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sabato 12 maggio 2018

Ancona. Comunione sulle mani "obbligatoria": la denuncia canonica per il "gravissimo arbitrio contro le nome della Chiesa". Sconfitte l'obbedienza, la carità e il buon senso.

Ormai non resta che cambiar chiesa ai fedeli anconetani della Parrocchia della Sacra Famiglia che, in virtù  delle disposizioni vigenti di Santa Madre Chiesa, della suprema legge della carità, e del buon senso umano desiderano comunicarsi sulla bocca .
L'atteggiamento incredibilmente cocciuto e irremovibile del parroco della Sacra Famiglia che ha reso "permanentemente obbligatoria" la Comunione sulle mani nella sua parrocchia viene intepretato dal popolo come se egli possa godere di potenti appoggi  ( o in piazza del Senato oppure da qualche suo confratello della Congregazione del Culto Divino) che lo rendono impermeabile ai provvedimenti disciplinari che in casi analoghi sono invece puntualmente arrivati.
La Nuova Bussola quotidiana ha scritto: "Ad Ancona i fedeli della Parrocchia dei salesiani di Corso Carlo Alberto le stanno provando tutte da quando il parroco, arbitrariamente, ha deciso di non distribuire più la Comunione in bocca. "La comunione verrà distribuita solo in mano", va ripetendo da qualche tempo a questa parte il sacerdote. C'è anche un video che sta girando su Facebook che lo prova. Molti fedeli che invece desiderano ricevere l'Ostia santa in bocca, e magari anche in ginocchio, hanno dapprima chiesto spiegazioni al reverendo, il quale non ne ha date, arrogandosi il diritto di decidere su queste cose. Diritto che invece, lo vedremo con i documenti appositi, non può vantare". 
La vicenda anconetana ha decretato la momentanea, apparente sconfitta della carità che un Consacrato deve praticare sempre e in ogni circostanza. 
La vicenda anconetana ha decretato la momentanea, apparente sconfitta della devozione verso la Santissima Eucaristia offuscata e umiliata dall'orgoglio umano di chi vuole comandare dall'altare  invece che  mettersi in ascolto delle pecorelle del suo gregge affidate alle sue cure pastorali.
La vicenda anconetana ha decretato  la momentanea, apparente sconfitta dell'umiltà che sia i Consacrati che i  fedeli debbono indistintamente coltivare in cuore nell'esercizio della docile obbedienza al Magistero della Chiesa.  
La vicenda anconetana ha decretato  la momentanea, apparente sconfitta del buon senso umano che pare essere scomparso nella comunità salesiana di corso Carlo Alberto.
Una bruttissima vicenda di cui la stupenda comunità ecclesiale di Ancona non aveva bisogno e di cui si sta vergognando. 
Che la Madonna Santissima "Regina Sanctorum omnium";  San Ciriaco Vescovo e Martire, Patrono di Ancona; i Santi Compatroni Liberio e Marcellino, il Beato Antonio Fatati , il Beato Gabriele Ferretti e tutti i Santi venerati nel capoluogo dorico aiutino gli anconetani fedeli alle leggi della chiesa in questo difficile momento di prova e di sofferenza. 
AC
Gli altri post di MiL sulla triste vicenda anconetana QUI e QUI

