Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1310 pubblicata da Paix Liturgique il 29 novembre, in cui Christian Marquant, Presidente dell’associazione Oremus-Paix Liturgique (contact@veilleurs-paris.fr), riporta e commenta la decisione dell’Arcidiocesi di Parigi di disimpegnarsi e chiudere, senza alcun confronto e dialogo con i fedeli che la frequentano, la Chapelle Notre-Dame du Lys, di proprietà della Congregazione dei religiosi di san Vincenzo de’ Paoli, nella quale ogni domenica si celebra una frequentatissima Santa Messa tradizionale (oltre alla quotidiana Messa di San Paolo VI), ed il collegato fiorente centro giovanile.
E c’è il sospetto «che l’Arcidiocesi di Parigi e i padri della Congregazione dei religiosi di san Vincenzo de’ Paoli non vogliano rinunciare a un’operazione immobiliare “redditizia” (circa 10 milioni di euro […]). Un’operazione che sarebbe già stata decisa».
Lorenzo V.
Il grido dal cuore dei fedeli: «Dateci tempo per riflettere»
Le sentinelle continuano per la 219ª settimana le loro preghiere in difesa della Santa Messa tradizionale davanti all’Arcivescovado di Parigi (in rue du Cloître-Notre-Dame, 10) dal lunedì al venerdì dalle ore 13:00 alle ore 13:30
Cari amici, la vicenda, perché di questo si tratta, della Chapelle Notre-Dame du Lys a Parigi sta provocando grande scalpore e grande preoccupazione.
È noto che nella Chapelle Notre-Dame du Lys (rue Blomet, 7, nel XV arrondissement di Parigi), ogni domenica alle ore 11:30, orario molto familiare, viene celebrata una Santa Messa tradizionale da don François Scheffer, Rettore della cappella e sacerdote dell’Arcidiocesi di Parigi. Questa Santa Messa riunisce ogni domenica, a seconda della stagione, da centocinquanta a duecentocinquanta fedeli. Vengono celebrate anche Messe secondo il Messale Romano di San Paolo VI, la domenica alle ore 10:00 e nei giorni feriali dal martedì al sabato. Un’altra Santa Messa tradizionale viene cantata il mercoledì alle ore 19:45 da don Guilhem Mirieu de Labarre FSSP, una Santa Messa per i giovani, precedentemente celebrata nella Église Saint-François-Xavier prima della lettera apostolica in forma di motu proprio Traditionis custodes sull’uso dei libri liturgici anteriori al Concilio Vaticano II e delle decisioni restrittive di mons. Michel Christian Alain Aupetit, allora Arcivescovo metropolita di Parigi.
La Chapelle Notre-Dame du Lys, che appartiene alla Congregazione dei religiosi di san Vincenzo de’ Paoli che un tempo la serviva e che ora non può più farlo per mancanza di personale ecclesiastico, è inserita in un complesso immobiliare che ospita un fiorente centro giovanile fondato dalla Congregazione dei religiosi di san Vincenzo de’ Paoli, oggi diretto da Kevin Agnero, sotto la responsabilità di don François Scheffer. Dal punto di vista giuridico dipende dalla Parrocchia di Saint-Jean-Baptiste-de-la-Salle.
Ma questi edifici antichi, a volte fatiscenti, necessitano di lavori che richiedono investimenti importanti (un milione di euro nell’immediato, tre milioni di euro a lungo termine). I padri della Congregazione dei religiosi di san Vincenzo de’ Paoli non possono garantire questo contributo finanziario e l’Arcidiocesi di Parigi non vuole farlo.
È quanto ha annunciato con una certa brutalità mons. Michel Gueguen, Vicario generale dell’Arcidiocesi di Parigi, mercoledì scorso, 26 novembre, a un’assemblea di circa duecentocinquanta fedeli: l’Arcidiocesi di Parigi intende disimpegnarsi dalla Chapelle Notre-Dame du Lys a partire dal prossimo mese di giugno; i fedeli delle Messe di San Paolo VI sono invitati a recarsi d’ora in poi nelle Parrocchie vicine; i fedeli della Santa Messa tradizionale potranno recarsi nella Église Saint-François-Xavier, nel VII arrondissement, per una Santa Messa tradizionale che dovrebbe essere celebrata alle ore 9:00 nella cappella absidale; i bambini del centro giovanile saranno distribuiti in altri centri giovanili parrocchiali; la Santa Messa tradizionale per i giovani del mercoledì viene semplicemente soppressa e don François Scheffer sarà assegnato ad altre funzioni.
