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giovedì 17 settembre 2009

Mons. Ravasi: "cattivo gusto nelle chiese"

La Wotrubakirche di Vienna: una chiesa cattolica che pare ispirata alla struttura irregolare di una metastasi tumorale


«Un certo cattivo gusto nelle chiese, oggi è un dato di fatto. Per questo è indispensabile una formazione di tipo estetico a partire dai seminari e dalle parrocchie». È quanto ha detto monsignor Gianfranco Ravasi, presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia commissione per i beni culturali, illustrando qualche giorno fa ai giornalisti l’incontro del 21 novembre del Papa con gli artisti. Ricordando una frase di padre David Maria Turoldo - il religioso e poeta dell’Ordine dei Servi morto nel 1992 [peraltro uno dei modernisti più sfrenati, del quale il card. Martini disse, celebrando le esequie, che la Chiesa riconosce sempre troppo tardi gli spiriti profetici...] - «oggi le chiese sono come un garage dove Dio viene parcheggiato e i fedeli sono tutti allineati davanti a Lui», Ravasi ha esortato a fare del «linguaggio della comunicazione religiosa un linguaggio estetico».

Idea condivisa anche da Antonio Paolucci, direttore dei Musei Vaticani, per il quale «le chiese, che nel Medio Evo erano prefigurazione del Paradiso, ricche di colori, oggi sono grigie e spoglie. È urgente riscoprire le cose positive che possono costruire l’estetica di domani». Del resto monsignor Ravasi, è un sacerdote e un intellettuale da sempre interessato al mondo dell’arte e al rapporto tra estetica ed etica. In particolare da quando è stato nominato presidente del Pontificio Consiglio della Cultura e della Pontificia commissione per i beni culturali, due anni fa, ha sempre cercato di favorire una riflessione sull’arte sacra, invitando al confronto anche il mondo laico. «Perché il dialogo con l'architettura c'è: le chiese moderne vengono costruite effettivamente da grandi architetti a livello internazionale, quali Renzo Piano, Mario Botta, Kenzo Tange, Tadao Ando, Alvaro Siza e altri. Però queste chiese nell'interno o sono spoglie, perché hanno soltanto l'architettura della luce, o hanno immagini di cattivo gusto, oppure hanno la presenza dell'artigianato soltanto, e non invece, come accadeva in passato, grandi opere d'arte». «Pensiamo alle grandi chiese del Cinquecento, dell'arte barocca, che avevano in sé la meraviglia dell'architettura, ma anche la presenza di artisti come Bernini, per esempio, oppure Tiziano, Veronese - aveva spiegato in occasione di una lunga intervista lo scorso anno -. Pensiamo alle grandi chiese veneziane, quali presenze altissime hanno, dal punto di vista della storia dell'arte».Ravasi ha più volte sollecitato i grandi artisti contemporanei - per esempio negli Stati Uniti Bill Viola, Anish Kapoor per l'India, per l'Europa Jannis Kounellis - a impegnarsi in progetti di arte sacra: «Grandi artisti, che ritornino ancora a rappresentare le grandi immagini religiose, creando anche un interesse da parte della committenza stessa, cioè delle autorità ecclesiali, affinché ripropongano ancora le grandi opere nell'interno delle loro chiese».

Fonte: Il Giornale, via Papa Ratzinger blog

20 commenti:

  1. mano male che si parla anche di questo. Era ora!
    Ma più che pubblicare articoli e quindi continuare con le belle parole, sarebbe ora di non promuovere ma INTRAPRENDERE interventi concreti
    1. per fermare gli scempi che ancora accadono (vedi es. Oristano, per non parlare della Chiesa dei Salesiani a Roma dalla quale è stato rimosso da recentissimo "lavori" un antichissimo altare che S. Giovanni Bosco aveva comprato dal Duomo di Siena)

    2. per affidare la costruzione di chiese ad architetti cristiani (se ce ne sono ancora) che possano metterci anche il riflesso della loro fede

    3. risvegliare l'amore e il gusto per l'estetica, ma soprattutto per la Bellezza di cui è figlia

    4. doce c'è davvero il Signore non può venir fuori niente di brutto!

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  2. mi chiedo cosa ci stannno a fare le SOPRINDENDENZE alle BELlE ARTI .
    e perche NON mette il veto a certe schifezze ...........
    la BASILICA DI SAN FRANCESCO e' piena di orribili '' opere d' arte moderna ,, ,,,,,,,,,
    leggo su VENERDI DI REPUBBLICA che si stanno raccogliendo fondi per innalzare una specie di statua della liberta di PADRE PIO alta 60 metri !!!!!!!!!!!!!!!!
    non basta aver inaugurato la cripta che tanto rassomiglia alla metropolitana di MOSCA , adesso i frati si sono inventati pure una sorta di gioco del lotto ,
    che non vi sia impressa sulle ricevute l ' EFFIGE di PADRE PIO !!!!

