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giovedì 5 settembre 2024

Pessime abitudini in chiesa

Grazie ad Aldo Maria Valli per questa rubrica di orrori liturgici.
Luigi C.

2-9-24

Caro Valli, 
in merito alle considerazioni che leggo, e confermo con la mia personale esperienza, nella sua rubrica Pessime abitudini in chiesa, desidero condividere qualche riflessione, in particolare sulla partecipazione alla santa messa, fulcro di ogni altro atteggiamento buono o cattivo verso ciò che è sacro.
Riconosco che nel novus ordo missae possano esservi molteplici vizi di forma, di certo superabili, e che il vetus ordo esprima meglio la natura sacrificale della celebrazione, tuttavia è indubitabile la validità del messale rinnovato e credo che, se ben celebrato, il novus ordo possa esprimersi in modo altrettanto degno. Vedasi, ad esempio, le celebrazioni del Santo Padre Benedetto XVI.
Ora, se nulla impedisce che miglioramenti si possano apportare, il vero problema credo vada ricercato nell’elevato grado di libertà concesso oggi al clero nell’interpretare in modo personalistico la celebrazione eucaristica, da cui scaturiscono gli abusi che in Duc in altum si vanno elencando. È una libertà attuata senza una seria supervisione da parte dei vescovi nei confronti dell’operato dei presbiteri. Anzi, spesso sembra che questa distorta libertà si faccia largo proprio nel pieno disinteresse, se non nella condiscendenza, dell’episcopato.

Certo, quella che molti qui propongono, ovvero migrare verso la santa messa vetus ordo, può essere una soluzione, però in questo modo faremmo probabilmente solo gli interessi della nostra anima, e forse di chi ci è più vicino, disinteressandoci del destino della comunità dei credenti. Ritengo invece, più opportunamente, che le anomalie vadano denunciate con la nostra presenza e testimonianza, contribuendo a correggerle nel tempo, piuttosto che evitandole nel nascondimento di un rifugio sicuro.

Allora che cosa fare? Qualche proposta.

– Partecipare in modo degno alla celebrazione.

– Non parlare e non socializzare in chiesa, soprattutto durante la santa messa.

– Non indossare abiti immodesti.

– Nel Credo, inchinarsi alle parole et incarnatus est.

– Non ricevere la Comunione sulla mano, bensì sulla lingua.

– Nel ricevere la comunione accostarsi a un consacrato ed evitare i “ministri straordinari”.

– Tenere le mani giunte durante il Padre nostro.

– Recitare il Padre nostro secondo la vecchia formula e possibilmente in latino.

– Non scambiarsi la stretta di mano né occhiate pacificatrici.

– Ricevere la benedizione finale in ginocchio.

– Se il celebrante conclude la santa messa con un “buona domenica”, evitare di rispondere, tanto meno dicendo “altrettanto”.

– Non partecipare mai a iniziative ed eventi non pertinenti al luogo sacro.

[...]

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3 commenti:

  1. Ragazzi, correggete vi prego al "Tenere le mani giunte... " quel mostro in Nostro! Pax et bonum!

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  2. Io le tengo giunte e recito 'non ci indurre" con l autorizzazione del mio padre spirituale.

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  3. Per chiarire: può la redazione esplicitare il significato di “partecipare in modo degno”?
    Grazie.

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