Chiesa parrocchiale di Notre-Dame du Lac dell’arch. Émilie Lovato‑Brochet (anno 2018).
Lorenzo
Descrizione del progetto: La chiesa, uno spazio simbolico.
Tutto nasce dal presbiterio: l’avvolgente forma interna creata dalle pareti in legno, che fungono anche da trappole acustiche e non sono parallele alle pareti esterne, completata dalla forma di un soffitto ad angoli spezzati, ha un duplice scopo: il simbolismo dell’incontro del coro con la congregazione intorno all’altare e il trattamento acustico dello spazio.
Questa forma interna è inscritta in un quadrato, disegnato dai muri, in cemento armato, protettori del santuario; a loro volta, essi sono protetti da un peristilio esterno delimitato dalla griglia, che indica “la via”.
La posizione del campanile è stata scelta come punto focale del quartiere, in un angolo del sito che offre alla chiesa una buona visuale. Il campanile e la sua parete traforata dalla croce sono segni di riconoscimento.
Il disegno del coro in pianta corrisponde alla prospettiva interna degli arredi liturgici che lo designano: altare, ambone, sede, croce, tabernacolo. La luce naturale e l’illuminazione sono sempre indirette, si riflettono sulla parete di fondo del coro o sul soffitto. È lì come presenza.
Il simbolismo dell’elemento vitale e dominante è l’acqua. L’acqua piovana è incanalata dal disegno a pieghe del tetto di zinco, che la porta nel punto più basso della facciata sud in una scultura-gargoyle, per finire in una vasca nel mezzo del piccolo giardino di fronte al battistero interno, attraverso la parte inferiore della parete vetrata.
Anche le vetrate sono sul tema dei 4 elementi. Risalgono al 1962 e sono state progettate dall’artista Raymond Mirande.
I materiali sono stati scelti per creare un’atmosfera di pace. Il legno era frassino all’interno e quercia all’esterno; il calcestruzzo era Thermédia di Lafarge per le sue qualità termiche e per creare un aspetto di cemento grezzo all’interno e all’esterno. Alla cassaforma è stata aggiunta una matrice per dare un orientamento verticale e dare vita alla struttura (matrice REKLI). Il pavimento è in pietra chiara di Luget, proveniente dalla regione della Charente.
Per gli arredi liturgici, ambone, sedile, battistero e tabernacolo, il legno (frassino) sostiene il calcestruzzo (“befup”), associato all’idea che il debole può sostenere il forte. L’altare è un cubo ritorto da una doppia rotazione. L’idea era quella di torcere una forma perfetta (il cubo) a immagine dell’uomo creato da Dio nella liturgia cristiana.
Descrizione (trad. it.) e fotografie tratte dalla pagina internationalprize.fondazionefratesole.org.
Fotografie degli esterni:
Fotografie degli interni:
Piu' che una atmosfera di pace questo interno da sala cinematografica mi fa dire:"Quando inizia il film?"
RispondiEliminaIn confronto ad un simile orrore anche i brutti palazzi che lo circondano fanno la loro figura.
RispondiEliminaUna chiesa? Piuttosto ennesimo spazio libero in mezzo ad una città che viene calpestato con un edificio di estetica sgradevole, sproporzionata e altrettanto arredo all'interno completano l'opera.
RispondiEliminaSembra una grande sala d'attesa con quei banchi e 'ambone' dove appoggiare il distributore numeri per il turno.