per il rinnovamento liturgico della Chiesa, nel solco della Tradizione - a.D. 2008 . - “Multa renascentur quae iam cecidere”
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mercoledì 11 maggio 2011
I preti veneziani si lamentano: troppo latino alla Messa del Papa
Si sa che il clero veneziano non brilla certo per affezione alla tradizione e fedeltà a Roma. Certo è che la mitragliata di sciocchezze che si leggono in questo articolo è superiore a ogni aspettativa. I sacerdoti si lamentano del troppo latino utilizzato del Papa, come se fosse una sorpresa: forse è la prima Messa calebrata da Benedetto XVI alla quale assistono. Un sacerdote arriva persino a lamentarsi di una liturgia "priva di ritmo"... (ma quale è il ritmo della liturgia???? Boh). Per fortuna che i fedeli sono più colti e preparati di certi preti e la Santa Messa a San Giuliano ha impressionato favorevolmente tutti i presenti. Del resto: avrebbe avuto senso una celebrazione in italiano quando erano presenti sulla spianata mestrina fedeli di molte nazionalità? Vaglielo a spiegare. La prossima volta potremmo proporre qualche canto in dialetto: così ci si avvicinerebbe ancora di più alla mitica "gente".
Il parco straboccante di gente emoziona i sacerdoti veneziani. Per tutti l’enorme partecipazione dei fedeli è andata oltre le migliori aspettative, mentre è corale il plauso per la macchina organizzativa che ha girato alla perfezione, senza sbavature. Più di qualcuno, però, non lesina critiche a una liturgia a tratti un po’ fredda, con i passaggi in latino, soprattutto, che hanno faticato a raggiungere le persone. In ogni caso, doveva essere una mattinata indimenticabile e così è stato. «Dal palco il colpo d’occhio era incredibile - dice monsignor Fausto Bonini, arciprete del Duomo e delegato patriarcale in Terraferma - La nota più positiva è stato il clima di preghiera che si è creato, ma avrei preferito qualche canto in più in italiano».
La polemica sullo scarso impegno delle istituzioni per la visita, che gli è costata il richiamo del patriarca, è alle spalle: «Mi sono sentito in dovere di esplicitare questa rimostranza a due settimane dall’evento, ma è acqua passata perché ora hanno colto la valenza civile di quest’evento storico». Unanime il coro di soddisfazione tra i vertici della Curia. «Una splendida mattinata - afferma monsignor Valter Perini, vicario episcopale e tra i favoriti per il compito di vicario generale dopo la nomina di monsignor Beniamino Pizziol a vescovo di Vicenza - Il nostro popolo ha risposto alla grande, dimostrando d’essere profondamente radicato nella fede e desideroso di riscoprirla e di declinarla nella società odierna. Il cristianesimo non è un sistema di valori, ma esperienza di una persona viva in mezzo a noi».
«Tutte queste persone dimostrano che la fede resta un luogo di ricerca e risposta: tutto è andato alla perfezione anche se la liturgia è stata un po’ troppo priva di ritmo», spiega monsignor Dino Pistolato, delegato patriarcale per la carità. «Questa partecipazione straordinaria evidenzia l’appartenenza alle sue radici di questa gente che guarda al futuro con grande speranza» sottolinea monsignor Fabio Longoni, delegato per il sociale e per il lavoro. Anche tra i parroci l’entusiasmo è enorme. «Si è sperimentata l’importanza dell’essere tutti assieme chiesa che vive il credo e la bellezza dell’evangelizzazione in una maniera comunitaria» sostiene don Danilo Barlese, arciprete di Carpenedo. «Le nostre comunità cristiane sono un’ottima base per lavorare in vista del futuro, occorre dare loro uno slancio rinnovato di forza e gioia - asserisce don Narciso Danieli pastore di Santa Maria Goretti - I giovani, in particolare, hanno saputo cogliere la bellezza di un respiro universale. Personalmente avrei preferito una liturgia meno ingessata per favorire il coinvolgimento e per permettere al calore presente di manifestarsi completamente all’esterno». «Un’esplosione meravigliosa di folla in cui mi hanno molto colpito i momenti di silenzio, che sono stati i più veri. Però sarebbe stato meglio evitare il latino visto che se non si celebra nella lingua parlata, il rito è incomprensibile e rischia di non esser un gesto evangelico», condivide don Gianni Fazzini, amministratore di Altino e direttore dell’ufficio pastorale per i nuovi Stili di vita che al parco ha distribuito 60 mila volantini contro la privatizzazione dell’acqua. Felicitazioni anche tra chi è rimasto a casa per motivi d’età. «Meglio di così davvero non poteva andare: la giornata è riuscita alla grande, è stata bella ed è una prova d’orgoglio per tutta la nostra terra», commenta don Armando Trevisiol.
