
QUI i post di MiL sul martire cristiano assassinato dall'odio woke.
Luigi C.
27/09/2025 di Francesco Perboni, Pro Via & Famiglia
Dopo la morte di Charlie Kirk la macchina del fango degli odiatori seriali antidemocratici, della sinistra internazionale, si è azionata immediatamente nel tentativo di “mostrificare” questo coraggioso ragazzo, padre di famiglia, assassinato lo scorso 10 settembre mentre si confrontava pacificamente in pubblico con studenti universitari.
Lo hanno dipinto come un “estremista di destra”, “razzista”, “suprematista bianco”, “omofobo”, “transfobico”, “islamofobo”, e chi più ne ha più ne metta, estrapolando dal contesto mezze frasi o addirittura inventando di sana pianta citazioni che lui non ha mai detto. Per onorare la sua memoria Pro Vita & Famiglia ha indetto una petizione popolare le cui firme saranno consegnate all’Ambasciata USA a Roma in segno di cordoglio e solidarietà.
Di seguito, smontiamo un elenco di frasi inventate o decontestualizzate che in queste due settimane hanno affollato i media e i social network allo scopo di screditare la persona e la memoria di Charlie Kirk.
Charlie Kirk non ha detto che si dovrebbero bruciare le bandiere arcobaleno. Ha sottolineato il doppiopesismo legale e la contraddizione in termini riferendosi a una sentenza del 1989 (Texas vs Johnson) secondo cui bruciare la bandiera americana è un diritto protetto dal primo emendamento. Nel suo podcast, Charlie rifletteva sulla liceità o meno di bruciare le bandiere in relazione al rischio di censurare il diritto alla libertà di parola e di espressione. Se è espressione di libero pensiero bruciare la bandiera americana, provocò, perché non dovrebbe esserlo bruciare anche quella arcobaleno o del movimento Black Lives Matter?
«La legge perfetta di Dio sostiene che i gay vanno lapidati a morte»
Charlie Kirk non ha mai detto né creduto che i gay debbano essere lapidati. Charlie stava rispondendo a una persona secondo la quale la Bibbia non riteneva immorali gli atti sessuali omosessuali siano sbagliati. Il suo interlocutore citava Levitico 19,34 per dire che la legge di Dio afferma di amare il prossimo come se stessi. Nel rispondere, Charlie cita il capitolo precedente del Levitico secondo cui la stessa “legge perfetta di Dio” prevedeva la lapidazione per chi commetteva quegli atti. Non lo afferma per condividerne il contenuto - anche perché la prassi della lapidazione viene corretta da Gesù (cfr. Gv 8,1-11) - ma lo fa per dimostrare che non si possono selezionare versetti biblici a piacimento per sostenere le proprie tesi. Poco dopo aggiunge infatti che “bisogna amare” le persone con tendenze omosessuali “dicendo loro la verità: non si deve essere crudeli o dissimili da Cristo nei loro confronti, ma bisogna dire loro la verità”. [VIDEO]
«I piloti neri sono meno qualificati»
Tali frasi - usate per accusare Charlie Kirk di ‘razzismo’ - sono estrapolate dal contesto di una serie di affermazioni critiche verso il concetto di "affirmative action", ovvero una "discriminazione positiva" che prevede assunzioni nelle aziende e nelle compagnie su base etnica, una sorte di ‘quote rosa’ per le persone di colore in America. Charlie sostiene che per far funzionare al meglio e senza discriminazioni la società ci si debba basare soltanto sulla meritocrazia e non sulle ‘quote’, qualsiasi esse siano. In questo caso Kirk stava rispondendo all'annuncio fatto dall’Amministratore Delegato della compagnia aerea United Airlines secondo cui l’azienda avrebbe applicato una politica per assumere almeno il 50% di piloti di colore. È in questo contesto che Charlie ha affermato che, se l’assunzione di piloti sarebbe avvenuta sulla base di ‘quote politicamente corrette’ e non per competenze e meriti, vedendo un pilota di colore alla guida del suo aereo si sarebbe chiesto se fosse lì perché capace o solo perché di colore. Questo approccio inoltre, secondo lui, creava più discriminazione e più razzismo nella società di quello che avrebbe voluto eliminare. [VIDEO]
«Michelle Obama e altre donne di colore non hanno le capacità mentali per essere prese sul serio».
Anche in questo caso Charlie Kirk stava rispondendo alle affermazioni di alcune personalità della politica democratica americana, tra cui Michelle Obama, che avevano affermato pubblicamente di essere state ammesse al college ed aver realizzato la propria carriera soltanto grazie a tali politiche di "affirmative action" (“discriminazioni positive”). Charlie ironizzava sul fatto che loro stesse confessassero di non aver meritato il loro posto e di mancare quindi delle capacità mentali per esercitare la loro carica, affermando di trovarsi lì solo per il colore della loro pelle grazie a politiche potenzialmente discriminatorie verso “bianchi e asiatici”. Charlie, dunque, non ha mai detto che alle persone di colore mancano le capacità, ma che le politiche di promozione automatica di una persona solo per il colore della pelle (nero in questo caso) sono discriminatorie e portano le persone a chiedersi se chi viene assunto in un determinato posto di lavoro sia realmente qualificato per svolgere il proprio compito nella società o no.
