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sabato 14 settembre 2013

Luci ed ombre nel VI anniversario dell’entrata in vigore del MP “Summorum Pontificum” .

Ricorre oggi il sesto anniversario dell'entrata in vigore del Motu Proprio “Summorum Pontificum” che ha reso possibile l'utilizzo del Missale Romanum del 1962, mai abrogato e perpetuamente valido grazie in virtù della Bolla Quo Primum  di San Pio V.
 Il Motu Proprio di Benedetto XVI , giunto dopo il fallimento dei generosi Indulti del Beato Giovanni Paolo II la cui attuazione affidata ai Vescovi non poteva che naufragare, è stato direttamente incardinato  nelle Parrocchie, realtà  viva e pulsante capace di abbracciare, con euguale affetto materno, tutti i suoi figli attorno all’unico Altare.
L’antico rito della Chiesa , svincolato dall’appannaggio dei gruppi e dei gruppetti ed  introdotto nella “ normalità “ parrocchiale, costituisce un ricco patrimonio  per tutti i fedeli  !
Come sono andati questi sei anni? – si chiede oggi l'iper ottimista Cordialiter - ... Se devo essere sincero, quando venne pubblicato il Motu Proprio pensavo che i denigratori della Messa tridentina si sarebbero “limitati” all'ostracismo silenzioso, non mi aspettavo affatto una ribellione così sfacciata, arrivando ad esercitare pressioni, minacce e punizioni nei confronti dei tradizionalisti, e a pubbliche manifestazioni di dissenso nei confronti del Papa. 
Insomma ci è mancato solo l'olio di ricino nei nostri confronti. 
Ma come è possibile tutta questa rabbiosa avversione nei confronti di un rito sacro che ha nutrito innumerevoli anime nel corso dei secoli? 
Questo indica che la situazione spirituale generale è decisamente più grave del previsto. 
Odiare la Messa di san Pio V significa essere a un passo dalle tesi di Lutero. 
Comunque, la repressione non è riuscita a frenare l'avanzata della Tradizione. 
I fedeli interessati alla liturgia tradizionale sono aumentati in maniera esponenziale, nelle librerie hanno spopolato numerosi testi filo-tridentini, i centri di Messa si sono moltiplicati a dismisura, alcuni ordini religiosi hanno aderito in massa al rito antico, circa 300 vescovi di tutto l'orbe cattolico hanno celebrato pubblicamente il Santo Sacrificio secondo l'usus antiquior. 
Dunque il bilancio è nettamente positivo visto che la situazione è decisamente migliorata rispetto al passato. 
Certo, bisogna riconoscere che ci sono delle accanite “sacche di resistenza”, ma ormai è impossibile per i denigratori della liturgia antica fermare il movimento tradizionale; sarebbe come tentare di fermare un fiume in piena”.
Per inesperienza e per non godere di un’adeguata guida spirituale ( = tradotto : non abbiamo nessun vescovo che ci appoggia o che ci guida; nessun ufficio liturgico nazionale o locale che ci dedica anche un minimo spazio ecc ecc ) il movimento italiano pro-tradizione-liturgica  è stato in grado solo parzialmente di svolgere quell’azione “ missionaria ” di divulgazione della santa pratica della liturgia antica.
Il Cardinale Castrillòn Hoyòs, nell’Omelia del Pontificale dell’Epifania del 2010 nel Santuario di Campocavallo di Osimo, retto dai Francescani dell’Immacolata, ebbe a sottolineare : “ La grandiosità del cosiddetto Rito di San Pio V non dove essere guardata come semplice esteriorità, piuttosto quale atteggiamento adorante dell'anima conscia di trovarsi al cospetto della Triade Divina" …  I nemici più o meno manifesti di Gesù pare che vogliono fare del mondo come un'immensa corte di Erode, impegnati a scorgere una qualsiasi traccia di vita cristiana per distruggerla radicalmente. 
A somiglianza del loro modello, dapprima sono ipocriti, poi spietati. Infatti inizialmente si mostrano nostri amici volendo far credere che essi tengono al decoro della vita cristiana e per ciò la vogliono sfrondata da ogni cosa che la deformi; poi si manifestano a viso aperto affermando che il cristianesimo soffoca l'autodeterminazione dell'individuo e per ciò lo combattono senza quartiere fino a pretendere che non si costruiscano i Presepi o siano divelti i Crocifissi da sempre parte integrante della storia e della cultura dei popoli cristiani. 
La stessa sacra liturgia, e specialmente l'antico Rito Gregoriano, diventano un bersaglio preferenziale dei nuovi farisei che non hanno una concezione corretta della Chiesa fondata sulla solida roccia di Pietro" .
Alcuni giorni dopo la pubblicazione del Motu Proprio, un Prelato di Curia volle ricevere nel suo ufficio, all’ombra del Palazzo Apostolico, un gruppo di giovani a quali affidò idealmente, come a dei novelli Apostoli, il compito : “ Fate amare la Liturgia e moltiplicate le celebrazioni anche con questo Messale – indicando quello del ’62 - . E’ l’unico modo per contrastare la disaffezione per il Sacro e per la Liturgia. E’ l’unico modo per annientare gli abusi liturgici “ ! 
