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martedì 10 dicembre 2024

Luis Badilla. Il “no” di Papa Francesco alla riapertura di Notre-Dame di Parigi, un grave e doloroso errore

Grazie a Luis Badilla per queste riflessioni sulla mancata presenza del S. Padre Francesco alla riapertura della Basilica di Notre Dame a Parigi.
E andiamo riguardo agli orridi paramenti della cerimonia (foto a fianco, oltre 700 ordinati...e pagati chissà quanto, alla faccia della Chiesa dei poveri), di cui parleremo domani.
I capricci di Francesco: "Per ora si deve attendere la probabile conferenza stampa del Papa, il 15 dicembre, sull'aereo che lo riporterà dalla Corsica. Potrebbe essere l'occasione, ma il condizionale è d'obbligo, per fare al Santo Padre - se lo permettono - questa domanda: Santo Padre, come mai non è andato a Parigi e come analizza la situazione che si è creata con la sua decisione di visitare Ajaccio poco dopo la riapertura di Notre Dame de Paris, uno degli eventi più rilevanti per il mondo cristiano - e non solo di quest'ultimo secolo -, dimostrazione di risurrezione, di solidarietà e di speranza?".
Luigi C.

Il “no” di Papa Francesco all’evento della riapertura di Notre-Dame de Paris, un grave e doloroso errore 

Una grande storia interrotta

 

Durante la Rivoluzione francese (1789-1899) Robespierre evitò la demolizione di Notre-Dame de Paris perché temeva una ribellione dei cattolici. Nei mesi della Comune di Parigi (1871) ci furono atti vandalici minori contro il tempio. Dall’approvazione di una legge del 1905 sulla separazione tra Stato e Chiesa, Notre-Dame le altre Cattedrali e le chiese sono proprietà dello Stato. Si racconta che Paul Claudel nella notte di Natale del 1866 entrò ateo e dopo il canto del «Magnificat», uscì convertito.

  30 maggio 1980, 186 anni dopo Papa Pio VII, Giovanni Paolo II visitò Parigi. La Cattedrale, dove «si incontra il genio di Francia», gli ispira la riflessione su Gesù «pietra angolare della storia umana». Ci torna, anziano, debole e molto malato, il 22 agosto 1997 per la XII Giornata mondiale della gioventù.

A oltre un milione di giovani Papa Wojtyla disse: «Bisogna che i giovani comprendano che, se vogliono essere cristiani autentici, devono aprire li occhi dell’anima ai bisogni così numerosi degli uomini d’oggi». Il 12-15 settembre 2008 a Parigi, e dopo al Santuario de Lourdes, Benedetto XVI dice che Notre-Dame fa percepire «l’incessante scambio che Dio ha voluto stabilire fra gli uomini e sé» ed elogia «gli architetti, i pittori, gli scultori, i musicisti che hanno dato il meglio di sé stessi».

Papa Francesco invece ha interrotto questa storia che vive nel cuore dei cristiani del mondo.

Parole di s. Giovanni Paolo II a Notre-Dame (30 maggio 1980)

"Noi siamo qui in un luogo sacro: Notre-Dame. Questa splendida costruzione, tesoro dell’arte gotica, i vostri antenati l’hanno consacrata alla Madre di Dio. Essi l’hanno consacrata a colei che, tra tutti gli esseri umani, ha dato la risposta più perfetta a quella domanda: Ami tu? Mi ami tu? Mi ami di più? La sua vita tutta intera fu infatti una risposta perfetta, senza alcun errore, a questa domanda. Era dunque conveniente che io cominciassi in un luogo consacrato a Maria il mio incontro con Parigi e con la Francia, incontro al quale sono stato così cortesemente invitato dalle autorità dello Stato e della città, dalla Chiesa e dai suoi pastori." Fonte

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Il "no" di Papa Francesco all'invito di Emmanuel Macron, il 7 e 8 dicembre, Solennità dell’Immacolata Concezione di Maria Vergine, agli eventi programmati per la riapertura della Cattedrale di Notre-Dame de Paris dopo i lavori di ricostruzione durati cinque anni per cancellare le ferite del terribile incendio del 2019, per molti la scelta del Papa è un’espressione della libertà con la quale governa la Chiesa. Anzi, qualcuno aggiunge: così lo ricorderà la storia.

