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venerdì 26 marzo 2021

Pubblicati l’Annuario Pontificio 2021 e l’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2019

A cura dell’Ufficio centrale di statistica della Chiesa sono stati pubblicati l’Annuario Pontificio 2021 e l’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2019.
Non mi pare che l'"effetto Francesco" si veda molto.
Luigi


25 marzo 2021, L'Osservatore Romano

L’Annuario Pontificio 2021 e l’Annuarium Statisticum Ecclesiae 2019, la cui redazione è stata curata dall’Ufficio centrale di statistica della Chiesa, sono in questi giorni in distribuzione nelle librerie, editi dalla Tipografia vaticana.

Dalla lettura dei dati riportati nell’Annuario Pontificio si possono desumere alcune novità relative alla vita della Chiesa cattolica nel mondo, a partire dal 2020.

Durante tale periodo sono state erette 2 Sedi metropolitane e 4 sedi vescovili (2 diocesi e 2 eparchie), sono state elevate 2 diocesi a Sedi metropolitane, 2 prelature territoriali e 1 vicariato apostolico a diocesi.

I dati statistici dell’Annuarium Statisticum Ecclesiae, riferiti all’anno 2019, permettono di evidenziare gli aspetti rilevanti della presenza e dell’azione pastorale della Chiesa cattolica nelle 3.026 Circoscrizioni ecclesiastiche del pianeta.

Qui di seguito vengono proposte alcune annotazioni sugli aspetti quantitativi che hanno caratterizzato la Chiesa cattolica fra il 2018 e il 2019.

Nel 2019 si contano poco meno di 1.345 milioni di cattolici, a fronte dei 1.329 milioni circa del 2018, con un aumento assoluto di 16 milioni pari all’1,12%, e poiché questa crescita relativa risulta vicina a quella della popolazione mondiale (1,08%), la presenza di cattolici battezzati nel mondo rimane sostanzialmente stabile attorno al 17,7%.

L’analisi geografica delle variazioni nel biennio mostra un aumento di 3,4% di cattolici nell’Africa, che ha invece aumentato la sua popolazione di poco meno del 2,7%. Anche nei continenti asiatico e americano si registra una crescita di cattolici superiore a quella della popolazione (1,3% contro 0,9% per l’Asia e 0,84% contro 0,69% per l’America). In Europa, si assiste ad un lieve calo dei cattolici e ad una quasi stazionarietà della popolazione presente. L’Oceania registra, invece, nello stesso periodo un tasso di variazione positivo e dello stesso ordine sia per la popolazione che per i cattolici pari all’1,1%.

Le quote territoriali dei cattolici subiscono tra il 2018 e il 2019 variazioni trascurabili: diminuiscono la loro importanza nell’America (da 48,3 a 48,1 per cento) e soprattutto in Europa (da 21,5 a 21,2% per cento). Guadagnano, viceversa, posizione nell’Africa (da 18,3 a 18,7 per cento) e lievemente nell’Asia Sud Orientale. Stabile rimane il peso dei cattolici in Oceania, anche se con una consistenza che non raggiunge lo 0,8% della popolazione cattolica mondiale.

Alla fine del 2019 sono presenti in tutte le Circoscrizioni ecclesiastiche 5.364 vescovi, con una diminuzione, rispetto ad un anno prima, di 13 unità. Il confronto con il 2018 mostra anche che nel Nord e Centro America si registra un calo (rispettivamente di 13 e 5 unità) cui si contrappone un aumento nel resto del continente americano (+7 unità), in Africa (+5) e nel Sud Est Asiatico (+2). Invariata è la situazione nel biennio in Europa dove il numero dei vescovi è fermo a 1.687 unità. A fronte di tali dinamiche differenziate, tuttavia, la distribuzione dei vescovi per continente rimane sostanzialmente stabile nell’ultimo biennio considerato, con America ed Europa che, da sole, continuano a rappresentare il 68,8% del totale mondiale, seguite da Asia (con il 15,2%), Africa (13,4%) e Oceania (2,6%).

