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domenica 4 febbraio 2018

Breaking news dall'Arcidiocesi di Torino

Troviamo su La stampa dello scorso 3 febbraio, e volentieri divulghiamo:


Lezioni di fedeltà per i fidanzati gay. La diocesi: ritiro spirituale in convento

Torino, l’iniziativa del delegato dell’arcivescovo: “Meritate un amore esclusivo”



MARIA TERESA MARTINENGO, FABRIZIO ASSANDRI
TORINO
La diocesi di Torino dà lezione di fedeltà alle coppie gay. O, meglio, «la propone, perché non vogliamo erigerci troppo a maestri, ma vogliamo dire che anche i gay meritano la fedeltà». Don Gianluca Carrega, responsabile della «pastorale degli omosessuali», racconta di un personale sorpasso negli inviti ricevuti dai suoi amici: l’anno scorso ha partecipato a un solo matrimonio che potremmo definire «tradizionale», di una coppia etero, e a ben tre unioni civili gay.
«È stato bello, ogni volta una festa: quella legge ha portato molti frutti, io li ho visti e li riconosco», racconta il sacerdote che ha ricevuto l’investitura ufficiale dall’arcivescovo, monsignor Cesare Nosiglia.

Ma la legge sulle unioni civili aveva, per così dire, una lacuna, un compromesso, su cui s’è consumato un braccio di ferro nei giorni dell’approvazione: la legge sulle unioni civili alla fine non ha previsto, tra i diritti e i doveri della coppia, l’obbligo di fedeltà. Don Gianluca, che insegna Nuovo Testamento alla Facoltà Teologica torinese, lo definisce un paradosso. E per questo la Diocesi di Torino ha dedicato a questo tema un fine settimana di ritiro quaresimale rivolto alle coppie gay, intitolato «Degni di fedeltà».
Si terrà il 24 e il 25 febbraio in un istituto di suore, le Figlie della Sapienza. La due giorni avrà partecipanti single e coppie. Alla domanda se ci saranno camere matrimoniali, don Gianluca resta vago: «Non ci siamo ancora posti il problema, essendo un monastero, cercheremo di dare a ciascuno una “cella” singola». Ci saranno momenti di preghiera alternati alla riflessione. Un’iniziativa nuova ma con origini lontane: l’attenzione alla condizione spirituale, e più in generale sociale, di vita, delle persone omosessuali è incominciata a Torino - dove presso il Gruppo Abele di don Luigi Ciotti è attivo anche il Centro Studi e Documentazione Ferruccio Castellano - ormai molti anni fa, durante l’episcopato del cardinale Severino Poletto. Allora era stato incaricato del dialogo don Ermis Segatti, direttore della Pastorale della cultura.
«La legge può anche non prevedere l’obbligo di fedeltà - spiega don Gianluca - ma riflettendo sull’affettività dei gay, possiamo dire che ciascuno merita un amore esclusivo, unico. La legge può decidere quali siano i requisiti minimi, ma noi vogliamo parlare di qualità del rapporto».
Nell’incontro si discuterà «del valore della fedeltà e dell’amore, alla luce del messaggio biblico», insieme al padre gesuita Pino Piva. Non ci saranno facili ricette: «Su questi temi dobbiamo affiancare le coppie più che dirigere, d’altra parte non sarebbe onesto per chi, come me, è etero e celibe», dice don Gianluca.
La diocesi più avanti della Cirinnà? Le aperture di don Gianluca gli sono costate l’accusa, da parte della rivista ultracattolica «Il Timone», di essere un prete «omoeretico». Ma lui agisce in nome e per conto della diocesi, è uno dei pochissimi con un incarico ufficiale di questo tipo in Italia. E non ha paura di parlare di «controsenso» nell’insegnamento tradizionale della Chiesa. Se un uomo o una donna omosessuale ha rapporti occasionali, può confessarsi e ricevere i sacramenti. Se ha un’unione stabile e non un amore solo platonico la risposta spesso è no.
«Ma così rischiamo di fare tanti danni, incentivare tra i fedeli la clandestinità e la deresponsabilizzazione», dice. E il weekend di riflessione sulla fedeltà nasce anche per questo: «Una coppia credente che fa un’unione civile dovrà pur portare la sua fede religiosa all’interno della convivenza». Ma per don Gianluca il discorso è duplice, anche la Chiesa deve «fare una riflessione sul valore dell’affettività omosessuale». Perché, «come dice il vescovo di Nanterre, Gérard Daucourt, alcuni dei gay che decidono di vivere in coppia vi trovano una maggiore serenità e cercano di restare fedeli. E noi dobbiamo valorizzare ciò che di bello c’è nella loro vita».

Interessante, no? O vi sembra un po' dadaista? Comunque, è tutto vero: cioè, è stato tutto pubblicato su La stampa; se poi fosse una fake news, beh... avrebbero potuto confezionarla meglio. Perché,  a dirla tutta, una notizia come questa quasi quasi non riesce nemmeno a scandalizzarci. Perché fa troppo ridere. Sì, fa ridere: è comica. Sembra una scena de I soliti idioti: quella sit com in cui si rappresentavano surreali riunioni segrete in Vaticano in cui un paio di pretini stralunati formulavano proposte completamente assurde al Papa.

Comunque, anche in un fatto - o fattaccio - come questo è possibile rinvenire una morale: riusciamo a scoprire, alla fine, che la Provvidenza è spiritosa. Perché se questa è la neo chiesa trionfante, possiamo immaginare che cosa la aspetta: una risata la seppellirà.