A.Spe.
Il Gazzettino 10 maggio 2011
"Uomini di Chiesa" che non vogliono parlare la lingua della Chiesa hanno sbagliato Chiesa.
RispondiEliminaMa cara redazione, scrivere che pigliate articoli da altri blog, no? Bella figura...
RispondiEliminaA don Gianni Fazzini sfugge che i momenti di silenzio da lui (giustamente) apprezzati, sono assai probabilmente dovuti alla liturgia in latino anziché in volgare.
RispondiEliminaConsiglio a tutti di inviare un fiume di mail di protesta all'indirizzo della Diocesi: ufficiostampa@patriarcatovenezia.it
RispondiEliminaSe un prete confonde la comprensione della Messa con l'intelligibilità delle parole... stiamo freschi!
RispondiEliminaNel mio piccolo ripeto il contributo che ho lasciato anche sul Blog di Sacris Solemniis....
RispondiEliminaFrasi del tipo:
"Personalmente avrei preferito una liturgia meno ingessata per favorire il coinvolgimento e per permettere al calore presente di manifestarsi completamente all’esterno "
PERSONALMENTE? AVREI PREFERITO?
e che stiamo alla CENA AL RISTORANTE, AL BANCHETTO IN PIZZERIA per il quale le personali opinioni di GESTIONE possono trovare ACCOMODAMENTI?
E con quale CRITERIO tal sacerdote GIUDICA ciò che è meglio per i suoi parrocchiani se njon con l'errata visione del SOGGETTIVISMO LITURGICO?
TUTTI I FEDELI avevano in mano il libretto della Celebrazione liturgica che contiene il latino E L'ITALIANO....
un canto poi è un canto, non c'è bisogno di farlo nella lingua che si conosce....
I GIOVANI stessi sono abituati nel mondo a rincorrere le canzoni dei loro beniamini per molti dei quali NON CAPISCONO nulla di quel che dicono, almeno nella Liturgia SI SA DI COSA SI STA PARLANDO...
e frasi del tipo:
<span>«Un’esplosione meravigliosa di folla in cui mi hanno molto colpito i momenti di silenzio, che sono stati i più veri. Però sarebbe stato meglio evitare il latino visto che se non si celebra nella lingua parlata, il rito è incomprensibile e rischia di non esser un gesto evangelico», condivide don Gianni Fazzini, amministratore di Altino e direttore dell’ufficio pastorale per i nuovi Stili di vita *DONT_KNOW* </span>
<span></span>
<span></span>
UN RITO INCOMPRENSIBILE ED ANTIEVANGELICO PERCHE' ERA IN LATINO????
ma questo sacerdote dove vive?
ma si rende conto della castroneria che ha detto?
Un appello si ritiene URGENTE per il Patriarca:
Eminenza reverendissima, non prevalga mai il semplicismo attraverso il quale si intende colpevolizzare il latino nella Liturgia.... si agisca senza timore contro ogni tentativo di eversione e perversione contro la sacralità di una lingua che accompagna la sacralità stessa del RITO.... si agisca proprio nelle PARROCCHIE INVITANDO i Sacerdoti a celebrare almeno una Messa a settimana che abbia in sè IL CANONE DI CONSACRAZIONE IN LATINO, come del resto è il Papa stesso a chiederlo nella Sacramentum Caritatis la quale, a quanto pare, sfugge a molti bravi attivisti sacerdoti...
