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mercoledì 28 febbraio 2018

TFP. Filiale dichiarazione di resistenza alla Ostpolitik vaticana

Dagli amici della TFP italiana un contributo alla scandalosa vicenda del possibile accordo tra la Cina  comunista e la S. Sede (inter alia vedere QUI, QUI, QUI, QUI e QUI).
QUI il primo documento contro l'Ostpolitik vaticana, addirittura pubblicato nel 1974 dalla TFP sulla rivista Cristianità: veramente da leggere. 
L


San Paolo, 25 Febbraio 2018


Emmo. Sig.

Cardinale Joseph Zen Ze-kiun
Hong Kong - Cina


Eminenza Rev.ma,
L’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira, associazione civile che continua l’opera dell’insigne professore da cui prende il nome, e associazioni autonome e consorelle nei cinque continenti, si dedicano a difendere i valori fondamentali della Civiltà Cristiana. I suoi direttori, membri e simpatizzanti sono cattolici apostolici romani che combattono gli assalti del comunismo e del socialismo.
La posizione fondamentalmente anticomunista, frutto delle convinzioni cattoliche dei membri delle nostre organizzazioni, si è vista rinvigorita dalla eroica resistenza della “Chiesa clandestina” cinese
fedele a Roma. I suoi vescovi, sacerdoti e milioni di cattolici rifiutano di sottomettersi alla cosiddetta “Chiesa patriottica”, scismatica rispetto a Roma e interamente sottoposta al potere centrale di Pechino.
“Beati i perseguitati per causa della giustizia, perché di essi è il regno dei cieli. ” (Mt 5, 10); “Se il mondo vi odia, sappiate che prima di voi ha odiato me. Se foste del mondo, il mondo amerebbe ciò che è suo; poiché invece non siete del mondo, ma io vi ho scelti dal mondo, per questo il mondo vi odia” (Gv 15, 18-19).
Queste divine parole di Nostro Signore Gesù Cristo esprimono la nostra ammirazione per l’unica Chiesa Cattolica in Cina - oggi sotto lo stivale comunista - che ha in Vostra Eminenza un insigne membro e portavoce. Noi vediamo in questi cattolici perseguitati gli stessi fratelli nella fede ai quali venne indirizzata la Dichiarazione di Resistenza redatta dall’eminente leader cattolico brasiliano prof. Plinio Corrêa de Oliveira (1908-1995), fondatore della Società Brasiliana di Difesa della Tradiazione, Famiglia e Proprietà, e ispiratore delle TFP ed entità affini nei diversi continenti. Il documento che fa seguito a questa lettera si intitola La politica di distensione vaticana verso i governi comunisti - Per la TFP: cessare la lotta o resistere? 
Come Vostra Eminenza potrà vedere in questa Dichiarazione, del 1974, la diplomazia vaticana nell’Europa dell’Est e in America Latina perseguiva una scaltra politica di avvicinamento ai regimi comunisti, deleteria per i veri cattolici, e che sarebbe sfociata nella sottomissione della Santa Chiesa Cattolica ai despoti rossi.
Il 7 aprile 1974, il giornale della più grande città del Sud America (cfr. O Estado de São Paulo) riportò un’intervista di mons. Agostino Casaroli in cui affermava che nella sventurata isola di Cuba, oppressa dal comunismo castrista, "i cattolici sono felici sotto il regime socialista". Ed aggiungeva: “la Chiesa cattolica cubana e la sua guida spirituale cercano sempre di non creare alcun tipo di problema al regime socialista che governa l’isola”.
Queste dichiarazioni dell’alto inviato vaticano – che coincidevano con prese di posizione di altri prelati collaborazonisti col comunismo – provocarono dolorose sorprese e traumi morali nei cattolici che seguivano l’immutabile dottrina sociale ed economica insegnata da Leone XIII, Pio XI e Pio XII. Questa Ostpolitik, com’è stata chiamata, era fonte di perplessità e angosce, e suscitava nel più imtimo di molte anime il più pungente dei drammi. Poiché, ben oltre le questioni sociali ed economiche, tali perplessità toccavano ciò che vi è di più fondamentale, vivo e dolce nell’anima di un cattolico apostolico romano: il suo vincolo spirituale con il Vicario di Gesù Cristo.
La diplomazia di distensione del Vaticano con i governi comunisti sollevava un dubbio alquanto imbarazzante: è lecito ai cattolici non seguire la direzione indicata dalla Santa Sede? È lecito cessare la resistenza al comunismo?
