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giovedì 13 novembre 2025

Giansoldati. Leone XIV e lo stop alle messe-show

Grazie a Franca Giansoldati  per questa notizia sull'omelia di Leone XIV (QUI) di qualche giorno fa.
Luigi C.

Franca Giansoldati, Il Messaggero,  10-11-25

Un paio d'estati fa un prete milanese che si trovava in Calabria con il suo gruppo parrocchiale ebbe l'idea di combattere la calura micidiale celebrando in costume, a mollo nell'acqua cristallina di una spiaggia crotonese, con un materassino gonfiabile come altare improvvisato [QUI MiL e QUI altro orrore]. I suoi fedeli, anche loro in bikini e bermuda, parteciparono alla messa balneare andando a fare la comunione con l'acqua alla cintola. Il video spopolò su TikTok ma non è l’unico. In questi anni si sono visti parroci con stole arcobaleno, con la kefiah sull'abito talare, si sono ascoltate performance canore di preti canterini che, tra un alleluia e un sanctus, hanno intonato le hit del momento. Un caso diventato famoso ha riguardato un frate che nel viterbese ha interpretato talmente bene un brano di Ed Sheeran da raccogliere all’altare gli applausi e richieste di bis.

CREATIVITÀ

Spesso i preti creativi rischiano di oltrepassare l'abc della liturgia vestiti da ciclisti, da bikers, da sciatori, da alpinisti. Le esagerazioni affiorano a ogni latitudine e basterebbe solo mettere assieme l'eco delle lamentele che fioccano al Dicastero del Culto Divino. Persino Francesco che, come si sa, era assai tollerante in materia, fu costretto, proprio l'anno scorso a febbraio, ad autorizzare un documento per ricordare che le parole usate per celebrare la messa o le forme di un sacramento non si possono cambiare.

Leone XIV – che come tutti gli agostiniani sulla liturgia è assai attento e preciso – ha notato che qualcosa bisogna fare per correggere l’andazzo. Lo ha fatto ieri mattina scegliendo la cerimonia solenne dei 1700 anni della dedicazione della basilica del Laterano, la Chiesa madre della cristianità. Si è trattato di una bonaria tirata di orecchie a chi pensa che tutto sia concesso. Va bene essere creativi, ma esistono limiti e soprattutto regole. E poi la liturgia è una cosa seria. «La sua cura, pertanto, nel luogo della Sede di Pietro, dev’essere tale da potersi proporre ad esempio per tutto il popolo di Dio, nel rispetto delle norme, nell’attenzione alle diverse sensibilità di chi partecipa, secondo il principio di una sapiente inculturazione e al tempo stesso nella fedeltà a quello stile di solenne sobrietà tipico della tradizione romana, che tanto bene può fare alle anime di chi vi partecipa attivamente» ha detto. Indicazioni applicabili sia nella più sperduta chiesa di campagna che a San Pietro, dove da tempo circolano tante critiche per come viene gestita la basilica, intasata come è di abnormi flussi di turisti in una evidente mancanza di clima spirituale. Le parole che ha usato Papa Leone sono state costruttive. La sua missione del resto è di tenere assieme una Chiesa già sfibrata e lacerata. L’eredità che ha ricevuto è pesante e i cardinali che lo hanno eletto gli hanno chiesto di rafforzare proprio l'unità interna. Ieri al Laterano, in un altro passaggio dell’omelia, è sembrato parlare proprio di questo, evocando l'immagine del “cantiere”. «E' un’immagine bella, che parla di attività, creatività, impegno, ma anche di fatica, di problemi da risolvere, a volte complessi».

Lo stile con il quale Prevost avanza è tipicamente agostiniano, ascolta gli interlocutori, si confronta, condivide in modo comunitario e poi procede. Proprio per questo ha convocato il suo primo concistoro per il 7 gennaio con tutti i cardinali, una data da tenere bene a mente poiché segna simbolicamente l'inizio del suo “vero” pontificato. Finora, infatti, Leone XIV è andato avanti portando a termine tutti gli impegni ereditati da Papa Bergoglio: l'enciclica Dilexi Te, diversi documenti, il viaggio in Turchia per celebrare i 1700 anni del concilio di Nicea, gli eventi giubilari che continua a presiedere. Con la chiusura dell'Anno Santo prevista per il giorno dell’Epifania è come se arrivasse la fase due, quella più personale e propria, entrando nel vivo di un percorso privo di lavori ereditati e da terminare. Ecco perché ha inviato una lettera a tutto il collegio cardinalizio. Leone XIV vuole ascoltare prima i fratelli cardinali, condividere analisi, fare sintesi, mettere a fuoco nuove sfide. Ancora non c'è una agenda e probabilmente a questo concistoro non ci sarà, è assai possibile che Prevost lascerà che affiorino liberamente i temi più sentiti e favorirà il confronto, proprio quello che è mancato sotto Francesco per troppo tempo ed è stato all’origine di tante fratture interne.