Lo shock è stato violento per i fedeli presenti, che hanno espresso con forza il loro stupore per essere stati trattati in questo modo, senza essere stati preventivamente consultati né informati di questa decisione unilaterale. La scomparsa del centro giovanile è stata particolarmente mal accolta. La richiesta unanime è stata quella di avere tempo per riflettere con calma su soluzioni ragionevoli, tanto più che i padri della Congregazione dei religiosi di san Vincenzo de’ Paoli potrebbero essere disposti ad affidare i locali a una comunità sacerdotale che voglia garantire o far garantire il servizio liturgico nei due riti e occuparsi del centro giovanile, a condizione che si faccia carico dei lavori necessari.
Va aggiunto che mons. Michel Gueguen non si aspettava affatto queste reazioni e le ha accolte con una certa irritazione?
L’assemblea comprendeva inoltre un certo numero di professionisti con una buona pratica degli affari, che hanno fatto capire che era necessario studiare con calma il costo dei lavori da realizzare e le raccolte di fondi che si pensava potessero coprirli. All’estremo, un’associazione di fedeli avrebbe potuto inserirsi nell’organizzazione globale per farsi carico dell’intera parte finanziaria del progetto. A meno che tutta questa faccenda condotta in modo affrettato non nascondesse una succulenta operazione immobiliare a vantaggio dei padri della Congregazione dei religiosi di san Vincenzo de’ Paoli… e dell’Arcidiocesi di Parigi?
Era evidente che l’intero dossier meritava di essere studiato seriamente, prendendosi il tempo necessario. Doveva essere esaminato da tutte le parti interessate, in particolare, in questo periodo di sinodalità, dai fedeli direttamente interessati dalle decisioni che sarebbero state infine prese. Si sarebbero così potute trovare diverse soluzioni per il servizio della Chapelle Notre-Dame du Lys, la continuità del centro giovanile, la celebrazione delle Sante Messe tradizionali.
In breve, questa vicenda richiede tempo e un dialogo pacifico e costruttivo.
Le reazioni che abbiamo ricevuto da questa riunione vanno tutte in questo senso: «Perché agire così in fretta?», si chiede un padre di famiglia convertitosi alla fede anni fa grazie alla sua partecipazione al centro giovanile. «Diamoci tempo, almeno due o tre anni, per riflettere sulle possibili soluzioni», dice un altro, mentre un altro ancora aggiunge: «Andare nella Église Saint-François-Xavier ci allontanerà da casa nostra e, soprattutto, che tipo di accoglienza ci riserveranno? E a che ora?», al che un’altra fedele si arrabbia: «Dipendiamo già dalla Parrocchia di Saint-Jean-Baptiste-de-la-Salle, perché non trasferirci lì piuttosto che esiliarci nel VII arrondissement?». Un altro appello di un fedele che lavora nel settore immobiliare vuole essere più pragmatico: «L’attuale complesso immobiliare ha un valore considerevole: sarebbe possibile raccogliere fondi per far durare questa bella opera». Una madre di famiglia che si rammarica della partenza dei padri della Congregazione dei religiosi di san Vincenzo de’ Paoli: «È un vero peccato che vogliano allontanarsi definitivamente, ma che ci lascino tempo, almeno due o tre anni, per trovare con calma e preghiera una soluzione duratura». Altri, più incisivi, pensano che l’Arcidiocesi di Parigi e i padri della Congregazione dei religiosi di san Vincenzo de’ Paoli non vogliano rinunciare a un’operazione immobiliare «redditizia» (circa 10 milioni di euro che sarebbero divisi al 50 per cento tra l’Arcidiocesi di Parigi e i padri della Congregazione dei religiosi di san Vincenzo de’ Paoli). Un’operazione che sarebbe già stata decisa…
Care sentinelle parigine, affido a voi questa intenzione speciale nelle vostre recite del Rosario in rue du Cloître-Notre-Dame, 10, dal lunedì al venerdì, dalle ore 13:00 alle ore 13:30, nella Église Saint-Georges di La Villette (avenue Simon Bolivar, 114, nel XIX arrondissement), mercoledì e venerdì alle ore 17:00, davanti alla Église Notre-Dame-du-Travail (rue Vercingétorix, 59, nel XIV arrondissement), domenica alle ore 18:15.
In unione di preghiera e amicizia.