Certo è che se nelle Parrocchie tal Canone SACRO non viene MAI detto in latino, è ovvio che i fedeli possano trovarsi in difficoltà, una difficoltà che a quanto pare è sconfessata dalla loro stessa voglia di partecipare al Rito SACRO celebrato dal Pontefice, in latino...
Si mettano a tacere queste inutili lamentele che non sono altro che semi di ZIZZANIA...
e si tranquillizzino questi Sacerdoti, tra pochi anni sentiranno parlare arabo e le litanie del Corano.....
già fatto!
RispondiEliminae confesso che a me sembra che il Patriarca non sia affatto contento di queste sottolineature del "suo" Clero....
<span>E noi gli rispondiamo colle belle parole della Marchesa di uno dei nostri film preferiti...!!!! </span>
RispondiEliminahttp://www.youtube.com/v/7rMLKt6r1vI&feature" type="application/x-shockwave-flash" width="170" height="140
Aiutatemi per il concorso di Upupa Apupu
RispondiEliminaQuale volume celebrativo della beatificazione contiene le affermazioni seguenti?
E chi è l’autore?
“È stato un Papa che è rimasto sempre così uomo da sentirlo accanto per la sensibilità moderna che aveva”.
“Vero fiore all’occhiello del suo pontificato il valore che diede al dinamismo dei movimenti ecclesiali, quali […] Neocatecumenali, Comunità di Sant’Egidio, Sermig e altri”.
“Paterno e amabile, gioviale e fiero, energico quando occorreva”.
“Pienamente aderente allo spirito del Concilio, vero interprete del Concilio, egli mette in pratica ciò che era stato scritto nel Proemio della Gaudium et spes, intitolato «Intima unione della Chiesa con l’intera famiglia umana»”.
“Sarà davvero «solidale» con tutto il genere umano e con tutte le religioni da esso proposte”.
“[Con il Concilio] la Chiesa diventa maestra di perdono e di misericordia (pensiamo alle richieste di perdono che Giovanni Paolo II pronunzierà […]): la Chiesa conciliare è quella aperta ad accogliere l’altro”.
“La sensibilità di Giovanni Paolo II, i suoi sentimenti di pace e di giustizia erano dilatati oltre ogni confine e fece di tutto per porsi non come maestro nei confronti delle altri fedi religiose, ma come fratello”.
[Assisi 1986 è lanciata in] “ottobre, il mese missionario, e «missione» significa evangelizzazione”; “pensando che sarebbe stato bello mostrare al mondo tutte le religioni insieme, riunite in un solo luogo, per la stessa ragione, pregare per la pace. Il Papa pensava a una Europa la cui unità si sarebbe dovuta fondare sulla vera libertà”.
“L’assillo quotidiano di papa Wojtyla fu quello di incontrare l’uomo, per far incontrare l’uomo con Cristo”.
“La Chiesa, per il Papa, non poteva varcare la soglia del nuovo millennio senza spingere i suoi figli a purificarsi, nel pentimento, da errori, infedeltà, incoerenze, ritardi. Riconoscere i cedimenti di ieri veniva inteso come un atto di lealtà e di coraggio”.
“Il Pontefice setacciò duemila anni di storia e selezionò quelli che ritenne errori, chiedendo perdono per gli sbagli dei suoi predecessori. Il fine era risvegliare le coscienze, consentendo ai cristiani di entrare nel terzo millennio più aperti a Dio e al suo disegno di amore”.
[Le molte canonizzazioni furono] “una corrente benefica che si è propagata dalla Congregazione delle cause dei santi a tutta la Chiesa: un sano ritorno al culto dei santi”.
“La morale wojtyliana riflette la sua lettura del cattolicesimo: egli porta alle estreme conseguenze morali il principio dottrinale di Pierre Teilhard de Chardin (1881-1955) dell’uomo teso alla divinizzazione tramite il continuo e progressivo superamento dei propri limiti”.
Ha fatto bene una bella dose di disinfettante papale alla liturgia in Veneto.
RispondiEliminaAlcuni preti veneti si sono lamentati? BENE! Buonissimo segno!