Il numero dei sacerdoti, sia diocesani che religiosi, passa da 414.065 a 414.336 nel biennio 2018-2019, con un incremento assoluto di 271 unità. Questo vale a livello mondiale in quanto per le singole ripartizioni geografiche le variazioni sono differenziate. A fronte di importanti incrementi per l’Africa e per l’Asia, con aumenti relativi di 3,45% e 2,91%, rispettivamente, si pongono l’Europa e l’America con una flessione dell’1,5% per la prima e di circa mezzo punto percentuale, per la seconda. La distribuzione percentuale dei sacerdoti per continente evidenzia lievi cambiamenti nel biennio considerato. Africa e Asia contribuivano complessivamente nel 2018 al 28,0% del totale mondiale; nel 2019 la loro quota sale al 28,9%, mentre l’Oceania rimane relativamente stabile attorno ad una quota di poco più dell’1,1%. L’Europa, invece, diminuisce sensibilmente la propria quota: nel 2018 i 170.936 sacerdoti europei rappresentavano quasi il 41,3% del totale del gruppo ecclesiastico, mentre un anno più tardi scendono al 40,6%.

La popolazione dei diaconi permanenti continua a mostrare una significativa ed incoraggiante dinamica evolutiva: aumentano, nel 2019, dell’1,5% rispetto al dato di un anno prima, passando da 47.504 a 48.238 unità. Il numero dei diaconi cresce in America ed in Europa, dove risiede circa il 97% della popolazione complessiva, con una percentuale dell’1,2%. Il dato aumenta anche in aree dove la loro presenza non è quantitativamente rilevante; in Oceania, in particolare, dove non raggiunge ancora l’1% del totale, essi aumentano dell’1,1%, attestandosi a 481 unità.

I religiosi professi non sacerdoti costituiscono un gruppo a livello planetario in contrazione: se ne annoveravano 50.941 unità nel 2018 e diventano 50.295 nel 2019. La flessione è da ascriversi, in ordine di importanza, al gruppo europeo, a quello americano e a quello oceanico.

Questi andamenti determinano anche una dislocazione numerica differente, nel corso del tempo, fra i vari continenti: l’Europa e l’America, al 2019 risultano sempre le aree con il maggior numero di professi non sacerdoti (14.038 e 13.735, rispettivamente), ma con una incidenza relativa minore di quella di un anno prima.

Le religiose professe sono attualmente in netta diminuzione. A livello globale, esse passano da 641.661 unità, nel 2018, a 630.099 nel 2019, con una flessione relativa dell’1,8%. Analizzando gli andamenti temporali per le singole aree territoriali, si rilevano profonde differenze di comportamento.

L’Africa è il continente con incremento maggiore delle religiose, passate da 76.219, nel 2018, a 77.054 nel 2019 e con un tasso di variazione di +1,1%. Segue l’Asia del Sud Est, dove le religiose professe passano da 170.092 a 170.754 nell’ultimo biennio, con un aumento relativo di 0,4%.

Infine, si annoverano tre aree continentali accomunate da una contrazione molto marcata: si tratta dell’America (dove le religiose professe passano da 160.032 a 154.717), dell’Europa (da 224.246 a 216.846) e dell’Oceania (da 6.999 a 6.718).

Prosegue il calo che, già da qualche anno, caratterizza l’andamento delle vocazioni sacerdotali: i candidati al sacerdozio nel pianeta passano da 115.880 unità nel 2018 a 114.058 nel 2019, con una flessione dell’1,6%. In tutte le partizioni territoriali dell’America si assiste ad una diminuzione delle vocazioni sacerdotali che si concretizza in una variazione di –2,4% per l’intero continente. In Europa e in Asia si registra nel biennio una perdita del 3,8% e del 2,6%, rispettivamente, mentre in Oceania la consistenza dei seminaristi maggiori nel 2019 risulta inferiore del 5,2% rispetto a quella di un anno prima. La variazione relativa è, invece, positiva in Africa dove il numero dei seminaristi maggiori nel biennio sotto esame passa da 32.212 a 32.721 unità.

Dei 114.058 seminaristi di tutto il mondo, nel 2019, il continente che manifesta il maggior numero di seminaristi è l’Asia con 33.821 unità. Ad esso seguono l’Africa con 32.721 unità, l’America con 30.664, l’Europa con 15.888 ed infine l’Oceania con 964 seminaristi.

Il peso relativo dei vari continenti per quanto riguarda i candidati al sacerdozio viene a modificarsi in modo significativo nel corso del biennio, sicché, ad esempio, mentre l’Africa che nel 2018 pesava per il 27,8% del totale mondiale passa, nel 2019, al 28,7%, contestualmente l’Europa discende dal 14,3 al 13,9 per cento.