Pubblichiamo una bella intervista dell'amico Juan Miguel Montes, direttore dell’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà, sul prossimo Sinodo sull'Amazzonia (sulle varie iniziative vedere QUI).
Più in basso gli ultimi articoli pubblicati su Synod Watch sul medesimo argomento.
Da leggere QUI e QUI due articoli di Stefano Fontana e QUI di Luisella Scrosati sui "giochi di prestigio" di Andrea Tornielli sul clero uxorato.
L'elenco, in alcuni casi tragico, del partecipanti (l'ex capo delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, i sostenitori del controllo demografico J. Sachs - QUI -, H. Schellnhuber, M. Heinz, i vescovi McElroy e Paglia, i Cardd. Maradiaga e Marx) è stato pubblicato dalla Sala Stampa Vaticana l'altro ieri QUI.
Da leggere QUI e QUI due articoli di Stefano Fontana e QUI di Luisella Scrosati sui "giochi di prestigio" di Andrea Tornielli sul clero uxorato.
L'elenco, in alcuni casi tragico, del partecipanti (l'ex capo delle Nazioni Unite Ban Ki-moon, i sostenitori del controllo demografico J. Sachs - QUI -, H. Schellnhuber, M. Heinz, i vescovi McElroy e Paglia, i Cardd. Maradiaga e Marx) è stato pubblicato dalla Sala Stampa Vaticana l'altro ieri QUI.
Come suggerito dal card. Burke e da Mons. Schneider QUI, occorre anche preghiera e digiuno.
Luigi
Francesco Agnoli
Jair Bolsonaro, presidente del Brasile, è un demonio, lanciato nella distruzione della foresta amazzonica e nello sterminio degli indigeni! È questa la vulgata diffusa dai media progressisti, con la complicità di Angela Merkel ed Emmanuel Macron. A nulla vale far presente che la foresta bruciava anche ai tempi del progressista Luiz Inácio Lula, e che arde anche oggi nella Bolivia governata dall’indios comunista Evo Morales.
La sua collocazione politica e l’ostilità delle lobby abortiste e LGBT, infatti, espongono il neo presidente brasiliano – operato già cinque volte in seguito ad accoltellamento in campagna elettorale -, all’odio dei “più buoni”. Si aggiunga l’enfasi con cui da tempo, nella Chiesa cattolica – che in Brasile continua a perdere fedeli a ritmo incalzante -, l’Amazzonia sta diventando la nuova terra promessa, una sorta di Eden precedente al peccato originale, e per questo non bisognoso del messaggio redentivo di Cristo.
Proprio in vista del Sinodo sull’Amazzonia, che inizierà in Vaticano il 6 ottobre prossimo, abbiamo intervistato Juan Miguel Montes, cileno, direttore dell’Associazione Tradizione Famiglia Proprietà, animatore di un convegno internazionale sul Sinodo che si svolgerà il 5 ottobre all’Hotel Quirinale a Roma.
Montes, sostenete che questo Sinodo rischia di avere l’effetto di una bomba a grappolo: cosa intendete?
La bomba a grappolo è chiamata anche bomba a frammentazione, perché pur essendo sganciato un solo ordigno, questo si frantuma nell’aria in diversi ordigni minori, che vanno a colpire i più svariati bersagli. Ebbene, così accade con i documenti preparatori del Sinodo pan-amazzonico. Infatti, apparentemente, che male c’è nell’organizzare un Sinodo per promuovere una migliore evangelizzazione dei poveri di una regione remota e di difficile accesso? Ovviamente nulla. Ma i documenti preparatori mettono in chiaro che l’Amazzonia in realtà è il pretesto per sviluppare piani pastorali proposti come un nuovo paradigma per tutta la Chiesa e la società.
E quindi?
Per risolvere la presunta crisi ambientale antropica, nei testi preparatori dell’Assemblea sinodale viene proposto a tutto il mondo – a imitazione della vita tribale amazzonica – un modello collettivista e pauperista. Vi è poi una totale confusione tra piano temporale e piano spirituale: si dice infatti che la Chiesa non fa missione col Vangelo, ma attraverso proposte socio-economiche, e stabilisce inoltre quale deve essere il giusto modello di società. I documenti pre-sinodali criticano le missioni tradizionali, le quali vengono accusate di aver cercato d’imporre il Vangelo secondo la mentalità europea. Si promuove così un nuovo paganesimo, compresa la stregoneria diffusa nelle regioni amazzoniche.
Il rinnegamento di centinaia di anni di tradizione missionaria?
Sì, e mentre si rinnega l’evangelizzazione storica, si promuove l’adattamento agli usi e costumi religiosi dei popoli pagani, anche attraverso l’ordinazione di ministeri ordinati pensati secondo la cosmovisione indigena. Ciò comporterebbe l’abrogazione, almeno parziale, del celibato sacerdotale e l’introduzione di nuovi ministeri per le donne (non si capisce ancora se saranno le famose “diaconesse”). Ma c’è di più. Questi ministeri sarebbero espressione non di una vocazione particolare riconosciuta dalla Gerarchia, ma del sistema tribale di leadership: sono dunque autenticamente ugualitari, a volte persino pro-tempore. Tutto ciò evidentemente stravolge la costituzione divina della Chiesa.
