovrebbe essere data la possibilità di partecipare o meno alla Messa in latino?
Si risponde:
Affermativo.
Nota esplicativa.
Devono essere seguite le seguenti linee guida. Se il bambino piange almeno una volta nei 6 giorni precedenti la Messa in latino programmata, ciò dovrebbe essere considerato un chiaro segno della riluttanza del bambino a partecipare a quella Messa in latino. Se, tuttavia, il bambino non piange nei 6 giorni precedenti la Messa in latino prevista, il bambino è probabilmente malato e dovrebbe rimanere a casa o essere portato da un medico.

Al quesito proposto:
Per le Messe in latine notturne, si possono utilizzare luci elettriche all’interno della chiesa?
Si risponde:
Negativo.
Nota esplicativa.
Questo è vietato in quanto può attirare l’attenzione di vicini, pedoni, ecc. che potrebbero, per curiosità, entrare nella chiesa durante la Messa in latino. Se, invece, finestre e porte sono ricoperte da un tessuto spesso, si possono utilizzare delle candele, ma solo dopo aver ricevuto l’autorizzazione da un burocrate della cancelleria (vedi sopra).

Al quesito proposto:
Ai partecipanti alla Messa in latino dovrebbe essere richiesto di indossare al collo un filo sottile da cui è appeso un ritaglio di feltro di 5 cm della lettera “L” per identificarli come partecipanti alla Messa in latino?
Si risponde:
Negativo.
Nota esplicativa.
“Quella domanda era offensiva”. -P. F.

Al quesito proposto:
Ai partecipanti alla Messa in latino dovrebbe essere richiesto di indossare al collo una catena di ferro da 15 kg di tipo industriale a cui è attaccato un ritaglio di legno di 30 x 15 cm della lettera “L”?
Si risponde:
Affermativo.
Nota esplicativa.
Sebbene siano consentiti ritagli di legno, è preferibile il ferro. I vescovi dovrebbero mostrare molta sensibilità, essendo consapevoli che alcuni partecipanti potrebbero preferire le “L” in corsivo alle “L” stampate standard. Indipendentemente da ciò, le luci a energia solare che delineano la “L” dovrebbero essere considerate la norma per tutti.

Supplemento

Al quesito proposto:
Può un sacerdote guardare un vecchio video in bianco e nero della Messa in latino se è narrato da un futuro (?) Santo (Venerabile Fulton J. Sheen)?
Si risponde:
Affermativo.
Nota esplicativa.
A patto che quel chierico segua la sua visione con una simile visione di un file video su YouTube della Messa celebrata dopo il Vaticano II da veri santi (San Paolo VI, Venerabile Giovanni Paolo I e San Giovanni Paolo II).

Al quesito proposto:
I Cattolici tradizionali devono indossare una grande L rossa sui loro vestiti, che li identifica come partecipanti alla Messa in latino?
Si risponde:
Affermativo (con una sola eccezione).
Nota esplicativa.
Le donne (= quelle con cromosomi XX) sono esentate da questo requisito in quanto possono essere facilmente identificate da abiti e copricapi modesti.


Articoli precedenti sulla sciagura dell’ennesimo Motu proprio di Papa Francesco, dal titolo Traditionis custodes [Della tradizione i custodi, nel titolo la beffa. V.V.B.] [*]


[*] Papa Francesco ha firmato 35 Motu proprio in 8 anni, mentre San Giovanni Paolo II in 27 anni ne ha firmati 32.

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