          Altri ribadiscono assertivamente: il Papa tra Parigi e la Corsica, dove invece andrà il 15 dicembre, rinnova la sua visione della pastorale itinerante e la scelta delle famose periferie che il Pontefice argentino ha sempre privilegiato al posto dei grandi, stanchi e polverosi centri del colonialismo di una volta e dei più recenti poteri dell’omologazione culturale.

          Tutte queste considerazioni e analisi possono essere vere ma restano sempre ipotesi più o meno plausibili. Il Vaticano non ha mai dato nessuna spiegazione su questo rifiuto. Il Papa stesso, nel corso di un incontro con i giornalisti, disse con una movenza che poteva essere più delicata: "A Parigi non andrò!" Punto e basta, nessuna spiegazione. Si sa, il Papa è insindacabile. A questo punto solo speculazioni: Malattia? No! sta benone. Concistoro? No! Prima di fissare la data aveva già ricevuto l’invito di Macron.

          Quindi, a nostro avviso, la prima cosa da dire è immediata: si tratta - quello del Pontefice - di un gesto del tutto inspiegabile, "inconsulto, senza controllo" ci ha commentato un diplomatico francese accreditato a Roma. Nessuna regola, tradizione o norma liturgica obbliga il Vescovo di Roma a presiedere, l’8 dicembre, un atto di venerazione all'Immacolata Concezione di Maria che nella capitale italiana, a Piazza di Spagna, si celebra dal 1857 quando Papa Pio IX inaugurò la statua che ricorda la proclamazione del dogma. In merito, va ricordato, per esempio, che Papa s. Paolo VI celebrò la Notte Santa del 24 dicembre (1966) a Firenze, con gli alluvionati, e poi, nel 1968, tra gli operai di Taranto. Da Montini a Ratzinger, tutti i Vescovi di Roma, come privati o come Pontefice hanno visitato Notre-Dame. Su J. M. Bergoglio, prima di essere eletto Papa, non esistono notizie di nessun tipo.

Un evento veramente eccezionale, un simbolo esemplare.

          Trattandosi della riapertura di Notre-Dame de Paris si poteva fare, anzi, forse si doveva fare questa visita tenendo conto dell’immenso valore simbolico del tempio, in particolare per l'Europa in crisi, disorientata e con al centro uno scenario di guerra devastante e gravemente pericoloso per l'umanità tutta. Ci sono anche altre considerazioni al riguardo però vogliamo sottolineare una rimarchevole anche perché è un modo di contrastare ciò che Francesco ha denunciato come “cocacolizzazione spirituale”.

          Una Messa, una preghiera o un’allocuzione di Papa Francesco sarebbe stata un evento molto rilevante, anzi una carica religiosa e morale per popoli che, seppure nella fragilità e confusione, sentono ancora la vitalità e lo slancio della fede cristiana.

Sino a prova contraria, che ovviamente non arriverà mai, la risposta del Papa all'invito della Francia appare un gesto molto bergogliano: impulsivo, francamente capriccioso, e Francesco e i suoi collaboratori più vicini non devono sottovalutare il danno d’immagine che si dovrà pagare. A Parigi non si potrà vedere il Santo Padre. Lo si vedrà invece ad Ajaccio, capoluogo della Corsica, sette giorni dopo, in un evento sulla religiosità popolare nel Mediterraneo. Il Papa poteva almeno evitare di umiliare a Parigi, e i tanti francesi che non capiscono il Pontefice. In Francia, così si vive il “no” a Notre-Dame a prescindere di quale sia vero pensiero del Pontefice.

          Per ora si deve attendere la probabile conferenza stampa del Papa, il 15 dicembre, sull'aereo che lo riporterà dalla Corsica. Potrebbe essere l'occasione, ma il condizionale è d'obbligo, per fare al Santo Padre - se lo permettono - questa domanda: Santo Padre, come mai non è andato a Parigi e come analizza la situazione che si è creata con la sua decisione di visitare Ajaccio poco dopo la riapertura di Notre Dame de Paris, uno degli eventi più rilevanti per il mondo cristiano - e non solo di quest'ultimo secolo -, dimostrazione di risurrezione, di solidarietà e di speranza?