A dire il vero queste lamentele sono ormai note a molti, anche perchè riportate dal principale quotidiano di Venezia. Non credo si tratti di un esproprio al blog amico Sacrissolemniis.
RispondiEliminaLa solita scusa trita e ritrita (e ormai stantìa): il latino non si capisce!
RispondiEliminaE proprio per quello che in tutte queste situazioni vengono forniti libretti latino-italiano! Il 29 giugno ad Econe prima della Messa di Ordinazione Sacerdotale vengono messi a disposizione libretti latino-francese, latino-italiano, latino-inglese, ecc. ecc.
Questo pretesto e' vecchio e ci ha anche un po' stancato! Non e' la comprensione del testo il "grimaldello" per "capire" la Messa ed "apprezzarla", quanti di noi ascoltano canzoni in lingua straniera o opere, ma ne apprezzano la bellezza pur non comprendendone il testo?
http://www.ilpapaanordest.it/ita/home.asp
RispondiEliminaA questo link un interessante dichiarazione di Benedetto XVI, dopo il pranzo con i vescovi del Triveneto: "Il Papa, inoltre, si è detto molto soddisfatto e compiaciuto della qualità della celebrazione eucaristica al Parco di San Giuliano..."
I preti veneti se ne facciano una ragione!
Una proposta al Patriarca Scola: organizzare corsi obbligatori per in segnare a tutti i sacerdoti della diocesi di Venezia la Messa di sempre, cosi' alla prossima visita papale saranno piu' preparati a celebrare un degno rito (e poi chissa' che qualcuno di questi non si converta alla liturgia antica).
RispondiEliminaLa messa di Venezia mi ha tenuto incollato alla TV, sono rimasto affascinato. I preti di cui sopra dovrebbero capire che la gente è stufa dei loro metodi''ritmici'', la gente vuole riscoprire il mistero ed il sacro. La gente è stufa delle chitarre e dei tamburi, vuole santificarsi andando a messa, elevarsi, anche culturalmente, usare il latino è elevazione culturale, è civilizzazione cristiana. Ma il latino non conta, il rito andrebbe migliorato e reso più attraente. Bella la Croce sull'Altare, il ciborio,i canti gregoriani puri e solenni. Necessariamente è stato usato il latino poichè in questi casi, vista la presenza di Italiani,Ungheresi, Austriaci, Bavaresi, Sloveni ,Croati e Polacchi, è la lingua da usare.
RispondiEliminaE io che avrei preferito una Messa interamente in latino (eccetto che per le letture e il Vangelo), cosa leggo ora? I preti veneti che si lamentano per il TROPPO spazio concesso al latino! Incredibile!
RispondiEliminaquesti sacerdoti? Purtroppo un grande squallore!
RispondiEliminaCerto che da un prete che "<span>che al parco ha distribuito 60 mila volantini contro la privatizzazione dell’acqua" cosa ci si può aspettare che dica? Da don Dino Pistolato cosa ci si poteva aspettare? Io sottolineerei invece le belle parole di </span><span>monsignor Valter Perini. Se diventerà lui Vicario Generale pare ci sia da ben sperare!</span>
RispondiElimina:-D :-D :-D azzeccatissimo!!
RispondiEliminaLe notizie si creano ad arte. Si intervistano tre preti che dicono che non è piaciuta la messa, e si titola "Il veneto rifiuta la liturgia tradizionale". Se si riportavano le interviste di tre veneti cui è piaciuta il titolo sarebbe stato "il veneto approva entusiasta la liturgia tradizionale", se invece si intervistavano tre veneti che vanno alla messa vecchia il titolo sarebbe stato "il veneto ringrazia, ma chiede ancora più latino e tradizione".
RispondiEliminaL'articolista sarà stato d'accordo con qualche prelato della curia per boicottare con questo articolo completamente idiota quella che è la liturgia. E' come quando al telegiornale per creare il panico tra la gente, e montare ad esempio l'odio contro una categoria di persone, basta riportare tra le decine di migliaia di fatti analoghi che accadono ogni giorno, solo quelli con protagonisti marocchini, rumeni, zingari, ecc. Così almeno poi si possono fare delle leggi repressive, o qualcosa del genere, e la gente sarà felice perchè dal telegiornale (telecoglione), ha imparato ad avere apura e a sperare in un intervento risolutivo.
