
Prega e crederai, credi e capirai (S. Agostino).
Luigi C.
Il Cammino dei Tre Sentieri, 15 Agosto 2025
1. Per rispondere a questa domanda, leggiamo un aneddoto tratto dalla vita di san Francesco. Una volta un frate, che era tentato, sedeva tutto solo vicino al Santo di Assisi e gli disse:
Prega per me, Padre buono: sono convinto che sarò subito liberato dalle mie tentazioni, se ti degnerai di pregare per me. Sono proprio afflitto oltre le mie forze, e so anche che tu hai capito.” “Credimi, figlio -gli rispose Francesco- proprio per questo ti ritengo ancor più servo di Dio, e sappi che più sei tentato e più mi sei caro”. E soggiunse: “Ti dico in verità che nessuno deve ritenersi servo di Dio, sino a quando non sia passato attraverso prove e tribolazioni. La tentazione superata è, in un certo senso, l’anello, con il quale il Signore sposa l’anima del suo servo. Molti si lusingano per meriti accumulati in lunghi anni, e godono di non avere mai avuto prove, ma sappiamo che il Signore ha tenuto in considerazione la loro debolezza di spirito, perché, ancor prima dello scontro, il solo terrore li avrebbe schiacciati. Infatti i combattimenti difficili vengono riservati solo a chi ha un coraggio esemplare.
2. E’ proprio così. Dio è Padre e non può permettere prove al di sopra delle forze che ogni anima possiede. Se dunque Egli permette forti tentazioni ad un’anima è perché sa che quell’anima è adeguatamente forte e adeguatamente coraggiosa. Ovviamente sta poi all’anima rendere vincente quella forza e quel coraggio corrispondendo alla Grazia.