Pagine

domenica 25 luglio 2021

La vera portata del "Questionario" inviato nel 2020 ai vescovi sul #SummorumPontificum. Scarsa, quasi irrilevante. Ma gonfiata ad hoc #traditionisCustodes

 dal Blog di Sabino Paciolla (22.07.2021). 


Venerdì scorso [16 luglio n.d.r.] , papa Francesco ha restituito ai Cattolici tradizionalisti quello che alcuni consideravano il ramo d’ulivo del suo predecessore, limitando severamente la celebrazione della vecchia Messa in Latino. La mossa ha sostanzialmente annullato una liberalizzazione del rito antico decretata dal papa emerito Benedetto XVI nel 2007.

Nell’annunciare le loro decisioni, entrambi i papi hanno affermato di averlo fatto nella speranza di promuovere l’unità nella Chiesa, con Francesco che ha sostenuto che la riforma di Benedetto è diventata una fonte di divisione ed è stata utilizzata in modo distorto dai Cattolici che contestano il Concilio Vaticano II dalla metà degli anni ’60. Nel caso di Francesco, ha anche affermato che la sua decisione si è basata su un’ampia consultazione con i vescovi di tutto il mondo.

L’anno scorso la Congregazione per la Dottrina della Fede, l’organismo di vigilanza dottrinale del Vaticano, ha inviato, su richiesta del papa, un questionario alle conferenze episcopali. Crux ha ottenuto una copia del sondaggio, intitolato “Consultazione dei vescovi sull’applicazione del Motu Proprio Summorum Pontificum”.

Il sondaggio conteneva nove domande [...] 

[ndr: qui le domande date in anteprima in italiano da MiL, riprese da Rorate Caeli, aprile 2020]

Dopo aver consultato una ventina di presuli provenienti dai cinque angoli del mondo, Crux ha riscontrato che ogni conferenza episcopale ha ricevuto il questionario e ha deciso autonomamente come implementarlo. In alcuni Paesi, come il Cile, l’hanno ricevuto gli arcivescovi ma non i vescovi ordinari. Nella vicina Argentina, tutti i vescovi l’hanno ricevuto ma molti non hanno risposto perché non c’è una presenza significativa di sacerdoti e fedeli che privilegino la Messa Tridentina nella loro zona.

Negli Stati Uniti, secondo quanto riferito, il questionario è stato inviato a tutti i vescovi, anche se almeno uno “non ricordava” di averlo ricevuto, e se lo ha ricevuto, ha detto di non aver risposto. In Australia ogni diocesi lo ha ricevuto, ma in Europa e in Africa la sua distribuzione sembra essere stata più disomogenea.

Ad oggi, il Vaticano non ha rivelato esattamente quanti vescovi nel mondo abbiano effettivamente ricevuto il sondaggio e, di tra questi, quanti abbiano deciso di rispondere.


4 commenti:

  1. Ha ragione il cardinal Burke: è importante che siano resi pubblici il contenuto del questionario, i suoi destinatari, le risposte, il metodo con cui sono stati elaborati i dati, e ogni particolare che possa servire a valutare la serietà di quest’inchiesta.

    RispondiElimina
  2. Ma se vi ricordate o rileggete le domande, vi ricorderete che erano tutte e solo domande su opinioni soggettive, su sensazioni a pelle. Niente di quantitativo, niente di scientifico, niente di comparabile. E se El Papa ti chiede un'opinione, tu vescovo che opinione mai ti azzarderai a manifestare ?

    RispondiElimina
  3. è inutile bussare qui non vi risponderà nessuno....cantava Celentano.

    RispondiElimina
  4. vogliamo almeno un sunto statistico delle risposte, con dati confrontabili

    RispondiElimina