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mercoledì 30 aprile 2025

Conclave. Eijk e Sarah danno il tono alla Prima Congregazione. Sarah il più applaudito "#sedevacante #conclave

Grazie a Marco Tosatti per questa traduzione.
Brussels Signal – Henry Sire: "Il nostro uomo a Roma conosce i cardinali, dai più eminenti ai più inquietanti: “…Una cosa che si può prevedere con certezza è che questo Conclave sarà il più caotico degli ultimi secoli. Il motivo è che il motto di Bergoglio, «fare casino», sta per dimostrare la sua efficacia a tutti i livelli. (...) Lo stile legislativo arbitrario di Francesco comporta anche l'insorgere di ogni sorta di problema giuridico, che metterà in discussione la validità stessa del Conclave in ogni suo dettaglio. (...) Il fattore più determinante per il caos è la politica di Francesco di scegliere cardinali provenienti da luoghi remoti e di impedire loro di incontrarsi. Sotto i papi precedenti, ogni anno si teneva un Concistoro dei Cardinali, che dava ai membri del Collegio l'opportunità di conoscersi. Francesco, in contraddizione con la sua pretesa di governo collegiale, ha soppresso queste assemblee, con il risultato che la prossima elezione sarà celebrata da 130 uomini, di cui solo una piccola minoranza ha esperienza del Conclave precedente e che sono per lo più estranei tra loro. Le condizioni per una scelta ordinata e ben informata sono notevolmente ridotte….”.
QUI gli altri nostri post sulla Sede Vacante e sul Conclave 2025.
QUI gli altri nostri post sulla morte del Santo Padre Francesco e sui commenti al suo pontificato.
Luigi C.

29 Aprile 2025 

Cari amici e nemici di Stilum Curiae, mentre nelle Congregazioni e fuori si intrecciano dialoghi trattative e giochi per arrivare a un papa la settiamna prossima, offriamo alla vostra attenzione questo articolo di Infovaticana, che ringraziamo per la cortesia. Buona lettura e diffusione.
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Mentre gli italiani si agitano e gli spagnoli si fanno notare per la loro assenza, due voci risuonano forti nell’aula del Sinodo: quella dell’olandese Willem Eijk e quella dell’africano Robert Sarah. Il tono generale tra i cardinali sorprende per la sua serenità.

Lunedì è stato un giorno importante in questo pre-conclave che sta lentamente ma inesorabilmente prendendo forma. E non per manovre, perdite o movimenti di blocco, ma per quello che dovrebbe contare di più: il contenuto degli interventi. E tra tutti quelli ascoltati nella Congregazione Generale di ieri, due si sono distinti chiaramente per profondità, chiarezza e accoglienza: quello del Cardinale Willem Eijk e quello del Cardinale Robert Sarah.
Eijk, arcivescovo di Utrecht, ha parlato con la sobrietà che lo caratterizza, ma anche con una forza dottrinale che non ha lasciato nessuno indifferente. Una diagnosi chiara, senza drammi: una Chiesa disorientata in Europa, senza direzione morale o liturgica, vittima della propria confusione interna piuttosto che delle minacce esterne. Ciò che più colpiva era il suo tono: né disfattista né allarmista, ma profondamente realistico. Molti hanno commentato che Eijk ha detto ad alta voce ciò che la maggior parte delle persone pensa in silenzio.

Sarah, da parte sua, non ha deluso. Il suo discorso è stato, secondo diverse fonti, uno dei più applauditi della giornata. Parlando con fermezza, serenamente, con quel suo stile che fonde un vigore africano contenuto alla spiritualità monastica. Non ha fatto politica, non ha fatto nomi, non ha cercato notorietà: ha semplicemente ricordato che la crisi attuale si supererà solo con il ritorno a Dio, al silenzio, all’adorazione, alla verità. Parole grosse, che tuttavia non suonavano magniloquenti. Sembravano necessarie.

Mentre queste due voci si sono levate con autorità, il resto del quadro era più diffuso. Gli italiani sono ancora nervosi, distribuiscono nomi senza riuscire a generare consenso o entusiasmo. E gli spagnoli – in blocco – rimangono dispersi. Non ci sono interventi in sospeso, nessuna proposta chiara, nessun minimo tentativo di leadership. È come se avessero accettato di giocare all’irrilevanza.

Ciò che ha sorpreso tutti è il buon tono generale. Dopo anni di tensioni, sospetti, divisioni e silenzi imbarazzanti, le congregazioni sono sorprendentemente cordiali. Ci si ascolta a vicenda. Si applaude. Si sorride persino. Potrebbe essere una tregua momentanea. O forse, quando Francesco è morto così bruscamente, i cardinali hanno avvertito la vertigine di dover ricostruire, questa volta con più umiltà.

In ogni caso, se c’è una cosa che ha chiarito lunedì, è che ci sono voci che possono ancora spiccare il volo. E che i cardinali, quando vogliono, siano ancora in grado di parlare come pastori, non come manager.

8 commenti:

  1. Che Dio li assista! Ci doni un papa cattolico.

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  2. Volesse Dio nel suo immenso Amore che ha per noi donarci il card. Sarah come futuro Papa...

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  3. Che sia un uomo di Dio.

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  4. Segni di speranza, questi. Che si sia ancora in grado di dire apertamente la Verità senza mezzi termini fa ipotizzare che la chiarezza dottrinale non sia ancora morta fra i cardinali, e che alcune voci, per quanto "vetuste" (d'età che dir si voglia o secondo criteri mondani) hanno tanto da dire. Speriamo le ascoltino.

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  5. Che sia un Papa si occupi del perseguimento del fine soprannaturale della Salus Animarum e della difesa e preservazione del Depositum Fidei.

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  6. Che sia un Papa profondamente Cattolico e Tradizionale!

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    1. Ogni Papa è tradizionale, che vorresti dire?

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