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  3. Io mi chiedo anche che ci stanno a fare questi pontifici consigli che dovrebbero occuparsi dei beni artistici, culturali ecc. E con quale criterio si scelgono i componenti, alcuni dei quali certo competenti, altri, anche di recente acquisizione, privi di qualsiasi preparazione specifica?

    Una forte battaglia contro queste bestemmie di pietra contro Cristo
    la combatte l'amico Francesco Colafemmina sul blog Fides et Forma.

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  4. Come il romanzo del Tommaseo!

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  5. ...io più che al cinquecento o alle chiese barocche, penso alle pievi romaniche di campagna; roba semplice, quasi grezza, spoglie e prive della grande arte ma piene dell'arte del popolo che non è altro che la materializzazione della Fede: ogni mattone, ogni pietra ce ne dà testimonianza. Non serve il capolavoro per vedere la bellezza nell'arte sacra. E nell'architettura attuale c'è proprio l'esatto contrario: mancanza di Fede e quindi desolante disorientamento e disperazione.
    Anche perché le chiese un tempo venivano pensate per la grande liturgia cattolica; dopo la "riforma" anche l'arte sacra ha potuto sperimentare ogni cosa tanto gli allocchiti novatori ne andavano matti. Così abbiamo di fronte il brutto e/o la desolazione. Questo nel palasport di S. Giovanni Rotondo firmato da Piano come in tantissime chiesacce di periferia fatte dall'arch. di turno raccomandato dalla curia. Disperazione. Consoliamoci: le antiche pievi resistono, quella robaccia crollerà...
    AndreasHofer

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  6. Quale onore sapere che l'Eccellenza Ravasi si è svegliato dal lungo letargo! Ce n'è voluto per lui di tempo per accorgersene che sono state costruite certe schifezze che vengono definite chiese cattoliche! Chiese senza inginocchiatoi, senza confessionali, senza tabernacoli posti al centro, senza acquasantiere, muri bianchi dove l'immaginazione umana non ha saputo dipingere nulla nè di bello nè di buono. Ben tornato alla realtà e benvenuto fra noi, Eccellenza Ravasi. Alessandro

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  7. sig andreas hofer sig alessandro

    non si puo dire'' ecco preferisco questo o quello stile ,,
    ogni espressione d' arte rispeccha la cultura il pensiero di un epoca storica , fare dei paragoni lascia un po a desideraresecondo me .....
    ma , sono sempre meglio dei garage o capannoni industriali di oggi .......
    mi ricordo di aver assistio ad una messa in campagna anni fa in una povera pieve inondata di verde e con la galline che facevano da sottofondo fuori sull' aia , una ha avuto l' ardire , entrando indisturbata , di approsimarsi all' ALTARE durante la consacrazione ........
    chissà , avra' voluto ringraziare il BUON DIO per la vita che gli ha donato .....
    al contrario di tanta feccia in circolazione .........

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  8. Se Ravasi si ispira a Padre Turoldo, che come avete ben detto è stato uno dei modedrnosti più sfrenati,ancora una volta non si capiscono le scelte del papa nello scegliere i propri collaboratori. Se non erro Ravasi ha avuto da dire anche sulla storicità dei Vangeli?

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  9. hai visto mai che portare Ravasi da Milano a Roma sia stato un modo elegante per sottrare un personaggio di indubbia cultura e capacità comunicativa agli influssi di quello "spirito ambrosiano" che si è prepotentemente insediato dal 1980 ad oggi sulla cattedra che fu di S.Ambrogio??!

    poi può capitare che il riscacquo nel Tevere non sia ancora del tutto completato...

    Luigi

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  10. Prega bene e credi bene. Io vorrei aggiungere costruisci bene. Le chiese attuali sono il frutto dello sfacello liturgico e della nuova messa di Paolo VI. Dio è scomparso, al centro di di tutto c'è il prete diturno che ammicca ai fedeli come un guitto sul palcoscenico. Per questo questi magazzini, hangar, garages, case del popolo sono anche troppo. Ripristiniamo l'antica liturgia della Santa Messa e , sia pure da architetti moderni, si vedranno realizzare oper degne della Regalità di Crito. Certamente gli architetti ebrei americani ai quali sono state commissionate, sotto il pontificato di Giovanni Paolo II, le chese per l'anno santo a Roma certe finezze non le comprendono. E che fiume di soldi dell'otto per mille e contributi dello stato sono stati spesi. Invece di fare quelle brutture avrebbero potuto sfamare milioni di persone nel terzo mondo, loro che parlano sempre di chiesa dei poveri.Peter

