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mercoledì 5 maggio 2021

Echi tridentini in gastronomia: "La 'scienza del vino' ha una patrona in Portogallo", S. Elisabetta (clarissa, 8 luglio)

«Per preparare come si deve i Beuschel mit knoedeln ci vogliono ottocento anni di Asburgo e mille anni di cattolicesimo» 
(Karl Tschuppik).

Un altro prezioso articolo che ci regala la Bussola in tema gastronomico.
Messori una volta scrisse, scherzando,  che chi è astemio non può essere cattolico e G.K. Chesterton scrisse "Il cattolicesimo è l'unica religione che non vede contraddizione tra una pinta, una pipa e una croce" (Pint, pipe, cross).
Luigi

11-04-2021, La Nuova Bussola Quotidiana, Liana Marabini

Santa Elisabetta, regina del Portogallo, è l'unica patrona degli enologi e la sua storia personale si intreccia con il vino. Vissuta a cavallo tra il XIII e il XIV secolo, chiamò don Edoardo de Aviz, famoso enologo del tempo, per aiutare le suore del convento che lei aveva fondato a produrre un buon vino, destinato a essere usato per la Messa di tutte le chiese del Portogallo.

È una tarda mattinata di ottobre, siamo nel 1323 ad Alvalade, una frazione di Lisbona. Due eserciti, uno di fronte all'altro, sono pronti per la battaglia. Il silenzio greve è interrotto solo dal grido degli uccelli, che volteggiano nell'aria tiepida. Una leggera brezza porta il profumo degli alberi di agrumi, che impregna l'aria.
Una carrozza scura con le armi reali dipinte in oro sulla cassa si ferma poco distante. Il cocchiere aiuta a scendere una donna fragile, vestita di nero, che si avvicina decisa. Passa nello spazio che separa i due eserciti, con l'abito nero mosso dalla brezza e la grande croce d'oro appesa al collo, che lei stringe nella mano, come per assorbirne la forza. Un raggio di luce l'accompagna e si allunga, diventando una barriera luminosa che separa i due eserciti. Lei non dice una parola, guarda avanti e continua a camminare. Sul suo passaggio la luce si fa più intensa. Gli uomini si mettono in ginocchio, da una parte e dall'altra e abbassano la testa.

Lei è la regina del Portogallo, Elisabetta.
I due eserciti sono stati riuniti da due uomini, padre e figlio, il re Dionigi del Portogallo e il principe ereditario Alfonso (divenuto poi re con il nome di Alfonso IV). Entrambi sono cari al suo cuore, uno è il marito, l'altro il figlio e l'idea di vederli dilaniarsi la atterrisce.
Ha pregato tutta la notte nella sua cappella privata, è rimasta in adorazione e il Signore le ha mostrato la via. Ha pensato che anche quei soldati sono figli di qualcuno, mariti di qualcuno. E ha deciso di andare a vederli, chiedendo la luce allo Spirito Santo. Ed è stata esaudita. I due eserciti si ritirano, lo spargimento di sangue è evitato.

Questo è un episodio della vita della futura Santa Elisabetta del Portogallo (1271 - 1336), menzionato in un manoscritto conservato nella Collezione Parra. Ma questo gesto le costò la libertà, perché il marito l'accusò di essersi schierata con il figlio e la bandì da Corte, relegandola in una fortezza. Ne uscì alla morte del re: donò la corona al Santuario di Compostela, dove fece pellegrinaggio. Poi regalò tutti i suoi averi ai poveri e ai conventi e diventò francescana del terzo ordine, ritirandosi nel monastero delle Clarisse di Coimbra (dove avrebbe concluso la sua esistenza terrena).



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