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lunedì 7 ottobre 2024

Il Rosario: un brillante in mano - #rosario #lepanto

Oggi si commemora la Beata Maria Vergine del S. Rosario (già Regina della Vittoria per la battaglia di Lepanto contro le orde musulmane). 
 La bellezza del S. Rosario nel mese dedicato ad esso.
Luigi C.


da Il santo Rosario e i Santi di padre Stefano Maria Manelli

Che cosa ci vuole per recitare bene il Santo Rosario? Buona volontà e amore.
Questo basta e supplisce a qualsiasi altra dote. Dove c’è buona volontà e amore, il Rosario è ben detto, nonostante l’eventuale difetto di cultura o di dottrina, di fervore o di progresso spirituale.
Il beato Giordano di Sassonia un giorno sentì chiedersi da un povero analfabeta: “Sai dirmi, padre, se il ‘Padre nostro’ ha lo stesso valore sulle labbra di un sacerdote e sulle nostre, considerando che il sacerdote intende il valore delle parole che pronuncia, mentre noi comprendiamo molto poco?”

Il beato Giordano rispose: “Forse un brillante non ha lo stesso valore, qualunque sia la mano che lo porta?“

Questa sapiente risposta del beato Giordano vale anche per il Rosario. Avvertiti o meno, la bellezza e il valore del Rosario rimangono intatti a lode di Maria Santissima e a beneficio dell’anima che piamente lo recita. Il contadino illetterato o il dotto teologo, la mamma di famiglia o il sacerdote nulla vi aggiungono se non il loro impegno d’amore alla Madonna.

Purché ci sia buona volontà e amore, il Rosario resta sempre “l’orazione più cara a Maria.” (Bartolo Longo). Non si richiedono né il trasporto sensibile né il gusto della recita. E’ necessario solo disporsi a recitarlo bene, come un atto di amore che non perde, ma aumenta di valore, se compiuto con sforzo e sacrificio.

“Ora parliamo con la Madonna buona“: così diceva il Servo di Dio padre Anselmo Treves ai presenti, prima di iniziare il Rosario. Così dobbiamo disporre la nostra anima alla recita del Rosario.

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