LA DENUNCIA CANONICA 
Il sottoscritto GIORGIO NICOLINI presenta DENUNCIA CANONICA a norma del n.184 dell’Istruzione REDEMPTIONIS SACRAMENTUM In Ancona, nella Chiesa dei Salesiani (Corso Carlo Alberto) UN GRAVISSIMO ARBITRIO CONTRO LE NORME DELLA CHIESA Si richiede CON URGENZA – CON CARITA’ MA NELLA VERITA’ - l'intervento autoritativo del Vescovo di Ancona Mons. ANGELO SPINA a far rispettare le NORME DELLA CHIESA e la COSCIENZA DEI FEDELI. 
Nella parrocchia dei Salesiani di Ancona, infatti, è ora "obbligatoria" e "permanentemente" - a modo di vera "imposizione" - la Comunione SOLO sulle mani, trasgredendo GRAVEMENTE LE NORME DELLA CHIESA. In tali casi i fedeli non sono tenuti all'obbedienza. 
Si rammenta, in proposito, come ribadito nella Istruzione REDEMPTIONIS SACRAMENTUM, che il MODO ORDINARIO della Comunione è quello di riceverla in bocca, mentre la comunione sulla mano è SOLO UNA PERMISSIONE, da proibirsi nei casi di pericolo di profanazione (n.92). 
In proposito la suddetta Istruzione ammonisce: [11.] 
Troppo grande è il Mistero dell’Eucaristia «perché qualcuno possa permettersi di trattarlo con arbitrio personale, che non ne rispetterebbe il carattere sacro e la dimensione universale».
Chi al contrario, anche se Sacerdote, agisce così, assecondando proprie inclinazioni, lede la sostanziale unità del rito romano, che va tenacemente salvaguardata, e compie azioni in nessun modo consone con la fame e sete del Dio vivente provate oggi dal popolo, né svolge autentica attività pastorale o corretto rinnovamento liturgico, ma priva piuttosto i fedeli del loro patrimonio e della loro eredità. 
Atti arbitrari, infatti, non giovano a un effettivo rinnovamento, ma ledono il giusto diritto dei fedeli all’azione liturgica che è espressione della vita della Chiesa secondo la sua tradizione e la sua disciplina. 
Inoltre, introducono elementi di deformazione e discordia nella stessa celebrazione
eucaristica che, in modo eminente e per sua natura, mira a significare e realizzare mirabilmente la comunione della vita divina e l’unità del popolo di Dio.
Da essi derivano insicurezza dottrinale, perplessità e scandalo del popolo di Dio e, quasi inevitabilmente, reazioni aspre: tutti elementi che nel nostro tempo, in cui la vita cristiana risulta spesso particolarmente difficile in ragione del clima di «secolarizzazione», confondono e rattristano notevolmente molti fedeli. Si rammenta ancora che la violazione e la disubbidienza dei sacerdoti alle NORME DELLA CHIESA – come ribadite dalla Istruzione REDEMPTIONIS SACRAMENTUM - costituisce anche “PECCATO GRAVE”. 

Ancona, lì 7 maggio 2018 
Prof. GIORGIO NICOLINI 

Istruzione REDEMPTIONIS SACRAMENTUM, 25 marzo 2004, Congregazione per il Culto Divino e la Disciplina dei Sacramenti, su mandato ed approvazione di San Giovanni Paolo II: [90.] «I fedeli si comunicano in ginocchio o in piedi, come stabilito dalla Conferenza dei Vescovi», e confermato da parte della Sede Apostolica. «Quando però si comunicano stando in piedi, si raccomanda che, prima di ricevere il Sacramento, facciano la debita riverenza, da stabilire dalle stesse norme». [91.] Nella distribuzione della santa Comunione è da ricordare che «i ministri sacri non possono negare i sacramenti a coloro che li chiedano opportunamente, siano disposti nel debito modo e non abbiano dal diritto la proibizione di riceverli». 
Pertanto, ogni cattolico battezzato, che non sia impedito dal diritto, deve essere ammesso alla sacra comunione. 
Non è lecito, quindi, negare a un fedele la santa Comunione, per la semplice ragione, ad esempio, che egli vuole ricevere l’Eucaristia in ginocchio oppure in piedi. [92.] 
Benché ogni fedele abbia sempre il diritto di ricevere, a sua scelta, la santa Comunione in bocca, se un comunicando, nelle regioni in cui la Conferenza dei Vescovi, con la conferma da parte della Sede Apostolica, lo abbia permesso, vuole ricevere il Sacramento sulla mano, gli sia distribuita la sacra ostia. 
Si badi, tuttavia, con particolare attenzione che il comunicando assuma subito l’ostia davanti al ministro, di modo che nessuno si allontani portando in mano le specie eucaristiche. 
Se c’è pericolo di profanazione, non sia distribuita la santa Comunione sulla mano dei fedeli. [93.] 
È necessario che si mantenga l’uso del piattino per la Comunione dei fedeli, per evitare che la sacra ostia o qualche suo frammento cada. [94.] 
Non è consentito ai fedeli di «prendere da sé e tanto meno passarsi tra loro di mano in mano» la sacra ostia o il sacro calice. In merito, inoltre, va rimosso l’abuso che gli sposi durante la Messa nuziale si distribuiscano in modo reciproco la santa Comunione. [184.] 
Ogni cattolico, sia Sacerdote sia Diacono sia fedele laico, ha il diritto di sporgere querela su un abuso liturgico presso il Vescovo diocesano o l’Ordinario competente a quegli equiparato dal diritto o alla Sede Apostolica in virtù del primato del Romano Pontefice. 
È bene, tuttavia, che la segnalazione o la querela sia, per quanto possibile, presentata dapprima al Vescovo diocesano. 
Ciò avvenga sempre con spirito di verità e carità. [177.] «Poiché deve difendere l’unità della Chiesa universale, il Vescovo è tenuto a promuovere la disciplina comune a tutta la Chiesa e perciò a urgere l’osservanza di tutte le leggi ecclesiastiche. Vigili che non si insinuino abusi nella disciplina ecclesiastica, soprattutto nel ministero della parola, nella celebrazione dei sacramenti e dei sacramentali, nel culto di Dio e dei Santi». 