«I neri stavano meglio quando erano schiavi»
Una delle false attribuzioni più vergognose, che Charlie non ha mai pronunciato. Qui Kirk stava citando i dati degli anni '40, quando ancora vigevano politiche discriminatorie nei confronti dei neri, per mostrare come, paradossalmente, alcune politiche ideologiche attuali, il vero oggetto della sua critica, abbiano finito per peggiorare le condizioni socioeconomiche degli afroamericani. Non stava minimamente difendendo la schiavitù, ma denunciando un paradosso: sotto alcuni specifici aspetti, le leggi ideologiche attuali hanno prodotto condizioni socio-economiche peggiori del tempo della schiavitù [VIDEO al minuto 1:20:44]
“Dobbiamo deportare le persone in base alla loro razza”
Frase mai pronunciata, concetto mai sostenuto. Charlie riteneva che, semplicemente, andassero rispettate le leggi: se si entra in un Paese legalmente e si rispetta la legge si è i benvenuti, se si entra illegalmente e si infrange la legge si viene riportati nel proprio Paese di origine. Tutto questo non c’entra assolutamente nulla con la razza, anzi diceva che era totalmente irrispettoso per i migranti regolari che quelli irregolari potessero fare ciò che volevano senza serie conseguenze legali, come per tutti gli altri cittadini. [VIDEO]
A conferma di quanto non fosse assolutamente razzista, in un altro suo discorso si può sentire Charlie citare uno studio di National Geographic che conferma come bianchi e neri siano del tutto uguali biologicamente e che il razzismo è un costrutto sociale contro cui lui si batte [VIDEO]. O ancora, in un’altra occasione, Kirk allontana un suprematista bianco per le sue idee razziste, affermando che un vero conservatore non dovrebbe avere tali pensieri discriminatori, poiché i Padri Fondatori americani volevano la pari dignità di ogni essere umano.
«Israele non sta affamando i Palestinesi»
Charlie Kirk è sempre stato uno strenuo sostenitore del diritto a esistere dello Stato di Israele, ma il suo giudizio sulla sproporzione del contrattacco israeliano a Gaza, dopo l’attacco terroristico di Hamas del 7 ottobre 2023, si era fatto gradualmente più duro, arrivando a sostenere che il Governo Netanyhau intendesse «ripulire etnicamente Gaza», pianificando la rimozione forzata di 2,5 milioni di persone da quella terra [VIDEO].
«Non sopporto l'empatia»
La frase è riportata in modo troncato, perché, subito dopo, Charlie Kirk aggiunge di preferire il termine "simpatia", dato che l'empatia presume che si possano provare le stesse identiche emozioni dell'altro, cosa impossibile, portando verso una massificazione emotiva. Sosteneva che era un termine utilizzato politicamente in modo sbagliato. La simpatia, invece, manteneva per lui l'idea di vicinanza al prossimo e il valore della coscienza del singolo [VIDEO].
«Se mia figlia a 10 anni fosse violentata e rimanesse incinta, dovrebbe partorire»
Prima di tutto non è lui a dire questa frase, che lui ritiene "terribilmente esplicita", anche perché lui stesso ha una figlia. Viene spinto a questa affermazione da una ragazza pro aborto che gli chiede cosa farebbe se la figlia di 10 anni restasse incinta. Lui risponde che il bambino non verrebbe ucciso, perché non c'è modo di distinguere tra un'ecografia di un bambino concepito in uno stupro e quella di un bambino concepito nell'amore, entrambi sono esseri umani e meritano il diritto alla vita, indipendentemente dalle vicende che hanno portato al loro concepimento, di cui loro non hanno alcuna colpa e di cui non possono pagare le conseguenze con la loro vita. Una posizione che, consci della drammaticità del caso proposto, non può che essere condivisibile. L’aborto non cancella in alcun modo l’orrore di una violenza subita, nemmeno a un’età così giovane. Charlie prosegue affermando che l'Occidente si fonda sull'idea (cristiana) di rispondere al male con il bene, e, davanti a una tragedia - uno stupro - non bisognerebbe rispondere togliendo la vita alla creatura che è già presente nel grembo della bambina [VIDEO al minuto 18:09]
“L’aborto è peggiore dell’olocausto” e “le donne che abortiscono sono come i nazisti”
Charlie ha sostenuto che l’aborto sia peggiore dell’olocausto a livello di numeri, nel senso che la moltitudine di bambini uccisi nel grembo con l’aborto supera di gran lunga il numero di ebrei sterminati nella tragedia dell’olocausto (secondo l’ONU ogni anno vengono soppresse circa 75 milioni di vite umane con l’aborto). Allo stesso tempo Charlie precisa che l’olocausto è invece peggiore dell’aborto per odio e crudeltà e per aver sterminato un popolo specifico [VIDEO]. La seconda parte della frase è del tutto falsa, Charlie non l’ha mai pronunciata, anzi, riteneva che le donne fossero piuttosto vittime della narrativa abortista e che non dovessero subire alcuna pena perché non consapevoli e informate su ciò che avviene durante l’aborto. [VIDEO]
Di seguito si riportiamo due frasi attribuite a Charlie Kirk relative a temi sui quali Pro Vita & Famiglia ha posizioni differenti dalle sue (la pena di morte e la liberalizzazione del possesso di armi) ma che Kirk ha comunque pronunciato con un significato del tutto diverso da quello che è stato riportato, e che quindi, per completezza, riteniamo onesto aggiungere all’elenco.
