Pagine

giovedì 12 giugno 2025

Restauro di Notre-Dame, prefigurazione del Regno di Maria

Preghiamo per il Regno di Maria.
Luigi C.

di Luis Dufaur, TFP

Lo scorso 8 dicembre, festa dell’Immacolata Concezione, la cattedrale di Notre-Dame è stata nuovamente consacrata dopo i restauri, e ha quindi riaperto le porte ai fedeli. Cinquanta Capi di Stato e di Governo, oltre a circa duemila ospiti speciali, hanno partecipato alla cerimonia organizzata dal governo francese.

Iniziata nel 1163, Notre Dame appare nel 2025 rinata con il vigore della sua prima giovinezza. Come una regina che ha portato per quasi mille anni un prezioso mantello carico di storia e che, dopo il devastante incendio del 2019, ha ricevuto da Dio un nuovo mantello con ornamenti ancor più abbaglianti, nella più fedele continuità.

Effetto spirituale mondiale

Il mondo è rimasto stupito dal restauro di questo simbolo della Francia cattolica, figlia primogenita della Chiesa. L’evento fa ricordare un’antica leggenda marinara della Bretagna, che racconta di una magnifica cattedrale ormai sommersa dalle acque. I vecchi dicono che, in certi giorni, il vento porta ancora i suoni delle campane della cathédrale engloutie (cattedrale sommersa).

Lo scrittore apostata Ernest Renan raccontava, in una nota autobiografica, che nella sua anima emergeva talvolta una “cathédrale engloutie”, alludendo al risveglio dell’innocenza primaverile dei primi anni del suo cattolicesimo. Qualcosa di simile sembra essere successo ai nostri giorni.

Notre-Dame de Paris è rinata dalle fiamme nel suo massimo splendore, come quella mitica cattedrale, ma in un modo molto concreto. Si tratta non solo di una rinascita architettonica ma, soprattutto, di una rinascita nel profondo di innumerevoli anime, anche non cristiane. Non possiamo non vedervi una metafora della Chiesa restaurata e purificata dal “fumo di Satana” e dallo sporco depositato da secoli di Rivoluzione anticristiana.

Il suo restauro in tempi record, di una qualità artistica senza pari, finanziato da donazioni private molto generose, ha lasciato il mondo sbalordito, e anche un po’ vergognato per aver trattato così male nel corso della storia questo capolavoro.

Lo storico dell’arte Paul Amblard ha tentato di descrivere la bellezza di Notre Dame: “Finestra che si apre verso il cielo empireo, fonte inesauribile di meraviglia, scala che conduce al paradiso, bellezza della nostra natura terrena che riflette la bellezza dell’eternità. Madre che parla profondamente ai nostri cuori” (1).

Dall’altra sponda del mondo, in Cile, un conduttore televisivo ha scritto una “Lettera a Notre-Dame”: “Niente può piegarti, né le rivoluzioni né l’indifferenza, né la nostra era relativista e secolarizzata che affonda mentre si avvicina un nuovo Medioevo, in cui torneremo a costruire cattedrali, pregheremo e canteremo al Cielo, perché vaghiamo nell’oscurità come orfani senza padre né madre. Ma Tu, Notre Dame di Parigi, apri ancora una volta le tue braccia, dicendoci: ‘Venite ancora una volta a Me, figli perduti, per trovare la luce in Me’” (2).

Cattedrale flagellata come Cristo nella Passione

Secoli di rivoluzioni hanno maltrattato la cattedrale in ogni modo, riducendola alla fine a mero luogo turistico. Se avesse avuto voce, Notre Dame avrebbe pianto come Giobbe nelle sue lamentazioni; avrebbe lanciato grida di dolore per la crisi che ha consumato la Santa Chiesa Cattolica in questi ultimi decenni, alimentata da un odio che partecipa a quell’odio che portò Nostro Signore sul Calvario.

Il direttore della serie Figaro Hors-Série, Michel De Jaeghere, ha registrato la sorprendente contraddizione: l’incendio, che doveva essere il colpo di grazia alla venerabile struttura gotica, “ce l’ha fatta amare come non mai [...] ha avuto un impatto che ha sorpreso anche i suoi ammiratori più ferventi. L’emozione sembrava dominare il mondo intero” (3). L’effetto della sua tragedia è stato tale che un articolo pubblicato negli Emirati Arabi Uniti è arrivato addirittura a riconoscere: “Notre-Dame rappresenta una realtà più profonda che va oltre la confusione delle nostre vite” (4).