Ecco allora che la bomba Amazzonia ne contiene molte altre che esploderanno ovunque, anche fuori dalla regione sudamericana: le materie toccate vanno dall’antropologia alla sociologia, sino alla più alta ecclesiologia.
Cosa sta succedendo davvero in Amazzonia?
Gli incendi, secondo i dati delle autorità brasiliane, sono per numero nella norma di quanto avviene nel periodo di siccità. L’Amazzonia è grande quanto l’Europa. Non ci sono forse stati incendi nelle Baleari, in Francia, in Grecia durante questa estate? Ovviamente sì. In America Latina, in realtà è stato il marxista boliviano Evo Morales il responsabile dei più grandi incendi amazzonici. Eppure nessuno ne parla. Il fatto è che in Brasile c’è un governo conservatore, che si oppone all’internazionalizzazione dell’Amazzonia e che confuta, dati scientifici alla mano, l’idea che tale foresta sia il polmone del pianeta, di cui tanto si parla. Oltretutto è un governo che sta facendo tutto il possibile per spegnere i roghi.
Viene allora il sospetto che la grancassa mediatica sugli incendi abbia qualcosa a che vedere con l’arrivo a New York di Greta e, soprattutto, con il Sinodo pan-amazzonico di ottobre, i cui documenti preparatori minacciano di far passare le tanto amate ricette socialiste e anti-occidentali.
Nel Settecento molti atei illuministi avvalorarono il “mito del buon selvaggio” di Rousseau, salvo poi mutare opinione una volta accortisi che i primitivi della Guyana praticavano l’abbandono dei vecchi e dei malati, superstizioni, oppressione delle donne. Siamo ancora fermi lì?
La teoria tribalista presente nei documenti preparatori del Sinodo ha come base gli esperimenti compiuti negli anni Settanta e Ottanta, specialmente in Brasile e nel Chiapas messicano. Tali esperimenti sono stati condannati dalla Santa Sede sotto i pontificati precedenti. Ma oggi a Roma risultano vincenti. Per capire che siamo esattamente di fronte al mito del buon selvaggio, basti leggere quanto affermava il documento conclusivo della prima Assemblea nazionale brasiliana della pastorale indigena dei vescovi nel 1975: “Gli indios non sono stati ancora corrotti da questo sistema in cui viviamo. La Chiesa deve portare una reale speranza per l’oppresso. ´Loro erano fratelli, avevano in comune ogni cosa´. […] Gli indios già vivono le beatitudini. Non conoscono la proprietà privata, il lucro, la concorrenza. Possiedono una vita essenzialmente comunitaria in equilibrio perfetto con la natura. Non depredano, non attentano contro l’ecologia, vivono in armonia”.
Fonte: La Verità, 20-09-19
Cari amici,
prosegue il nostro sforzo per tenervi costantemente informati sulle notizie riguardanti il Sinodo Panamazzonico.
Vi ricordiamo che giorno 5 ottobre si terrà a Roma il convegno internazionale “Amazzonia: la posta in gioco” presso l’Hotel Quirinale a partire dalle 9.30 del mattino (ingresso gratuito). Qui potrete scaricare il programma completo (ci si può anche iscrivere al pranzo a pagamento, è facoltativo).
Annunciamo inoltre che sarà possibile seguire l’evento in streaming: presto saranno forniti maggiori dettagli.
Di seguito gli ultimi importanti aggiornamenti caricati sul sito:
Editoriale/ La gestazione del Sinodo Panamazzonico viene da lontano: un brasiliano vide, previde e allertò – Marcos Machado
Durante la vacanza della Sede di Pietro nel 1978 e a pochi giorni dal Conclave che avrebbe eletto Papa Giovanni Paolo II, il Prof. Plinio Corrêa de Oliveira – tramite un articolo sulla Folha de São Paulo – indirizzò una Lettera al Papa Ignoto. E, ancora una volta, vide lontano, previde e lanciò un grido di allarme.
Il Sinodo sull’Amazzonia propone “una nuova Chiesa”, avverte leader cattolico – Diane Montagne
I documenti guida per il prossimo Sinodo Panamazzonico contengono “il progetto di una nuova Chiesa”, sono permeati di “tribalismo” e presentano la “stregoneria” come un nuovo paradigma per la teologia. LifeSiteNews ha parlato con Julio Loredo, editorialista del notro sito, in vista della conferenza del 5 ottobre a Roma intitolata “Amazzonia: la posta in gioco”.
