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mercoledì 19 novembre 2025

Il Cattolicesimo sta diventando più tradizionale?

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1306 pubblicata da Paix Liturgique il 18 novembre, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique (contact@veilleurs-paris.fr), riporta e commenta:
  • un’indagine condotta dall’IFOP tra i sacerdoti francesi;
  • una serie di quattro trasmissioni sulla stazione radiofonica progressista France Culture;
  • il libro Les jeunes et leur laïcité dei sociologi Charles Mercier e Philippe Portier.
Queste tre fonti confermano la tendenza del clero e dei fedeli (soprattutto giovani) francesi ad «un Cattolicesimo più identitario, più confessionale», in cui la liturgia tradizionale conquista spazi rilevanti.

Lorenzo V.


Le sentinelle continuano per la 217ª settimana le loro preghiere in difesa della Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (rue du Cloître-Notre-Dame, 10) dal lunedì al venerdì dalle ore 13:00 alle ore 13:30

Cari amici, il Cattolicesimo in Francia (ma anche negli Stati Uniti d’America e altrove) sta diventando più tradizionale? O, per dirla in modo più positivo, sta diventando più confessionale e quindi sta dando spazio alla liturgia tradizionale, che è ovviamente molto più confessionale della nuova liturgia.

Vorrei innanzitutto citare i sorprendenti risultati di un’indagine condotta dall’Institut français d’opinion publique per l’Observatoire français du Catholicisme nell’ottobre 2025 tra i sacerdoti francesi [Le sacerdoce aujourd’hui, QUI e QUI: N.d.T.]. Essa mostra che il 20 per cento dei sacerdoti preferisce una forma molto classica del rito, ordinaria, a volte o spesso in latino e/o ad orientem, e talvolta straordinaria; l’8 per cento di loro dichiara di celebrare secondo la forma straordinaria esclusivamente o in combinazione con l’altra; il 60 per cento dei più giovani (25-34 anni) ritiene che fare pace liturgica e risolvere in modo pacifico e duraturo le controversie e le incomprensioni con il mondo tradizionale sia la loro principale preoccupazione (contro il 31 per cento degli over 75); al contrario, solo il 10 per cento dei minori di 33 anni desidera un’evoluzione della morale sessuale e del matrimonio (contro il 45 per cento degli over 75); e il 4 per cento dei minori di 50 anni è contrario all’ordinazione di sacerdoti sposati e all’accesso delle donne al sacerdozio (contro il 28 per cento degli over 65).

Mi ha interessato anche una serie di quattro trasmissioni sulla stazione radiofonica France Culture, nell’ambito di La Série Documentaire, serie di Isabelle de Gaulmyn realizzata da Anne Fleury, Catholiques de France, la tentation radicale [Cattolici di Francia, la tentazione radicale: N.d.T.]. Queste trasmissioni, ancora disponibili in registrazione (QUI), realizzate da Cattolici decisamente progressisti, hanno un tono molto preoccupato.

Ascoltandole, sembra che da diversi anni il latino stia tornando nelle Messe, che i sacerdoti indossino la tonaca, che esigano una rigida separazione dei ruoli tra uomini e donne, in particolare allontanando le ragazze dal servizio della Messa. I pellegrinaggi tradizionalisti ultra-classici, che promuovono una Francia cristiana, fanno il tutto esaurito. Tuttavia, il Cattolicesimo, che ha perso molti fedeli, rimane la prima religione in Francia, e sembra che una parte significativa dei credenti rimasti preferisca rifugiarsi in una concezione «Ancien Régime» della religione, «con il piede sul pedale della retromarcia». Un momento importante di questa «radicalizzazione» è stata la legge sul «matrimonio per tutti» e le considerevoli manifestazioni che ne sono seguite: molti Cattolici hanno allora preso brutalmente coscienza di essere diventati una minoranza in una società che non li capiva più e hanno voluto assumersi questa situazione confessando più chiaramente.

Ho finalmente letto con grande interesse il libro di due sociologi, Charles Mercier e Philippe Portier, Les jeunes et leur laïcité (Science Po – Les Presses, 2025), che descrive in qualche modo il complesso sottofondo dell’intera società giovanile su cui si svolge l’evoluzione della gioventù cattolica [QUI: N.d.T.]. Sembra che nel complesso i giovani francesi sotto i trent’anni abbiano una concezione della laicità – di cui sono stati bombardati durante tutta la loro formazione scolastica e liceale – completamente diversa da quella dei loro predecessori. In breve, si tratta di una concezione molto più individualista, fortemente influenzata – grazie alla globalizzazione e a Internet – dal modello anglosassone. Questi giovani, siano essi religiosi o atei, ammettono e addirittura desiderano una presenza religiosa diversificata nello spazio pubblico. Ad esempio, il velo delle donne musulmane non preoccupa le ragazze cattoliche, che da parte loro sfoggiano una croce al collo o addirittura una maglietta con l’effigie di Notre-Dame di Lourdes. È come se i giovani cattolici accettassero l’estremo liberalismo dell’ultramodernità, il che di per sé non è motivo di gioia, ma ne approfittassero per affermare la loro fede, il che è molto più positivo.

Ci stiamo dirigendo verso un Cattolicesimo più identitario, più confessionale. Non sono forse identitari e confessionali le sentinelle davanti all’Arcivescovado di Parigi, che recitano il Rosario sotto gli sguardi benevoli dei passanti e in particolare di coloro che entrano nei locali dell’amministrazione diocesana? Tutto indica che la loro azione è «nel senso della storia» quando pregano in rue du Cloître-Notre-Dame, 10, dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nella Église Saint-Georges di La Villette (avenue Simon Bolivar, 114, nel XIX arrondissement), il mercoledì e il venerdì alle ore 17:00, davanti alla Église Notre-Dame-du-Travail (rue Vercingétorix, 59, nel XIV arrondissement), la domenica alle ore 18:15, nella Basilique Sainte-Clotilde-et-Sainte-Valère (rue Las Cases, 23 bis, nel VII arrondissement), il lunedì alle ore 12:45.

In unione di preghiera e amicizia.