In questo momento, ci troviamo in una situazione analoga - ma più pericolosa - con la politica vaticana nei confronti della cosiddetta Chiesa Patriottica sottomessa a Pechino.
Infatti, nel mondo cattolico ha destato stupore la notizia della visita in Cina di una delegazione vaticana guidata dall’arcivescovo Claudio Maria Celli che, in nome di papa Francesco, ha chiesto ai legittimi pastori delle diocesi di Shantou e Mindong di consegnare le loro diocesi e le loro greggi ai vescovi illegittimi nominati dal governo comunista in contrasto con la Santa Sede. Come se non bastasse, sono giunte come terrificante e amplificata ripetizione delle dichiarazioni di mons. Casaroli a Cuba, le parole di mons. Marcelo Sánchez Sorondo, Cancelliere della Pontifica Accademia delle Scienze e dell’Accademia Pontificia delle Scienze Sociali, noto come consigliere molto vicino al Santo Padre. Secondo la versione spagnola del portale Vatican Insider, che fa capo a La Stampa di Torino, il 2 febbraio scorso, egli ha dichiarato: “In questo momento, quelli che meglio mettono in pratica la dottrina sociale della Chiesa sono i cinesi […]. I cinesi cercano il bene comune, subordinano le cose al bene generale”.
Dopo aver visitato il Paese schiacciato da una dittatura ancor più dura di quella cubana, mons. Sánchez Sorondo, alla maniera di mons. Casaroli, ha aggiunto: “Ho incontrato una Cina straordinaria. Quello che la gente non sa è che il principio fondamentale cinese è: lavoro, lavoro, lavoro […]. Non ci sono 'baraccopoli', non c’è droga, i giovani non prendono droga. […]. [La Cina] sta difendendo la dignità della persona […]”.
Nemmeno una parola sulla persecuzione religiosa che il comunismo infligge ai nostri fratelli nella fede - vescovi, sacerdoti e fedeli prigionieri -, e neppure sulla violazione sistematica e universale dei diritti fondamentali dell’uomo, creato a immagine e somiglianza di Dio.
Le affermazioni false e controverse di questo alto prelato vaticano vanno molto oltre le stesse dichiarazioni di mons. Casaroli a Cuba nel lontano 1974 e feriscono ancora di più la retta coscienza cristiana.
Il dramma dell’attuale situazione dei cattolici cinesi è quello di tutti i fedeli che desiderano perseverare davanti al Leviatano comunista. Ieri come oggi, spinti dalla diplomazia della Santa Sede ad accettare un accordo iniquo con il regime comunista, sono posti di fronte a un gravissimo problema di coscienza: è lecito dire no alla Ostpolitik vaticana e continuare a resistere al comunismo, fino al martirio se fosse necessario?
Nella summenzionata Dichiarazione di Resistenza, il prof. Plinio Corrêa de Oliveira asseriva (senza essere stato ripreso da Paolo VI e dai suoi successori) che per i cattolici non soltanto è lecito ma persino doveroso imitare l’atteggiamento di resistenza dell’apostolo San Paolo al primo Papa San Pietro:
“ ‘Resistenza’ è la parola che abbiamo scelto di proposito, perché è usata dallo stesso San Paolo per definire il suo atteggiamento. Poiché il primo Papa, San Pietro, aveva preso misure disciplinari volte a lasciare nel culto cattolico alcune pratiche dell’antica Sinagoga, San Paolo vide in questo un grave rischio di confusione dottrinale e di danno per i fedeli. Allora si levò e "resistette in faccia" a San Pietro (Gal 2, 11). Questi non vide, nel gesto energico e ispirato dell’Apostolo delle Genti, un atto di ribellione, ma di unione e di amore fraterno. E, sapendo bene in cosa era infallibile e in cosa non lo era, cedette di fronte agli argomenti di San Paolo. I santi sono modelli dei cattolici. Nel senso in cui San Paolo resistette, il nostro stato è di resistenza.
“Resistere significa che consiglieremo ai cattolici di continuare a lottare contro la dottrina comunista con tutti i mezzi leciti, in difesa della Patria e della Civiltà Cristiana minacciate.
“Resistere significa che mai ci serviremo dei mezzi indegni della contestazione, e ancor meno che assumeremo atteggiamenti che in qualsiasi punto si discostino dalla venerazione e dalla ubbidienza che si deve al Sommo Pontefice, nei termini del diritto canonico.