***
"Quaranta giorni fa i fedeli della Città Dorica ebbero il cuore lacerato da infinita sofferenza allorché il loro Arcivescovo aveva comunicato: "Con profondo dolore vi do notizia che nella serata del 22 marzo 2018, nella chiesa parrocchiale di San Francesco alle Scale, mani ignote e sacrileghe hanno forzato il tabernacolo e derubato due pissidi con la SS. Eucaristia. É un terribile gesto che offende gravemente Dio e lacera in profondità il cuore della nostra Chiesa locale, perché non c’è nulla di più prezioso, nella Chiesa di Dio, della Santa Eucarestia. É un atto inaudito, compiuto volutamente per sottrarre le Sacre Specie e utilizzarLe per chissà quali fini sacrileghi. Chi ha compiuto questo gesto è incorso nella scomunica, la cui assoluzione è riservata solo alla Santa Sede, data la gravità dell’atto (scomunica latae sententiae secondo il can 1367 del CIC). I nostri cuori si uniscono nella preghiera di riparazione e di adorazione, nella richiesta di conversione per chi ha oltraggiato il Signore Gesù presente nella SS. Eucaristia. Invito tutti i sacerdoti, in questa settimana, a celebrare una santa Messa per la remissione dei peccati, e a vivere un momento di adorazione con la propria comunità, possibilmente il giovedì santo 29 marzo. Io stesso celebrerò l’Eucaristia il 23 marzo alle ore 18.00 nella chiesa di S. Francesco alle Scale e con la comunità parrocchiale sosterò orante davanti alla SS. Eucaristia, per adorare e chiedere misericordia" (Cfr. Comunicato dell'Arcivescovo Mons. Angelo Spina). Difatti, specie nella sera del Giovedì Santo, tantissimi fedeli hanno accolto l'invito del loro Arcivescovo pregando e vegliando davanti al Santissimo Sacramento e diverse famiglie hanno fatto voto di onorare con una degna condotta di vita Gesù presente realmente nelle Specie Eucaristiche. Fra le più diffuse, recenti forme riparatorie e devozionali verso la Santissima Eucaristia c'è quella di astenersi dall'insana pratica della "comunione sulle mani". Per tutta risposta a tanta ammirevole e rinnovata devozione eucaristica di tante buone anime nella Parrocchia della Sacra Famiglia di ANCONA (Salesiani di Don Bosco, corso Carlo Alberto), sabato 21 e domenica 22 aprile 2018, è stata annunciata alla prefestiva del sabato e la domenica, alla messa delle 11,30, la distribuzione della comunione SOLO ed ESCLUSIVAMENTE (maiuscole originali N.d.R.) sulla mano" con anche – da talune testimonianze - gravi atti esteriori impositivi e irriverenti dell’Ostia a chi si rifiutava di riceverla sulle mani, rasentando persino il limite di una denuncia per “VIOLENZA PRIVATA” da parte del fedele scandalizzato. 

Cfr. in Internet: https://www.facebook.com/giorgio.nicolini/videos/10216149050069804/

7 commenti:

  1. Chiesa ( non più cattolica !), vittima dell'arbitrio di ogni prete arrogante, lasciato fare con il subdolo pretesto di ' esigenze pastorali'. Cosa farà l'arcivescovo che ben conosceva come la pensava quel parroco, ben adeguato al relativismo portato fin sull'altare, divenuto legge con Bergoglio ?

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  2. Fra le varie fantasticherie che gli anconetani stanno collezionando sul caso della parrocchia della sacra Famiglia è spuntata anche quella di una misteriosa malattia infettiva che imporrebbe di distribuire la comunione solo sulle mani (in pratica il prete con grande spirito di grande altruismo penserebbe solo alla sua salute... evitando ogni tipo di contagio con il fedele...). Se la cosa fosse vera sarebbero intervenuti la Prefettura e anche gli uffici sanitari... Tutte baggianate per tentare di giustificare una "scelta" ideologica...

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  3. Cominciate a non andare più al Novus Horror Missae e poi ne riparliamo...

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    1. La penso come te ma non occorre fare inviti del genere, le chiese sono già deserte...

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  4. Ormai è certo che il fondo è quasi raggiunto.

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  5. Buffoni che finiranno la' dove c'è pianto e stridore di denti.

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