Il neocolonialismo europeo al sinodo dell’Amazzonia – Stefano Fontana
La teologia della liberazione, la teologia del popolo, il sinodo dell’Amazzonia hanno pensato e pensano di esprimere una teologia non europea, non accademica, non ufficiale, ma una teologia latinoamericana, nata dalla storia, rivoluzionaria. Ma non si avvedono che proprio la categoria centrale di una teologia storica in cui il punto di partenza non sia la fede apostolica ma la concretezza esistenziale è una categoria importata dall’Europa. E chi sono i colonialisti?
La liturgia secondo i promotori del Sinodo per la regione panamazzonica: comunione con Dio o con gli “spiriti” (maligni)? – José Antonio Ureta
Passati 1700 anni, i fattucchieri non sono nelle case bensì nelle riunioni ecclesiali e molti premono affinché si celebrino i loro rituali nei templi, in nome della Chiesa… Come si è potuto oscurare fino a questo punto l’oro della fede e della disciplina? Riprendiamo sul nostro sito questo importante intervento pubblicato da Aldo Maria Valli sul suo blog Duc in Altum.
“IL SINODO AMAZZONICO SMINUISCE IL VANGELO” - Francesco Agnoli
In vista del Sinodo sull’Amazzonia, che inizierà in Vaticano il 6 ottobre prossimo, il quotidiano La Verità ha intervistato Juan Miguel Montes, direttore dell’ufficio Tradizione Famiglia Proprietà di Roma, tra gli animatori del Convegno internazionale sul Sinodo che si svolgerà il 5 ottobre all’Hotel Quirinale a Roma a partire dalle 9:30 del mattino.
Guerra “sporca” al celibato, i profeti scaldano i motori – Luisella Scrosati
Il Sinodo sull’Amazzonia, nel quale si cercherà di introdurre un clero uxorato, è alle porte. Ed i suoi profeti iniziano a predicare. Come don Giovanni Nicolini, il prete dossettiano che parla di abolizione del celibato. Ma scivola – e parecchio – sulla storia e la teologia. A cominciare dalla negazione del dono del celibato, in aperta contraddizione con l’insegnamento di Papa Giovanni Paolo II.
Preghiamo per la Chiesa!
Il 5 ottobre, alle ore 14:30 in largo Giovanni XXIII, è stato annunciato una preghiera pubblica per la Chiesa per rispondere a quello che è divenuto un sentire comune: la Sposa di Cristo sta vivendo la sua Passione. Ecco le motivazioni degli organizzatori.
Il vero pericolo “scisma” arriva dalla Germania – Marco Tosatti
Corsa contro il tempo in Vaticano per evitare che il Sinodo della Chiesa tedesca, contemporaneo a quello dell’Amazzonia, si trasformi in un Concilio che la trasformi in Chiesa nazionale. La settimana prossima, il presidente della Conferenza episcopale tedesca, il cardinale Reinhard Marx, incontrerà a Roma il prefetto della Congregazione dei vescovi, Marc Ouellet, ma ci sono fondati timori che Marx non si convinca a fermare il processo che ha come obiettivo cambiare la dottrina cattolica in materia di celibato sacerdotale, omosessualità, ordinazione delle donne.
MONS. ANTÔNIO ROSSI KELLER PREVEDE TEMPI DIFFICILI PER LA CHIESA CON IL SINODO SULL’AMAZZONIA – Osservatorio Sinodo Amazzonia
Un altro vescovo esprime le sue perplessità e preoccupazioni sul Sinodo per l’Amazzonia.
Mons. Antônio Rossi Keller, vescovo della diocesi brasiliana di Frederico Westphalen (Rio Grande do Sul), sul suo profilo Instagram ha postato l’immagine di una barca nel mare in tempesta, avvertendo i suoi fedeli che stanno per arrivare tempi difficili per la Chiesa.
Perché i cattolici devono restare vicini alla Vergine Maria per sopravvivere alla grande apostasia – Padre Serafino M. Lanzetta
Sembra che viviamo in una grande apostasia in cui l’impegno sociale con il mondo ha preso il posto della fede soprannaturale. Al centro della nostra cura pastorale c’è ora una preoccupazione per la conservazione della foresta pluviale amazzonica, che è considerata un ambiente idilliaco, il modello di ogni vita buona e sana. Ancora più sconcertante è che il territorio dell’Amazzonia venga presentato come un “luogo teologico”, in cui dovremmo conoscere la (nuova) Rivelazione di Dio per vivere la nostra fede in un modo più ecologico. Nessuna importanza viene data a Cristo come Salvatore o al peccato.
Vittorio Messori: “La Chiesa non è di Bergoglio” – Bruno Volpe
“La Chiesa non è di Bergoglio, ma di Cristo. Certo, sono preoccupato”: l’affondo è del notissimo scrittore cattolico e giornalista di fama internazionale Vittorio Messori.
Cordialmente,
Samuele Maniscalco - Ufficio TFP Roma
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