“La Chiesa non è, la Chiesa non è mai stata, la Chiesa non sarà mai un tale carcere per le coscienze. Il vincolo di ubbidienza al Successore di Pietro, che mai romperemo, che amiamo dal più profondo della nostra anima, al quale tributiamo il meglio del nostro amore, questo vincolo noi lo baciamo nel momento in cui, macerati dal dolore, affermiamo la nostra posizione. E in ginocchio, fissando con venerazione la figura di S.S. Papa Paolo VI, noi gli manifestiamo tutta la nostra fedeltà.
“Con questo atto filiale diciamo al Pastore dei Pastori: la nostra anima è Vostra, la nostra vita è Vostra. Ordinateci ciò che desiderate. Solo non comandateci di incrociare le braccia di fronte al lupo rosso che attacca. A questo si oppone la nostra coscienza”.
Sempre negli anni Settanta, nelle gloriose schiere dell’episcopato cinese abbiamo avuto la gioia di constatare la resistenza impavida dell’illustre conterraneo di Vostra Eminenza, l’Emmo. Cardinale Paul Yü Pin, allora arcivescovo di Nanchino e rettore dell’Università Cattolica di Taipei, Taiwan (cfr. The Herald of Freedom, del 15 febbraio 1974, in un lancio del Religious News Service).
Il porporato dichiarò alla citata agenzia (come oggi conferma Vostra Eminenza) che sarebbe un’illusione sperare che la Cina comunista modifichi la sua politica antireligiosa.
Corrobora tale affermazione lo stesso presidente Xi Jinping, il quale al XIX Congresso del PC ha sottolineato che “la cultura […] dovrebbe essere utilizzata per la causa del socialismo d’accordo all’orientamento del marxismo” e perciò “la religione deve avere un ‘orientamento cinese’ e adattarsi alla società socialista guidata dal partito” (The Washington Post, 18-10-2017).
Tornando al cardinale Yü Pin, quarant’anni fa egli affermò: “Vogliamo rimanere fedeli ai valori perenni della giustizia internazionale […]. Il Vaticano può agire diversamente, tuttavia questo non ci commuoverà molto. Penso che sia illusoria la speranza che un dialogo con Pechino possa aiutare i cristiani del continente [cinese]. […] Il Vaticano non sta ottenendo nulla per i cristiani dell’Europa orientale. […] Se il Vaticano non può proteggere la Religione, non ha molta ragione di continuare con questo argomento. […] Vogliamo rimanere fedeli al nostro mandato, ma siamo vittime della repressione comunista. Sotto una tale approsimazione [del Vaticano con la Cina comunista], noi perderemmo la nostra libertà. Come cinesi noi dobbiamo lottare per la nostra libertà.”
A queste lucide e vigorose osservazioni, che ricordano la “resistenza in faccia” di San Paolo a San Pietro (Galati 2, 11), il prelato aggiunse questa commovente previsione: “C’è in Cina una Chiesa sotteranea. La Chiesa in Cina sopravvivrà, come i primi cristiani sono sopravvissuti nelle catacombe. E questo potrebbe significare una vera rinascita cristiana per i cinesi.”
Stando così le cose, l’Istituto Plinio Corrêa de Oliveira e le associazioni autonome e consorelle di tutto il mondo, come le migliaia di cattolici che aggiungono le loro firme a questo messaggio di supporto morale:
  1. Manifestano a Vostra Eminenza, a tutta la gerarchia, al clero e al popolo cattolico della Cina, la loro ammirazione e solidarietà morale, in quest’ora in cui urge innalzare la resistenza davanti al Moloch comunista e all’Ostpolitik vaticana. I vescovi e sacerdoti della Chiesa cinese clandestina e perseguitata che ora resistono, sono in questo momento per il mondo intero un simbolo vivo del “buon pastore che dà la propria vita per le sue pecore”.
  2. Affermano che dall’epico esempio degli attuali martiri che perseverano in Cina traggono stimolo, forza e speranza invincibili. Le nostre anime cattoliche acclamano queste nobili vittime “Tu gloria Jerusalem, tu laetitia Israel, tu honorificentia populi nostri” (Giuditta 15, 10). Questi martiri sono la gloria della Chiesa, la gioia dei fedeli, l’onore di coloro che continuano la lotta sacrosanta.
  3. Innalzano le loro preghiere a Nostra Signora Imperatrice della Cina, perché con premura di Madre soccorra e dia animo ai suoi figli che lottano per mantenersi fedeli nonostante circostanze così crudelmente ostili.