Lo stesso De Jaeghere elenca gli atroci crimini contro Notre-Dame. Delitti storici, religiosi e temporali, commessi con la più vile indifferenza da parte di coloro che avrebbero dovuto custodirla. I governi di Luigi XV e Luigi XVI approvarono il progetto di demolizione della cattedrale per sostituirla, nella migliore delle ipotesi, con un tempio in stile greco.

La Rivoluzione — che finì ironicamente per bloccare il progetto dei re — distrusse cappelle e statue della basilica, arrivando poi a intronizzare sull’altare principale la “Dea Ragione”, una donnaccia seminuda. Nell’Ottocento, il sindaco Haussmann distrusse la Parigi medievale (solo nell’Île-de-la-Cité furono demolite sedici chiese). Ancora oggi, osserva De Jaeghere, in Francia e nel mondo, si fa di tutto per cancellare le nostre radici cristiane e rinnegare la morale della Chiesa.

La Francia è oggi profondamente scristianizzata. Solo il 4,5% dei fedeli partecipa alle cerimonie domenicali. Meno del 25% dei neonati viene battezzato, mentre le strade si riempiono di seguaci dell’Islam. Notre-Dame, simbolo della Francia cristiana, era diventata il santuario di una religione abbandonata, tollerato solo per il flusso dei tredici milioni di turisti che la visitavano ogni anno.

La Francia ufficiale si comportava come se il suo passato cattolico non fosse più valido e il culto dei diritti umani fosse l’ultima parola. L’Unione Europea aveva garantito alla Francia che si sarebbe presa cura del suo stomaco, soddisfacendo i suoi desideri e i suoi istinti elementari, purché non voltasse lo sguardo verso il suo glorioso passato.

Cambiamento misterioso

Tuttavia, l’incendio di Notre-Dame è stata l’occasione di una profonda inversione di tendenza. Come in una specie di Giudizio privato, il fuoco ha fatto apparire davanti alla Francia e al mondo, in un colpo d’occhio, l’immensità dell’abisso rivoluzionario in cui era precipitata, e la durezza di cuore di secoli di indifferenza. La visione della basilica che bruciava, scrive De Jaeghere, “ci ha improvvisamente inorridito”.

I suoi resti fumavano ancora quando, dal profondo dell’anima francese, si è sprigionata una “passione” per la resurrezione della cattedrale. Scrive il direttore di Figaro Hors Série: “L’indifferenza è stata sostituita da un amorevole rispetto per il passato, le donazioni di denaro sono piovute, senza che nessuno pretendesse un centesimo dallo Stato”. Il presidente Macron, nel suo discorso del 7 dicembre, ha parlato di 340.000 donatori volontari provenienti da 150 Paesi, tra cui spiccano gli Stati Uniti.

Il presidente francese, continuatore dei crimini storici sopra menzionati, ha confessato che il mondo ha riconosciuto che Notre-Dame, il prodigio architettonico della Santa Chiesa, è l’anima della Francia e della civiltà cristiana. “Lei è più grande di noi”, ha concluso. Si applicava il detto del celebre e controverso scrittore Antoine de Saint-Exupéry: “Chiunque abbia deciso di costruire una cattedrale è già un vincitore”. E la Francia cattolica ha cominciato a vincere.

Crescente fascino per il Medioevo

Nella stessa occasione, Macron ha affermato che nel sorprendente restauro della basilica, migliaia di artisti e artigiani “hanno stabilito una continuità con una catena che li ha preceduti nel tempo” (5).

E li ha ringraziati per aver insegnato ai loro contemporanei ad alzare lo sguardo verso il Cielo, verso cui punta la guglia di Notre-Dame, per “riscoprire la nostra cattedrale interiore”. Il presidente — o l’autore del suo discorso — alludeva alla leggenda bretone della “cathédrale engloutie”, sopra accennata.

Le campane della “cathédrale engloutie” sembrano essere state udite da innumerevoli anime. “In molti è emerso un fascino e un interesse senza fine per il Medioevo”, ha scrito Guillermo Altares sul quotidiano socialista spagnolo El País (6).