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  11. per vittorio:
    forse sono stato frainteso; apprezzo moltissimo anche il cinquecento e il barocco, figuriamoci, non era un discorso di preferenza. Sottolineavo che mons. Ravasi cita quei due periodi della storia dell'arte per paragonarli allo scempio attuale. Io volevo dire: non c'è bisogno di scomodare i grandi architetti né le grandi opere d'arte per rendersi conto della devastazione del gusto di cui risentono gli edifici di culto di recente costruzione: se non hai niente, niente trasmetti in quello che erigi; se hai Fede erigi qualcosa di gradito a Dio. Le chiesacce attuali sono frutto anche della presunzione oltre che dell'ignoranza, di committenti e costruttori.
    Questo volevo dire, non certo che il mio gusto gradisce più il romanico del barocco (il che -seppur vero- non cale proprio a nessuno!).
    AndreasHofer

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  12. Die Wotrubakirche!
    D'accordo è solo una colata di cemento, ma più severa e dignitosa di una chiesa barocca con tanto di palloncini.

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  13. Forse ti sbagli:
    http://www.trivago.it/vienna-44232/chiesacattedralemonastero/wotrubakirche-882645/foto-i5003476

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  14. sig ANDREAS HOFER

    ASSOLUTAMENTE condivido con LEI .....
    la CHIESA COLTA , LA CHESA DEI DOTTORI DELLA CHIESA cosi disprezzata oggi ......
    c' è una frattura col passato fatto di gente che si crede il padreterno senza un minimo di cultura e sensibilita .
    dopo il terremoto qui da me è stato fatto ripulisti .
    i quadri che erano in sacrestia in duomo messi fuori all' aperto alle intemperia fra l indifferenza generale ,durante i lavori di ristrutturazione , nonostante siano stati segnalati dal sacrestano ...
    e poi mi si contraddice quando sostengo che dai seminari in MASSIMA PARTE escono solo degli oziosi e sciamannoni .....

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  15. Un anziano architetto cattolico praticante mi disse: la progettazione di una chiesa e' l'ultimo atto di una riflessione durata una vita accompagnata dalla preghiera; ci si deve accostare alla maniera di chi dipinge icone orientali (almeno... nel passato...) con un santo Timore nei confronti di chi abitera' quell'edificio.
    Cosa ne sanno i vari, famosi architetti che, se saranno battezzati, dubito che siano profondi conoscitori e frequentatori della Casa di Dio o quando non fossero di appartenenza demoplutogiudaicomassonica?
    Costruiranno molto bene con il grembiule, la cazzuola, il compasso e la squadra opere che non elevano a Dio anzi, ne allontanano sempre piu'.

    Cassandra

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  16. Brava Cassandra. Hai colto nel segno. Il Santo Subito amava affidare la progettazione e realizzazione delle chiese di Roma ad architetti ebrei, forse appartenenti alla potentissima loggia massonica ebraica statunitense Bnai Britt, con i cui membri era in strettissimo rapporto.Interessante l'articolo di Sgarbi su Il Giornale del 16 settembre.

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  17. Non so in altre parti d'Italia, ma le chiese fiorentine degli anni '50 sono anch'esse orribili, spesso gran casermoni senza forma né senso del sacro. Ed eran opera di architetti chiamati dal card. Dalla Costa che non era certo Bugnini.

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  18. Vuol dire che anche il cardinale Dalla Costa ha iniziato o inaugurato che di si voglia uno sciagurato filone architettonico che ha mutatio le nostre chiese in baracche. Infatti in ogni diocesi c'è una commissione preieduta dal vescovo che vaglia i progetti della dilizia sacra. Caro prf Pastorelli il male viene da lontano.

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  19. Il cattivo gusto, l'amore per la novità architettonica (cemento armato, ampiezza da stadio, ecc.) che caratterizzarono gli anni 50 era sostenuto dall'ignoranza in materia di chi era preposto ai lavori delle commissioni e dei membri delle stesse, ma anche dalla necessità di costruire in fretta chiese distrutte dai bombardamenti o di innalzarne altre in quartieri popolari gremiti di nuova formazione, con materiale solido, e con spesa relativa modica. Dalla Costa, come il suo ausiliare e succesore Florit, era un santo, ma in questo, come altri casi, molto preoccupato di dar ai fedeli delle chiese dove riunirsi. Il resto gli apparve meno impoprtante. E gli architetti eran quel ch'erano.
    Oggi è diverso.

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