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lunedì 1 settembre 2025

Quali sono le gerarchie angeliche e che scopi hanno?

Preghiamo sempre gli Angeli.
Luigi C.


Gli angeli non sono tutti uguali. Essi sono stati creati gerarchicamente. Gli angeli si dividono in nove cori (o ordini) di tre gerarchie. La fonte delle gerarchie angeliche si trova nell’Antico Testamento, dove nel sogno di Giacobbe appaiono posizionati su una scala che unisce il cielo e la terra. Delle gerarchie angeliche parla anche lo Pseudo Dionigi Areopagita (V-VI secolo) nel suo De coelesti hierarchia.

1° gerarchia: Serafini, Cherubini, Troni: spetta considerare il fine e quindi la contemplazione di Dio.

2° gerarchia: Dominazioni, Virtù, Potestà: spetta il disporre le cose da fare e quindi il governo delle cose di Dio.

3° gerarchia: Principati, Arcangeli, Angeli: spetta l’esecuzione delle decisioni di Dio.

Scrive san Tommaso:

Poiché Dio è il fine non solamente dei ministeri angelici, ma di tutto il creato, alla prima gerarchia spetta considerare il fine; alla gerarchia di mezzo, disporre universalmente le cose da fare; all’ultima, invece, applicare le disposizioni agli effetti, e cioè eseguire l’opera. Perciò Dionigi Areopagita nella prima gerarchia pose quegli ordini i cui nomi indicano un rapporto con Dio (Serafini, Cherubini, Troni). Nella gerarchia intermedia pose invece quegli ordini i cui nomi significano un certo universale governo e ordinamento (Dominazioni, Virtù e Potestà). Nella terza gerarchia infine pose quegli ordini i cui nomi designano l’esecuzione dell’opera (Principati, Arcangeli ed Angeli). (Summa, I, 108).

Altri autori classici che parlano dei diversi cori angelici sono san Bernardo di Chiaravalle nel suo De consideratione (soprattutto nel Libro V) e san Robero Bellarmino che a lui s’ispira nel De aeterna felicitate sanctorum.