Lo stesso presidente laico ha glorificato il Medioevo nella cerimonia di riconsacrazione, parlando di san Luigi IX, che vi portò la Corona di spine; del voto di Luigi XIII di onorare la Vergine Maria se avesse avuto un figlio; della conversione del poeta Paul Claudel, “che ritrovò la speranza ai piedi di un pilastro, in una notte di dicembre del 1886”; dei giovani che pregavano ai piedi di Notre-Dame mentre divampava l’incendio; della “provvidenza” che ha protetto la Madonna, la cui statua è rimasta intatta a pochi centimetri dal mucchio di pietre e brace ardenti cadute dal soffitto.

Vittoria della Madonna

Sì, l’Immacolata è stata la grande vincitrice. “Macron, l’uomo che ha consacrato il diritto all’aborto nella Costituzione francese, si rende conto della verità di queste parole?” — ha chiesto la giornalista Jeanne Smits.

La cattedrale, la cui costruzione aveva richiesto due secoli, è stata ritrasformata in un gioiello in poco più di cinque anni, utilizzando tecnologia medievale. “Le cattedrali gotiche sono molto diverse sotto ogni aspetto dalle moderne chiese garage”, ha scritto il prof. Manuel Alejandro Rodríguez de la Peña, docente di Storia medievale a Madrid, augurandosi che questa sorta di resurrezione faccia comprendere che forse l’ordine medievale può fungere da modello per un mondo che sta crollando catastroficamente (7).

Al falegname Édouard Cortès entusiasmava l’idea che degli uomini, armati di asce medievali, ricostruissero un tetto del XII secolo, e si è offerto volontario per il “folle progetto” insieme a una manciata di maestri falegnami provenienti da luoghi lontani come gli Stati Uniti e l’Argentina. Durante i lavori, parafrasando il canto della Légion Étrangère “Legio Patria Nostra”, questi operai salmodiavano “Maria Patria Nostra”. Interrogati in merito da un ispettore del lavoro, hanno risposto: “Facciamo questo per la Madonna e solo per Lei” (8).

“Il vero miracolo di Notre-Dame – ha dichiarato Cortès – è stato che il fuoco ha illuminato la nostra cecità, ha scongelato la nostra memoria e ci ha toccato con un fuoco sacro”.

A sua volta, l’architetto capo del restauro, Philippe Villeneuve, ha rivelato: “Ho una devozione particolare per la Vergine Maria. Non ho mai smesso di sentire il suo sostegno [...]. Credo che questo progetto non sarebbe stato possibile altrimenti” (9).

Cambiamento nel mondo

Questi falegnami non sono stati gli unici a reagire in questo modo. Questo sussulto morale si è verificato anche in altre nazioni, come il Cile, dove il giornalista sopra menzionato ha affermato che il restauro di Notre-Dame rappresentava la campana a morto per un’epoca che ha negato spirito e bellezza.

Il giornalista cileno ha ricordato che le chiese oggi sono sempre più abbandonate, ma quando il tetto di Notre-Dame ha iniziato a bruciare, piccole folle sono scese in piazza, fermandosi agli angoli delle strade per piangere, pregare e chiedere perdono per i crimini storici che avevano comportato una punizione così formidabile.
Anche se abbiamo abbandonato e rinnegato la Madonna più di tre volte, come Pietro fece con il suo Maestro, ha proseguito il giornalista, una madre come Lei raccoglie i suoi figli dalla strada, accoglie coloro che sono stati sedotti dalla modernità, abbagliati da una luce che non è luce, da un potere che non è potere, perché tornino ad accarezzare i vecchi pilastri più saldi del mondo.

Notre-Dame emoziona e richiama ciascuno di noi a costruire un’anima come la sua facciata: grande, logica, forte, seria, materna, misericordiosa, stabile.

La restaurazione di Notre-Dame risveglia nella nostra anima un mondo di ricchezze sommerso dalla Rivoluzione gnostica ed egualitaria. Essa porta con sé tutte le grazie della storia della civiltà cristiana e manifesta una tale potenza da rendere evidente l’avvento di un’era storica consacrata alla Madonna, dopo che ogni forma di male sarà stata scacciata, come Ella stessa ha promesso a Fatima. Sarà il Regno di Maria.

Note