Articoli del genere permettono ai vescovi degenerati di dire "vedete, il veneto non sopporta la liturgia tradizionale, per cui è inutile concedere la messa tridentina, ecc.". Ad esempio.
Fa comunque specie che si lamentano di queste cose che accadono nella chiesa, quelli che quando le stesse cose accadono nel mondo politico e civile, invece se ne rallegrano.
Li conosco tutti... puttani.
RispondiEliminaA dire il vero non credo che il Patriarca sia contento di certo clero suo. Possibile che contestino una liturgia bellissima e composta come questa? Dovrebbero stare zitti, in meditazione, e chiedersi perché le loro chiese non si riempiono come Dio comanda! >:o
RispondiEliminaAnche altri preti delle Diocesi vicine a Venezia si sono lamentati...
RispondiEliminaUna liturgia così cattolica dà fastidio in Veneto...
Castellari ha centrato in pieno.
RispondiEliminaPersonalmente, nonostante qualche gruppazzo neocat, io che ero tra la folla, in mezzo alla "ggggente" cui con schemi sociologici vecchi di 30 anni tali sacerdoti vorrebbero approcciarsi, ebbene, non ho sentito una parola contro la celebrazione in latino. Anzi bensì il tentativo di cantare il Credo, di seguire, di capire.
I silenzi tanto lodati non sono stati imposti, ma sono il frutto di un automatico desiderio tutt'ora insito (e questo è un dato empirico che riceviamo proprio da tale "esperimento sul campo" ) di vivere, sentire, respirare la forma liturgica che ponga Dio al centro del culto e non l'uomo.
Poi il Gazzettino alla fine è tipologia di foglio buono si e no per incartare il pesce.
Nonostante le minchiate dei sedevacantisti (vigliacchi perchè sapevano che non c'era nessuno) di mettere una nota "di ribellione" alla comunità di seguaci della Tradizione (col famoso picchetto davanti a San Simeon Piccolo) , ritengo (e spero) che tale "pubblicità" ad una Liturgia nella lingua di sempre con pause e ritmi che ormai sembrano perduti in mezzo a chitarre e tamburi, ebbene questo si manifesterà in un lieve aumento delle affluente delle Messe secondo Motu Proprio nelle diocesi del Triveneto.
Beh, manca poco alla prox domenica, speriamo che il seme dia il suo frutto, a breve lo vedremo.
Quindi siccome quello lì è contro la privatizzazione dell'acqua, allora va bene privatizzare l'acqua?
RispondiEliminaanche a quelli della diocesi di padova....
RispondiEliminaL'articolo non è preso dal blog citato, ma dal Gazzettino, il maggiore quotidiano della città. La fonte è anche citata.
RispondiEliminaSempre efficace la nostra Caterina...
RispondiEliminaL'importante che sia piaciuta al Papa, se è piaciuta a lui questo ci basti.
RispondiEliminaChe c'entra?
RispondiEliminaDa veneto provo un po' di vergogna...
RispondiEliminapiù preghiera (in latino ?!?) e meno discorsi per questi sacerdoti, comunque - come già sottolineato - se si si lamentano, ottimo segno!!
RispondiElimina<span>Davvero bellissima liturgia. E poi in forma ordinaria,nella continuità liturgica e teologica del CVII.
RispondiElimina</span>
<span>È piaciuta a tanti, e anche a me: una bellissima liturgia in Forma Ordinaria, perfettamente in continuità liturgica e teologica con la tradizione!
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<span>È piaciuta a tanti, e anche a me: una bellissima liturgia in forma ordinaria voluta dal CVI, in perfetta continuità liturgico-teologica con la Tradizione!continuità
RispondiElimina</span>
...appunto continuità che trova un vulnus nel ritarello bugnino che con la Tradizione può solamente "abbellirsi". Dopo l'abbellimento ci vorrà un salto di qualità nella liturgia tradizionale che è in continuità con tutti i concilii e l'inveterato magistero....