Adolpho Lindenberg
PRESIDENTE

5 commenti:

  1. Papa, cardinali, vescovi, semplici sacerdoti, sempre più frequentemente e spudoratamente tacciono la Verità (quella con la V maiuscola) e diffondono menzogne colossali, fabbricate da loro stessi o ripescate dalla rivoluzione modernista del C.V. II e dei papi conciliari (Roncalli e Montini), se non addirittura dalla rivoluzione luterana, calvinista, anglicana. Credono ormai di poter fare e dire tutto ciò che vogliono (e che per lungo tempo hanno covato nel loro animo carico di odio), pensando di aver vinto su tutta la linea, e di aver così la possibilità di imporre a tutti le loro folli idee. Ai recalcitranti viene imposto il silenzio, con minacce, intimidazioni, ricatti, specialmente se appartenenti al clero, ma ce n’è anche per i laici, gli intellettuali difensori della Tradizione cattolica bimillenaria, della Chiesa preconciliare, dei suoi papi, dei suoi santi, dei suoi martiri: emarginazione, dileggio, diffamazione, eventuale ricorso al “braccio secolare” con querele per diffamazione.

    Alcuni esempi di menzogne spudorate (pura gnosi, “verbum massonicum”) :
    * tutte le religioni conducono alla salvezza (ecumenismo relativista e sincretista, anticamera dell’ateismo, come insegna S. Pio X) ;
    * gli ebrei sono i nostri fratelli maggiori, ci insegnano a leggere la Bibbia (altro che perfidi ebrei, per di più deicidi);
    * cristiani, ebrei, musulmani, professano tutti la stessa religione (la religione “del libro”, come se Corano, Torah e Santi Evangeli si equivalessero!) hanno tutti lo stesso Dio (negazione della SS.ma Trinità, dell’Incarnazione, Passione, Morte e Risurrezione di NSGC, i due misteri fondamentali del Cristianesimo);
    * anche Noi abbiamo il culto dell’uomo, disse più volte Paolo VI (antropocentrismo anziché cristocentrismo, immanentismo anziché trascendenza, silenzio totale sui Novissimi, cioè morte, giudizio, inferno e Paradiso);
    * tacita rinunzia all’evangelizzazione di tutte le genti (rifiuto di obbedienza a Cristo che, al momento della Sua Ascensione, lasciò tale compito ai Suoi discepoli ed a tutti i loro successori, fino alla fine dei tempi).....

