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venerdì 4 novembre 2016

In Vaticano ci mancava Vandana Shiva. Eccola qua




Convegni vaticani di questi giorni: una volta grandi teologi e teologi, oggi seguaci della deep ecology e dei Centri Sociali veterocomunisti.
Vedi anche QUI per un aggiornamento dell'incontro vaticano.
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Questa volta non ci saranno né Evo Morales – non in quanto presidente della Bolivia ma come "cocalero", coltivatore di coca –, né l'ex candidato dell'ultrasinistra alle presidenziali americane Bernie Sanders, che per altri loro impegni non hanno potuto accogliere l'invito.
Ma in compenso, alla prossima terza convocazione da parte di papa Francesco dei "movimenti popolari" altermondialisti a lui tanto cari, in programma a Roma dal 2 al 5 novembre, accorrerà la più osannata guru dell'ecologismo, l'indiana Vandana Shiva.
Osannata e discussa. Fece rumore, due anni fa, la critica con cui non un giornale oscurantista di destra, ma la raffinata rivista culto del pensiero "liberal" che è "The New Yorker" ridusse in macerie le tesi della famosa ecologista. Non ne lasciò in piedi praticamente nessuna, a cominciare dall'idea che in India la modernizzazione dell'agricoltura abbia provocato un'enormità di suicidi tra i contadini ridotti alla disperazione.

Questo è il link al lungo e dettagliatissimo articolo del "New Yorker" – scritto da Michael Specter, da anni specialista della materia e già corrispondente da Roma e da Mosca per il "New York Times", – al quale seguirono una replica di Shiva, secondo cui tutti quelli che non la pensano come lei sono al soldo delle multinazionali, e una controreplica ancor più critica del direttore della rivista, David Remnick:
E questa è la diligente sintesi della disputa, che pubblicò l'insospettabile Luca Sofri su "Il Post":
Ma non c'è stato niente da fare. Shiva continua indefessa a sostenere le sue tesi apocalittiche, incurante del fatto che gli OGM consentano di sfamare miliardi di abitanti del pianeta e che grazie alla rivoluzione verde l'India è divenuta, da importatrice di 11 milioni tonnellate di grano nel 1966, produttrice ed esportatrice oggi di 200 milioni di tonnellate.
E tira avanti dritto, naturalmente, tra gli applausi degli ambientalisti alla moda e col conforto di quel libretto verde che per molti di loro è l'enciclica "Laudato si'".
Una delle ultime performance di Shiva è stato, a metà ottobre, il processo per crimini di lesa umanità imbastito contro la multinazionale biotech Monsanto "presso il Tribunale dell'Aia". Che non era però la nota corte penale internazionale, ma un teatrino messo su nella capitale olandese da una variegata coorte di attivisti anti OGM, con la guru indiana in grande spolvero. Lo pseudo processo si è concluso con la condanna in contumacia della Monsanto per "ecocidio", un reato anch'esso inventato per l'occasione. Tra i giurati c'era l'italiano Carlo Petrini, fondatore di Slow Food. Mentre tra i pubblici accusatori non poteva mancare il francese Gilles-Eric Séralini, unico ricercatore al mondo che abbia finora prodotto uno studio finalizzato a dimostrare la tossicità degli OGM, studio poi fatto ritirare in quanto riscontrato al di sotto degli standard scientifici.
Sta di fatto che delle tre "T" al centro degli incontri dei "movimenti popolari", cioè "tierra, techo, trabajo", questa volta l'accento sarà più sulla prima: sulla terra e sulla sua salute.
Nel presentare nella sala stampa vaticana l'incontro, l'attivista argentino Juan Grabois – amico di Jorge Mario Bergoglio che l'ha nominato consultore di Iustitia et Pax – è stato parco di anticipazioni sulle personalità e i gruppi che vi parteciperanno da tutto il mondo.
Ma la presenza di Vandana Shiva l'ha data per certa. E poi toccherà al papa fare notizia, con un altro dei chilometrici discorsi-manifesto con cui ha già contrassegnato le due precedenti convocazioni dei "movimenti popolari", la prima a Roma nel 2014 e la seconda a Santa Cruz de la Sierra, in Bolivia, nel 2015.
Ogni volta distillando quella sua particolare declinazione della dottrina sociale cristiana – in chiave di "mistica" populista – che tanto somiglia alle teorie anticapitaliste e altermondialiste di un Toni Negri o di un Gianni Vattimo.
Quest'ultimo filosofo, un anno, fa, sul palco del gremitissimo Teatro Cervantes di Buenos Aires, ha perorato la causa di una nuova "Internazionale" comunista e insieme "papista", con Francesco come suo indiscusso leader, l'unico – ha detto – capace di guidare una rivoluzione politica, culturale e religiosa contro lo strapotere del denaro, in quella "guerra civile" in atto nel mondo che si traveste qua e là di lotta al terrorismo ma è in realtà "la lotta di classe del XXI secolo" contro la moltitudine di tutti gli oppositori al dominio del capitale.
Vedere per credere. L'arringa di Vattimo, in spagnolo, è tra il minuto 15 e il minuto 51 di questo video dell'evento, così in sintonia con i bergogliani "movimenti popolari"
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POST SCRIPTUM - In Svezia, il 31 ottobre, a Malmö, tra le quattro testimonianze ecumeniche lette alla presenza di papa Fracesco, la prima, dell'indiana Pranita Biswasi, è stata una fotocopia degli argomenti di Vandana Shiva, compresa la denuncia dei suicidi dei piccoli agricoltori.

1 commento:

  1. Grazie, Papa Francesco, per tutto ciò che fai e le critiche ingiuste cadranno come foglie secche..

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