RispondiEliminaLa cosa sconsolante in questo panorama miserrimo del Clero veneziano è che la liturgia tridentina, nella sua applicazione attuale, non si è rivelata assolutamente educativa per nessuno. Il motu proprio Summorum Pontificum prevede che i fedeli possano chiedere al loro parroco la celebrazione della Messa in forma straordinaria; di fatto la destinazione di una chiesa - San Simon Piccolo - costituisce una riserva indiana ed altro non è se non l'applicazione del motu proprio Ecclesia Dei di Giovanni Paolo II.
RispondiEliminaSe i fedeli potessero avere la forma straordinaria nella propria parrocchia, i parroci inizierebbero ad apprezzare la bellezza e la dignità di un Rito che è di per sé formativo non solo sotto il profilo del contegno e del decoro dei Sacri Ministri, ma anche sotto l'aspetto dottrinale e spirituale.
Disattendere scientificamente e pervicacemente quanto prevede il motu proprio Summorum Pontificum è un ottimo sistema per vanificarne il contenuto. E stupisce che i gruppi tradizionalisti o conservatori non chiedano con maggiore chiarezza di sanare questa palese incongruenza; forse ciò è dovuto in gran parte al desiderio di gestire in proprio le celebrazioni in forma straordinaria, talora con maggior sensibilità estetica che liturgica...
E a quella di Treviso no???
RispondiEliminaA questo punto avrei potuto organizzarmi e distribuire volantini a favore della costruzione delle centrali nucleari e, dopo la Messa del Sommo Pontefice, tenere un piccolo comizio dall'ambone ( tanto era già lì! ;) ).
RispondiEliminaFiguriamoci se la gente deve ridursi a fare volantinaggio alle Messe! :'(
Fossero solo i preti veneziani.......
RispondiEliminaForse Baronio....ma mi sa che finchè il Papa non si riprende la sua autorità pienamente, iniziando anche ad usare quel fatidico bastone di cui parlava, (forse glielo ha rubato don Camillo per mazzolare Peppone!) ognuno farà sempre come gli pare. Non pare più una barca la Chiesa, ma un albergo dove si esce, si entra, si mangia, si dorme, si balla, si chiacchiera, ma a pagare poi il prezzo sono lsempre le anime. E poi, con sta storia della liturgiaaaaa!!!! Ma ci si può accontentare solo della liturgia? Quei gruppi di new tradizionalisti o tradizionalisti post motu proprio Summorum Pontificum, si accontentano di avere la Messa straordinaria solo la domenica? E gli altri giorni? E la dottrina sana? E il buon catechismo per i loro figli? E i buoni sacramenti (estrema unzione, confessione, ordinazione...et...etc) chi glieli da? Pare che tutto il cattolicesimo sia solo la S.Messa. Certo la S.Messa è il culmine, è dove ti nutri di Gesù. Ma come ci vai preparato a questo incontro sublime, se non hai dei dotti e santi sacerdoti che ti seguono? BOH! Mistero!
RispondiEliminaInfatti.
RispondiEliminaFZ
e corsi di latino? forse bisogna cominciare da lì...
RispondiEliminaI preti di Venezia se la sono proprio presa in quel posto, e l'artefice di tutto è stato proprio il mitico Scola. Grande intuito, impeccabile organizzazione, brillante intelligenza, per fortuna la situazione l'ha presa in mano lui, e gli altri si sono trovati con un pugno di mosche in mano, tanto da affidare tutto il comparto "liturgia" a don Gianandrea Didonna (ricordatevi di questo nome, Un amico dixit...).
RispondiEliminaAi prelati veneziani, la maggior parte dei quali è fatta proprio dai quei figli del '68 contro cui si era scagliato il card. Luciani (gli stessi che avevano indirizzato una lettera a Paolo VI affinché non lo creasse cardinale...), non è rimasto altro che il canto del cigno. Detto con un po' di brutalità, sono stati presi per il cùlo (e un altro applauso si leva all'indirizzo di Scola, l'indubbio vincitore di tutto).