«Vale la pena avere qualche morto in più se questo significa poter esercitare il diritto di avere un'arma per difendere gli altri diritti concessi da Dio»,
La frase non è riportata nel suo più ampio contesto. Charlie non ha mai sostenuto che le persone siano vittime da sacrificare pur di avere delle armi, ma ha detto che in uno Stato non si guarda solo alla sicurezza, ma anche ad altri valori da tutelare, e che il Secondo Emendamento della Costituzione Americana esiste per permettere ai cittadini di resistere nell'ipotesi in cui un governo totalitario dovesse prendere il potere. Ha fatto l'esempio delle automobili, dicendo che ci sono tanti incidenti ogni anno, molti per negligenza o irresponsabilità - come per la guida in stato di ebbrezza - o per vera e propria volontà di uccidere l’altro. Ebbene, non sarebbe proporzionato affermare che, poiché c’è gente che uccide volontariamente altre persone con l’automobile, allora bisognerebbe togliere tutte le auto dal Paese, poiché è accettato da tutti che possa esistere, purtroppo, la possibilità di un evento tragico pur di difendere altri diritti come quello alla mobilità, all’efficienza ecc. In questo contesto, quindi, Charlie non ha affermato che si deve “accettare di avere un po' di vittime da sacrificare sull'altare del possesso delle armi”, ma ha detto che il Paese, per tutelarsi dalla possibilità di un governo totalitario, si assume il rischio che una tragedia possa accadere, pur dovendo fare tutto il possibile per evitarla. [VIDEO]
«I bambini dovrebbero assistere alla pena di morte»
Charlie Kirk non lo ha mai detto. Nella puntata dello show a cui si far riferimento per questa frase, Charlie ha fatto una riflessione generale sulla pena di morte, pratica che Pro Vita & Famiglia non condivide (anche perché consideriamo l’aborto stesso una pena di morte). Kirk ha sostenuto che le esecuzioni dovrebbero essere rapide, pubbliche e trasmesse in televisione e che potrebbero essere una forma di “iniziazione all'età adulta”, nel senso che lo shock avrebbe potuto aumentare il tasso di responsabilità dei cittadini e diminuire il tasso di criminalità. Nello stesso dibattito, è lui a chiedere a che età dovrebbe essere legale assistere alle esecuzioni e uno degli ospiti suggerisce 16 anni, mentre un altro 14 o 12 anni. A un altro ospite secondo cui non dovrebbe essere possibile vedere le esecuzioni così presto, per non abituare i minori alla violenza, Charlie non risponde e va avanti con lo show, affermando più avanti che la pena di morte deve essere percepita come qualcosa di molto grave e che bisogna essere in grado di coglierla. Non condividiamo la sua opinione sulla pena di morte, ma nel video si parla di ingresso nell'età adulta, perciò al contrario di quanto affermato vale per chi ha raggiunto la maggiore età, non per i bambini. [VIDEO]
Non era perfetto, ma non era un mostro
In definitiva, dunque, possiamo ben dire che, come tutti gli esseri umani, Charlie non era perfetto ed è normale che non tutte le sue idee fossero giuste. È stato però sicuramente un cristiano che, lui stesso conscio dei suoi limiti, amava profondamente Gesù e per cui «il coraggio della fede era la cosa più importante della vita».
È stato senz’altro un "martire della libertà", ucciso per aver portato il dialogo e il libero confronto nelle università, ucciso perché «le scelte morali e coraggiose richiedono sacrificio» come lui stesso aveva affermato. La sua morte ha fatto luce sull'odio che abita nel cuore di molti, segno ormai evidentissimo di una politica estremista e polarizzata, sicuramente anche per colpa dei social network, profondamente antidemocratica, che ha trasformato anche la stampa - in USA come un Italia- in cassa di risonanza di vere e proprie menzogne sul conto di una persona appena assassinata per motivi politici.