Francesco riceve Mons. A. Foderaro (decano) e don F. Asti (Preside) della P. Facoltà Teolofica dell'Italia Meridionale - Sez. S. Tommaso d'A. |
Monsignor Antonio Foderaro – Decano della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, nonché Vicario giudiziale del Tribunale ecclesiastico della Campania – è ufficialmente indagato dalla magistratura nell’ambito dell’inchiesta “Ducale”, condotta dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Reggio Calabria (vedi QUI, QUI e QUI). L’indagine, che punta a svelare intrecci tra politica e ‘Ndrangheta, lo coinvolgerebbe per presunto scambio elettorale politico-mafioso, a causa – parrebbe –, dei suoi legami con Daniel Barillà, genero del boss Domenico Araniti e suo stretto collaboratore. A seguito di questa accusa, Foderaro ha scelto di autosospendersi dall’incarico di Decano Facoltà Teologica napoletana (notizia pubblicata ad oggi – 18 agosto 2024 – nella home page della Sezione San Tommaso d’Aquino, vedi foto 1 qui sotto ), ma senza dimettersi: una decisione che lascia aperti molti interrogativi sulla sua reale volontà di collaborare con la giustizia.
foto 1 - Lettera di "autosospensione di Mons. Foderaro |
Oltre a essere decano della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Foderaro ricopre il delicato ruolo di Vicario giudiziale dell’Arcidiocesi di Napoli, il che lo pone al vertice della giustizia ecclesiastica nella regione. Questo doppio incarico lo rende una delle massime autorità morali della Chiesa del Mezzogiorno, un ruolo che avrebbe richiesto una condotta irreprensibile e una totale trasparenza. Tuttavia, il suo comportamento lascia molto perplessi. Invece di esprimere fiducia nel lavoro della magistratura, Foderaro ha preferito attaccare la stampa, accusandola di aver diffuso informazioni in modo improprio nonché esprimere pubblicamente perplessità per il modus operandi della Procura di Catanzaro (vedi QUI). Un atteggiamento difensivo che sembra orientato più alla protezione della propria immagine che a chiarire le sue responsabilità.
Ma le ombre su Foderaro non si limitano alla vicenda giudiziaria in corso. Da tempo, infatti, la sua gestione alla Pontificia Facoltà Teologica di Napoli era sotto osservazione. La decisione di assumere Daniel Barillà in ruoli strategici all'interno della Facoltà, nonostante i suoi presunti legami con la criminalità organizzata, aveva già sollevato non pochi dubbi. (Si veda qui: Barillà, indicato dagli inquirenti come la “longa manus” del suocero Domenico Araniti, è stato investito di ampi poteri da Foderaro, che lo ha voluto al vertice della gestione del personale, delle finanze e della comunicazione della Facoltà).
foto 2 - lettera di Mons. Battaglia, arciv. di Napoli |
Nonostante questi gravi sospetti, le alte cariche della Chiesa, a partire dall’arcivescovo di Napoli, Monsignor Domenico Battaglia, hanno mantenuto un silenzio preoccupante. Battaglia, che ha designato Foderaro come decano e Vicario giudiziale, si è limitato ad accettare – subire? – l’autosospensione del presule (vedi foto 2, di sopra), di fatto senza prendere una posizione chiara su una vicenda che rischia di gettare un’ombra profonda sulla credibilità della Pontificia Facoltà e della stessa Arcidiocesi di Napoli.
Il silenzio delle istituzioni ecclesiastiche, unito alla mancata presa di distanza da parte di Foderaro, lascia spazio a molte domande. Perché un sacerdote con così gravi responsabilità morali sceglie di autosospendersi senza dimettersi, nonostante le pesanti accuse a suo carico?
E perché la sua gestione opaca alla Facoltà Teologica non è stata finora oggetto di una seria revisione da parte delle autorità ecclesiastiche (Arcivescovo di Napoli e Segreteria di Stato in primis)? A seguire dal Preside don Francesco Asti (vedi foto 3, di fianco), che ha chiaramente imposto il silenzio dicendo che «del caso Barillà non si deve parlare per precisa volontà dell’arcivescovo!» (ibidem, Adista), ma subito pronto ad accettare l’incarico di Decano ad interim (vedi di sotto foto 4); da Mons. Gaetano Castello, Vescovo ausiliare di Napoli con delega alla Facoltà Teologica (vedi foto 5, sotto), dal quale addirittura si apprende che Barillà si sarebbe occupato di fundraising (quali fondi avrebbe procurato, quelli della ‘Ndrangheta, qualcuno potrebbe chiedersi?); a finire con S. Ecc. Mons. Domenico Battaglia, che nelle vesti di Gran Cancelliere della Facoltà Teologica ha voluto Foderaro decano, e in quelle di Arcivescovo di Napoli lo ha voluto – sempre il nostro Foderaro – Vicario giudiziale del Tribunale diocesano.
foto 4 - |
Noi di MiL, nel ringraziare Franca Giansoldati e Adista per la ripresa delle notizie QUI e QUI, insistiamo su un fatto: la sua decisione di non dimettersi, mantenendo una posizione che gli conferisce ancora potere e influenza, non potrebbe essere vista come un tentativo di controllare gli sviluppi della vicenda, piuttosto che un atto di trasparenza e di fiducia nella giustizia? In questo clima di incertezza e sospetto, non solo la comunità ecclesiastica ed accademica attende risposte chiare e definitive, ma anche la società civile visto che si parla di istituzioni al servizio del bene comune.
Risposte che, finora, né le altre cariche della Facoltà Teologica né le alte cariche della Chiesa sono stati in grado di fornire, alimentando così ulteriori dubbi su una vicenda che potrebbe avere conseguenze molto gravi per la credibilità della Chiesa italiana.
foto 5 - Mons. Castello, Vescovo ausiliare di Napoli con delega alla Facoltà Teologica, e il preside F. Asti |
FOTO DI COPERTINA - Papa Francesco riceve in udienza Mons. Antonio Foderaro (Decano) e Francesco Asti (Preside) della Pontificia Facoltà Teologica dell’Italia Meridionale, Sezione San Tommaso d’Aquino
FOTO 3 - S. Ecc. Mons. Gaetano Castello (Vescovo ausiliare di Napoli con delega Facoltà Teologica), e Francesco Asti (Decano Facoltà di Capodimonte).
Luigi C.
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