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venerdì 18 ottobre 2024

Roma tra ritardi e incertezze: il Maestro Porfiri svela le sfide della Città Eterna in vista del Giubileo

Riceviamo e pubblichiamo.
Luigi C.

Jan van Elzen, Aurelio Porfiri, 30-9-24

Roma è detta “città eterna” perché racchiude in sé tanta storia e tradizione, che viene dall’essere stata la capitale politica del mondo con l’impero romano e la capitale spirituale della cattolicità con la Chiesa. Ma la Roma che si prepara al Giubileo 2025 è pronta? Ne parliamo con il Maestro Aurelio Porfiri, nome abbastanza noto per i lettori del nostro blog. Sempre molto attivo nel mondo culturale di ispirazione cattolica, è compositore, direttore di coro, musicologo, educatore, autore di più di 60 libri e animatore della seguitissima newsletter Liturgia e musica sacra.

Maestro, lei è romano e fa dello studio di Roma uno dei suoi interessi. Come vede la città?

A me, e non solo, sembra che ci sono enormi ritardi nelle opere che avrebbero dovuto essere pronte per il Giubileo. Andare in giro per Roma è difficile perché il traffico è molto rallentato. Speriamo in un miracolo.

E la Chiesa cattolica a Roma? La trova pronta?

Guardi, questa è una domanda difficile da rispondere, per il motivo che l’attenzione in questo mese è stata attratta dai viaggi del Santo Padre e presto tutti gli occhi saranno puntati sul Sinodo sulla Sinodalità. Ma da quello che ho visto e sentito, ci si trova in una situazione di incertezza.

Cosa intende dire?

Pensi che da quasi 6 mesi Roma è senza Cardinal Vicario. Roma è una città complicata sotto tanti livelli, questo intervallo a molte persone che si sono confidate con me sembra eccessivamente lungo. E in giro il malessere è palpabile.

Come interpreta questo malessere?

Io credo ci siano tanti sacerdoti, e non solo, che si sentono disorientati. Ovviamente non posso indovinare cosa ci sia dietro questa reticenza del Santo Padre a nominare un suo Vicario per la città di cui è Vescovo, ma certamente questo stato di cose non fa bene ad una diocesi che affronta enormi problemi.

Come ad esempio?

Tutti vedono che le chiese si stanno svuotando. Il Vicariato accorpa le parrocchie perché ci sono pochi preti e sempre meno fedeli. Il presidente della Commissione Episcopale per la liturgia della Conferenza Episcopale Italiana ha recentemente detto che c’è disagio per i riti scadenti. Ma non si comprende che aver voluto rendere la liturgia mediocre, sacrificando la bellezza della musica, dei gesti, delle immagini, non ha affatto coinvolto di più i fedeli che infatti sono andati via.

Ma le chitarre non dovevano riportare i giovani in chiesa?

Onestamente mi viene da ridere. Se c’è una categoria demografica che è sparita dal radar della Chiesa è proprio quella giovanile. Perché i giovani sono attratti dalla bellezza, non dai sotto prodotti della cultura dominante. I giovani vanno formati, non deformati.

Ma le grandi chiese a Roma non hanno un programma liturgico-musicale tale da rendere edificati i pellegrini durante il Giubileo?

Guardi, io non conosco tutte le grandi chiese di Roma, ma credo di conoscere abbastanza. Siamo in un momento molto triste, un momento in cui la Chiesa sembra smarrita. Si dovrebbe tornare a quello che voleva il Concilio Vaticano II, che non ha mai voluto una degradazione della liturgia e della musica liturgica al livello che vediamo ora.