Non nascondiamo l'incertezza del momento ... nelle scorse settimane , ad esempio, un Parroco  ha avuto difficoltà ad organizzare un Pontificale dell'antico rito  per inaugurare solennemente il completato restauro della sua chiesa parrocchiale perché .... non è riuscito a trovare il Celebrante … ( è noto infatti che i Curiali, per motivi assai pratici, sono i primi a cambiar rotta – anche quando il Comandante non lo ordina - ) i cristiani nutrono però in cuore la certezza che coloro che hanno perseguito, con cuore puro e in obbedienza con il Magistero, l’ideale della Liturgia orientata verso l’alto e rivolta al trascendente riceveranno in dono il " sorriso di Dio ".
Un lettore di MiL  ha scritto qualche giorno fa un mirabile commento di un post, ne riportiamo solo una parte per motivo di spazio : “ … I veri artefici e sostenitori della rottura sono i progressisti perchè sono i novatori a voler voluto una "nuova interpretazione" della Tradizione e della Chiesa alla luce di un presunto "spirito del Concilio Vaticano II ". 
I "tradizionalisti" veri (salvo marginali frange estreme, ma si sa che gli estremi combaciano) devono sostenere la corretta ermeneutica … … 
La battaglia è lunga e dura, si gioca su tanti piani, soprattutto su un piano "culturale" e la cultura oggi è dominata dal mondo progressista sia nei mass media che nelle pubblicazioni storiche e scientifiche.
I veri sostenitori della Tradizione sono marginalizzati e dovrebbero combattere meno per "sterili e puerili polemiche" ma per diffondere maggiormente e con più efficacia la vera ed autentica cultura cattolica. 
Bisognerebbe anche maggiormente "sporcarsi le mani" nelle parrocchie, nella catechesi dei giovani, in politica (e questo è un tasto dolente!) nelle operità di carità sociale, ... perchè se lasciamo nelle mani dei progressisti tutti questi ambiti continueranno ( pur invecchiando ed estinguendosi ) a tenere loro in mano il pallino del gioco e noi staremo a guardare, al massimo a scrivere su qualche blog. … 
I documenti del CVII dicono una cosa, il postconcilio è andato da un'altra parte! 
Grazie anche alle conferenze episcopali nazionali... 
E' per questo che bisogna tornare ai documenti del Concilio e di attuare l'ermeneutica della continuità! … 
Ma bisogna anche essere grati a Benedetto XVI perchè ha rimosso le scomuniche, ha promulgato il Motu Proprio, ha tirato fuori dalla cantina la Bellezza della Tradizione e l'ha fatta conoscere soprattutto ai giovani . 
Pensi che lui non si sia reso conto dei gravi abusi commessi nel postconcilio ( anche se le radici affondano a ben prima )? 
Ma non si può cambiare le cose dalla mattina alla sera, proprio come fecero i progressisti. 
 Ci vuole tempo, pazienza, bisogna saper aspettare i tempi giusti per rimettere le cose al loro naturale posto. 
Gli stessi modernisti hanno lavorato per quasi un secolo per attendere un nuovo concilio e introdurre nella prassi della Chiesa tante porcherie: chi crediamo di essere noi per rimettere tutto in ordine in meno tempo? 
Bisogna far conoscere ai giovani nelle parrocchie e a tutte le persone di buona volontà, quelle che hanno la voglia di sapere come sono andate le cose, di conoscere la verità, e non sono accecate dalle ideologie progressiste, la Bellezza della Tradizione millenaria della Chiesa. 
La Bellezza della liturgia, del gregoriano, del latino, dei silenzi, delle candele (non i lumini da cimitero), dell'incenso, dei paramenti, della vera arte cattolica, dell'atmosfera del sacro, ... 
Tutte cose necessarie al vero culto a Dio, ma non solo ovviamente: la Bellezza di una vita casta per i fedeli, nel rispetto dei principi non negoziabili, della preghiera profonda, dei sacramenti, ... 
La liturgia è qualcosa di vivo e che (scusate l'aggettivo) è " elastico ": può farsi sensibilmente influenzare dalla società, ma a sua volta influenza profondamente la vita della società. 
Oggi, vista la decadenza della liturgia e della vita ecclesiastica, sarebbe già un successo tornare all'ordinario della messa in latino e alla comunione sulla lingua (non dico in ginocchio perchè sarebbe già troppo!) o al massimo alla croce al centro dell'altare! 
Come possiamo pretendere di tornare al messale del 1965 o del 1962 dalla mattina alla sera? 
La gente non capirebbe! 
Già non si capisce più niente! 
Tutto è sclerotizzato!  Ci vuole tempo e pazienza!” ( Cfr Giacomo, su MiL)

Andiamo avanti " ! 

A,C.

1 commento:

  1. "Certo, bisogna riconoscere che ci sono delle accanite “sacche di resistenza”, por ejemplo toda América Larina. Deberemos trabajar mucho a través de Una Voce y otras instituciones, pero preparados para retornar a las catacumbas mientras la Iglesia se dispersa en las periferias.

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