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    1. L'accusa di deicidio da parte del popolo ebreo è alquanto forzata perché si sa che è stata una montatura del Sinedrio che " non sapeva quello che faceva". Il significa to di 'perfidus', come è noto, non è proprio quello che si è inteso dal Medio Evo in poi. Ovviamente le tre religioni ' monoteiste' non possono essere messe "tutte in un cestino" come diceva il card. Arinze, poiché il cristianesimo è fondato sull'Incarnazione del Verbo Divino, vera e propria bestemmia secondo gli altri. Chi lo nega non è cristiano né tanto meno cattolico,

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  2. ..... Il progressivo declino, o meglio il degrado, della convivenza civile nella seconda metà de secolo scorso ed in questo scorcio di terzo millennio è sicuramente dovuto all’azione dei progressisti in campo politico e dei modernisti (o meglio neomodernisti) in campo religioso, al loro tradimento del mandato ricevuto dai loro elettori (nel primo caso) e della fiducia che le pecorelle del gregge di Cristo hanno riposto in loro (nel secondo caso).
    Il tradimento dei politici è brutto, dato che carpisce la fiducia e la buona fede di coloro che li hanno votati, che poi passano da destra a sinistra (o viceversa) pur di rimanere in sella ai posti di potere, dando ad intendere di averlo fatto per il bene del Paese.
    Se il tradimento dei politici è grave, gravissimo è quello del clero, dei pastori di anime, e ciò poiché carpiscono la fiducia di chi si affida loro per giungere alla salvezza eterna, mentre invece viene dirottato verso l’abisso infernale, facendogli credere che continuando a comportarsi come già si comporta (cioè a peccare) il Signore lo perdoni “a prescindere” (direbbe Totò) e l’accolga comunque in Paradiso, malgrado l’impenitenza finale. Un clero di tal fatta non solo non lo si può più considerare cattolico, bisogna riconoscere che è passato dal servizio di Cristo al servizio di satana.
    In tal modo si consuma quello che potremmo definire “il tradimento peggiore”, in quanto attuato da chi mai si supporrebbe che potesse tradire il proprio mandato, essendogli questo stato affidato da Cristo stesso.
    Concludendo, vorrei citare la definizione di modernismo, termine con cui si indica, normalmente, la ribellione (dapprima tacita e nascosta, poi sempre più aperta ed arrogante, superba, orgogliosa) del clero contro Cristo e la Sua legge, proposta da un coraggioso esponente della Resistenza Cattolica Antimodernista, il professor Lamendola, :
    “il modernismo è questo: con la scusa di “aggiornare” la Chiesa, di mettere al passo la cultura cattolica con il mondo moderno, con la civiltà moderna e le sue “conquiste” vuole far entrare lo spirito del mondo dentro di esse, e, con il cavallo di Troia della compassione, del dialogo, della misericordia, dei muri da abbattere e dei ponti da gettare, sovvertire in maniera radicale il Magistero, stravolgere il Vangelo e in tal modo vanificare o distruggere i frutti della divina Rivelazione. Ora, se non si deve chiamare satanico tutto questo, non sapremmo davvero a che cosa si dovrebbe rivolgere un tale appellativo… “







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  3. I monsignori della diplomazia vaticana badano più alla forma che alla sostanza cioè ad onorare la fede del popolo cristiano. Un arcivescovo al quale esternavo le mie riserve sull'operazione di ostpolitik che portò al vessatorio allontanamento del confessore card. Mitzenty dal suo popolo, che per lui ha conservato la fede, mi ha risposto che era giusto perché consentiva la successione la quale poi non servì a nulla perché la persecuzione continuò indisturbata. Il fatto della Cina è ancora più grave perché comporterebbe la eretica nomina di ' vescovi' non scelti dalla Chiesa, ma dal potere politico. Torniamo alla lotta per le investiture quando papa Pasquale II cedette di fronte a Enrico V, ma subito dopo, per le proteste di tanti vescovi, riuniti in un Concilio nel Laterano, ritrattò. Oggi si adeguerebbero, ignorando l'implorazione dei veri cattolici cinesi che soffrono e hanno mille prove per non fidarsi del regime comunista, a differenza dei seduti in comode poltrone curiali.

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  4. Alla luce dei fatti, continuare a chiamare ' filialis' le esortazioni, le richieste di chiarimenti etc. come gli apostoli a Cristo sempre pronto a chiarire i loro dubbi, a chi non vuol sentire i fedeli a lui affidati e rifiuta il suo dovere apostolico, è un inutile controsenso e un dar credito a chi non lo merita.

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