I preti di Venezia non perdonano a Scola due cose principalmente: 1) l'essere di destra, 2) l'essere di CL
Al punto che si prospetta un'ennesima presa in c..o, dal momento che, come tutti speriamo, Scola rimarrà a Venezia.
Tempi duri per la pretaglia comunista...
E a quelli di Treviso no???
RispondiEliminaChissà come sarà stato indigesto all'Arcivescovo Gardin tutto questo latino e questo gregoriano... poco dopo, seduto alla stessa mensa del "Papa conservatore", avrà avuto ancora un po' di appetito per onorare le pietanze signorilmente preparate dal ristorante "I do forni"???
RispondiEliminaQuando qualcuno (tanti per la verità) critica alcune scelte papali che sembrano palesemente andare in corto circuito con la tradizione della chiesa di sempre, per rispetto ad un senso di "protezione" della stessa, questi personaggi che si diachiarono "pro papa in qualsiasi sua decisione" accusano i critici violentemente al grido "voi siete contro il papa, se non vi sta bene lasciate questa "chiesa" ". Poi però loro stessi hanno la presunzione di criticare il papa perchè magari celebra in latino (e non lo fanno per un senso di protezione della SS Messa, ma bensì solo perchè non capiscono la lingua [sarà vero?])... Quando si dice la trave e la pagliuzza...
RispondiEliminaGrande Scola!! W il Patriarca!!
RispondiEliminaMa qualcuno sa qualcosa di più su questo don Gianandrea Di Donna?
Una Messa non va scambiata per una manifestazione della CGIL
RispondiEliminaCondivido quanto ha scritto, gent. Luigi, perchè corrisponde a verità.
RispondiEliminache schifo la continuità bugnino-conciliare... per lei tiriamo fuori un'altro aforisma di Chesterton
RispondiElimina<span></span>
"Gli uomini che cominciano a combattere la Chiesa per amore della libertà e dell'umanità,
finiscono per combattere anche la libertà e l'umanità pur di combattere la Chiesa."
[ Gilbert Keith Chesterton - Ortodossia ]
si perché é ora di sveglarsi: il CVII é stato una lotta <span>contro</span> la Chiesa con vincitori grandi amanti della libertà (religiosa, disciplinare...) e tanto compiaciuti dell'umanità (l'uomo coi i suoi diritti e la sua dignità)...
da metterli definitivamente al posto di Dio nel centro del Vaticano! Sono loro che che hanno insozzato tutto, S.Messa in primis!
<span>
</span>
ha ha ... er prete vestito come 'no stagnaro ... che risate
RispondiElimina<span>“L’assillo quotidiano di papa Wojtyla fu quello di incontrare l’uomo, per far incontrare l’uomo con Cristo” </span>
RispondiElimina<span>mai parole furono più appropriate ... AMEN</span>
Pierre Teilhard de Chardin fu sospeso dall'insegnamento nei seminari da PioXII perché considerava le sue dottrine eretiche e pericolose ...
RispondiEliminaè la tipico agnello in mezzo ai lupi, o mosca bianca. E' di Padova.
RispondiEliminaappello ai redattori:
RispondiEliminaper favore, cercate di spiegare se sta accadendo qualcosa di strano nei server, da circa mezz'ora non sono più visibili gli ultimi tre post di ieri 12 maggio
Grazie. Non sapevo di dove fosse..
RispondiEliminaComunque complimenti a don Gianandrea!!!
...non sopportato da Matiazzo...che però se lo deve tenere viste le sue indubbie doti...credo che a Roma si siano accorti di lui! O almeno lo spero!
RispondiEliminaCosa fa in Diocesi? Immagino sia "parcheggiato" da qualche parte...
RispondiElimina...certi preti e vescovi.....ne sanno sempre piu' del papa!
RispondiEliminaInsegna in Seminario
RispondiElimina.... ed hanno anche capito che quella lingua strana era latino.....
RispondiEliminaHo appreso dall'articolo che esiste un "Ufficio per la pastorale dei nuovi stili di vita".
RispondiEliminaHo letto bene?
Ma di cosa si occupa? della predicazione durante l'after hours? o di allestire le Quarant'ore in discoteca?