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lunedì 1 settembre 2025

Orrori architettonici… e dove trovarli #246 a Bastia Umbra (PG)

Chiesa di San Marco evangelista dell’arch. Antonio Coletti (anno 2020).

Dopo aver guardato con raccapriccio i risultati degli investimenti economici anche della Diocesi di Assisi-Nocera Umbra-Gualdo Tadino, ribadiamo la domanda: se lo meritano l’otto per mille?

L.V.

Descrizione del progetto: Rispetto ai fabbricati solidi e compatti previsti dal masterplan del complesso, oggi solo in parte realizzati, la chiesa emerge con una composizione di masse eterogenee e irregolari. Linee oblique, aguzze e spigolose tracciano lo skyline dell’edificio sacro trasformandolo in un landmark urbano. Le gerarchie visive sono dettate da due volumi “taglienti” che segnalano il prospetto principale dell’aula liturgica; uno di essi, il più alto, ospita la cella campanaria. Il portale è protetto da una struttura metallica che richiama le sfaccettature geometriche complessive. Alle irregolarità dei volumi esterni fa da contrasto il rigore di un rivestimento lapideo listato con ritmi geometrici precisi e ripetitivi. Tali dialettiche “contrappuntistiche” si intensificano nei rapporti compositivi con gli interni, le cui spazialità si fanno quasi indipendenti rispetto alle dinamiche appena descritte. L’invaso dell’aula liturgica è completamente ridimensionato rispetto agli “slanci” e alle “verticalità” che regolano le viste esteriori. Lo spazio si addensa, si contrae, si fa quasi compresso negli ambiti in cui le dinamiche liturgiche e rituali sono più forti: l’asse portale-altare e l’area presbiterale; ma sono tante altre le scelte architettoniche che mirano a equilibrare tensioni, materialità e direzionalità divergenti, come a far risuonare un “disaccordo” musicale. Emerge immediatamente il contrasto tra il perimetro mistilineo, quasi confuso, dell’aula principale rispetto al rigore e alla certezza formale degli ambienti destinati a penitenzeria e cappella feriale. Così come sono opposti i trattamenti delle superfici murarie: corporei e tattili fuori, levigati e quasi intangibili dentro per mezzo della finitura a intonaco tinteggiato di bianco, pur con due eccezioni nel fondale presbiterale rivestito da una boiserie lignea noce. Le cromie e le materialità degli esterni caratterizzano invece la pavimentazione e i poli liturgici costituiti rispettivamente da lastre e blocchi di travertino.
Dal punto di vista strutturale gli elementi verticali della chiesa sono costituiti da setti in calcestruzzo armato, mentre la copertura in tubolari e profili d’acciaio. L’impianto di climatizzazione è stato realizzato con un climatizzatore autonomo di tipo roof-top ad espansione diretta (gas frigorifero ecologico R-410A), ad alta efficienza in pompa di calore, con doppia sezione ventilante per ricircolo, aria di rinnovo, espulsione e recupero termodinamico. L’illuminazione artificiale dei vari ambienti (aula principale e altre cappelle laterali), alimentata da un impianto fotovoltaico, è realizzata mediante corpi illuminanti dotati di lampade LED comandate da un sistema di regolazione che consente di avere diverse modalità di illuminazione.

Descrizione tratta dalla pagina beweb.chiesacattolica.it.

Fotografie degli esterni:










Fotografie degli interni:









5 commenti:

  1. Se ci fosse Cristo al centro, questi sprechi non ci sarebbero.

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  2. Architettonicamente non mi pare brutta: anzi esprime un condivisibile senso di spiritualità. Anche l'Altare riassume la centralità liturgica in Cristo. Orrende invece le panche senza inginocchiatoi,

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    1. Come si nota dalla penultima foto, gli inginocchiatoi sono regolarmente presenti.
      Da che giro chiese (quarant’anni buoni), di posti senza inginocchiatoi ne avrò contati sulle dita di una mano…li vedono solo i tradizionalisti.

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  3. Struttura in pietra, interno ordinato, assemblea orante.
    Ma a voi non va bene...

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  4. Ritengo che la Redazione sia stata benevole nel definire questo edificio 'orrore' in quanto doveva essere una Chiesa, questo è peggio! Tutto contorto con tanto di messaggi nascosti... Un edificio che guardando la facciata (1a foto esterno) chiunque spenderebbe una vita (se gli basta), prima di 'indovinare'! Non c'è collegamento tra l'esterno e l'interno, sono due cose 'staccate'. Dal punto di vista di luogo sacro, definirei questo edificio capriccio/follia architettonica e (se non privo) fuori di senno a chi abbia commissionato questo bel scarabocchio come casa di Dio e consegnato a una comunità di fedeli appartenenti alla Chiesa Cattolica Apostolica Romana.
    Edificio che è esempio di quella 'chiesa in uscita', si, talmente fuori che se n'è 'uscita di senno'!
    E chissà quale buio si nasconde dietro, per far concretizzare questo...

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