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17 commenti:

  1. la Chiesa cattolica, auspici le ideologie bergogliane, è divenuta Sodoma e Gomorra. Non si potrà più andare oltre!

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  2. A me fa piangere. Perché la neo chiesa sempre chiesa è e quella vera non si sa dove sia. E se questa è la Chiesa allora l'umanità non ha più speranza ne'una guida ne' un 'luogo' per l'incontro col Dio vivo e vero.
    Non vogliono nemmeno ergersi troppo a maestri.... MA CHE CI STANNO A FARE??? A cosa hanno ridotto il luogo in cui Dio si è rivelato??? È evidente. Non ci credono più.

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    1. ne pleurez pas, cher lecteur.
      Il est plus que temps d'agir pour mettre "Amoris laetitia" hors la loi et s'il le faut, déposer le pape François 1er qui est d'ores et déjà hérétique.
      Si les cardinaux ne veulent pas se décider à rétablir pour de bon l'autorité morale de l'Eglise catholique, alors il faut appliquer le "principe de nécessité". Les fidèles sont aussi catholiques que les prélats par leur baptême, si l'on prend pour référence la définition de l'Eglise catholique dans le catéchisme de saint Pie X ("l'Eglise est la société des chrétiens par le baptême.... " cela commence comme cela ; ce n'est pas un hasard),
      C'est pourquoi, lorsque les cardinaux qui devraient le faire les premiers sont défaillants, les fidèles catholiques doivent se substituer à eux pour défendre l'intégrité de la foi catholique et demander un autre gouvernement dans l'Eglise.

      Henri Courivaud
      (Lione)

      Mi piace leggere i commenti e i articoli pubblicati da "Messa in latino", e mi dispiace non potere scrivere nello suo idioma perfettamente.

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    2. "MA CHE CI STANNO A FARE???". "E' evidente". PER DISTRUGGERE!!! Quindi,non è che "non ci credono più". Questi pervertiti e pervertitori sono stati mandati dall'inferno a DISTRUGGERE, DISTRUGGERE, DISTRUGGERE, a portare l'abominio della desolazione.

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  3. Nosiglia cardinale subito

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  4. Le iniziative di don Carrega e di suoi collaboratori, sono le uniche in Diocesi rivolte a persone di orientamento omosessuale.
    E' esistito un gruppo di apostolato Courage ma è venuto meno, più che altro per problematiche interne, ma anche perché pare che per volontà dell' Arcivescovo non possano coesister in Diocesi due programmi paralleli.

    Anche ammettendo che si vogliano accompagnare coloro che vivono in modo "libero" le proprie inclinazioni, vengono lasciati soli coloro che invece vogliono vivere secondo le indicazioni del Magistero.
    Costoro debbono arrangiarsi per conto loro.
    Come sto facendo io.

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  5. Ma voi di Messainlatino e i vostri Sacerdoti che ci state a fare ancora in questa Chiesa ?

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    1. E te cosa ci stai a fare ancora in questo blog? A parte il rosicare, s'intende.

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    2. A quale "Chiesa"?

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    3. Don Pasquale, mi sa che la domanda risulta troppo difficile, per quello delle 12:04 occorre il "disegnino"...

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    4. Dipende il significato che da lei alla "Chiesa" caro anonimo....

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  6. messainlatino potrebbe darci qualche delucidazione su come si esplica la sessualità sodomitica? sono un peccatore abituato ad andare con donne, sarei curioso di sapere cosa fanno tra loro i sodomiti. Grazie.

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    1. "sono un peccatore non abituato ad andare con donne"

      Ecco, così va meglio.

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  7. Quella vera dov'è? Mi sa che è a Econe...

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  8. Luxuria e i "femminielli" in processione...

    http://napoli.repubblica.it/cronaca/2018/02/02/news/montevergine-187877571/

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  9. Mi chiedo spesso : ma perché, perché moltissimi cardinali, vescovi, sacerdoti (seguendo l’esempio del papa che non si dichiara tale)rifiutano ostinatamente di ricordare che esiste l’inferno, e che i peccatori impenitenti (LGBT, abortisti, nemici storici di Cristo) ci finiranno sicuramente dentro? se lo è mai chiesto, direttore ? c’è chi ha trovato la risposta : essi, LORO, questo neoclero della neochiesa di satana (massonica, comunista, protestante, ecumenista suicida) lavora, più o meno consapevolmente, per Lucifero, non per Cristo, quindi fa di tutto affinché le anime vadano all’inferno, badando bene a che esse non se ne rendano conto : dottrina e precetti = pietre da scagliare contro poveri fratelli indifesi (anche se puttanieri, sodomiti, adulteri sacrileghi, ecc.), peccato=errore, fragilità; ravvedimento operoso e cambiament o di vita= accompagnamento delle fragilità (dove? ma all’inferno, assieme agli accompagnatori). Eretici e scismatici, così come non cristiani : non convertivi, né? non fate questa enorme sciocchezza, potreste rischiare di andare in Paradiso ! Una banda di criminali della fede, di assassini delle anime, come altrimenti definirli ? Possiamo solo pregare che l’Immcolata li converta (come fece con Ratisbonne e con Cornacchiola) o li sconfigga (come a Lepanto ed a Vienna). Libera nos a malo, Mater Dei !

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