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domenica 11 agosto 2024

La strana cappella di mons. Celestino Migliore, Nunzio apostolico in Francia #rupnik

Vi proponiamo – in nostra traduzione – la lettera 1080 pubblicata da Paix Liturgique l’8 agosto, in cui si racconta delle decorazioni nella cappella della Nunziatura apostolica di Parigi, che il card. Fortunato Baldelli commissionò nel 2003/2004 a padre Marko Ivan Rupnik, al tempo Gesuita, amico intimo di papa Francesco e poi protagonista dello scandalo sui numerosi (presunti) abusi sessuali (QUI i post di MiL sulla vicenda).
Nonostante tutto, mons. Celestino Migliore, attuale Nunzio apostolico in Francia, formalmente in prima linea nella lotta contro gli abusi sessuali nella Chiesa, ancora oggi «celebra la Messa o medita in una cappella decorata con le opere di un abusatore con molteplici vittime, il cui discorso erotico-mistico era parte integrante del processo creativo, e che paragonava l’amore a tre alla Santa Trinità e i viaggi nei cinema pornografici di Roma all’elevazione dello spirito».
Ed è lo stesso mons. Celestino Migliore che si segnala per «la guerra senza quartiere ai fedeli della Santa Messa tradizionale».

L.V.


Pregare ogni giorno davanti alle decorazioni create da padre Marko Ivan Rupnik, da un abusatore di alto livello, è strano per un Nunzio apostolico che dovrebbe combattere gli abusi

Pochi lo sanno, ma sono solo due i luoghi in Francia dove sono presenti opere di padre Marko Ivan Rupnik, l’artista sloveno del mosaico, ex Gesuita e amico intimo di papa Francesco, che una ventina di vittime accusano di gravi abusi spirituali e sessuali, tra cui le suore della nuova comunità da lui fondata e guidata in Slovenia.

Tra questi, i mosaici della facciata della Basilique Notre-Dame-du-Rosaire di Lourdes – che, nonostante le aspettative e le richieste delle vittime, mons. Jean-Marc Micas P.S.S., Vescovo di Tarbes e Lourdes, ha recentemente scelto di non rimuovere, ma semplicemente di lasciare al buio durante la notte… e la cappella della Nunziatura apostolica di Parigi, il luogo dove si fanno e si disfano le carriere ecclesiastiche. È infatti il Nunzio apostolico, sulla base del sondaggio tra i sacerdoti delle Diocesi, dei desideri del Vescovo uscente e della «linea papale», ovvero la linea del Cardinale che ha nominato il Nunzio apostolico, a stilare i terna, la scelta di tre persone tra cui il Papa decide un Vescovo per ogni successione o trasferimento.


Decisa al tempo del card. Fortunato Baldelli, Nunzio apostolico in Francia dal 1999 al 2009, nel 2003-2004, questa cappella è riccamente decorata con mosaici riconoscibili per le loro forme spigolose e per gli occhi neri – totale assenza di luce e di elevazione – delle figure, i cui occhi, contrariamente alla Tradizione cristiana, non rappresentano la luce del mondo, ma le tenebre del mondo.

Un’atmosfera malsana pervade la cappella dove il Nunzio apostolico medita – e dove celebra anche la Messa, prima di andarsene a fare e disfare le glorie ecclesiastiche di questo mondo, ignorando dalla sua finestra le manifestazioni dei fedeli sotto le sue mura e continuando a castigare i Vescovi perché non fanno abbastanza guerra ai neonati, agli sposati e ai morti impedendo i sacramenti in rito tradizionale nelle loro Diocesi.


Si ricorda la fine ingloriosa di mons. Luigi Ventura, il precedente Nunzio apostolico in Francia, le cui mani vaganti gli valsero – contrariamente alle consuetudini e agli usi diplomatici – un’incriminazione per molestie, la revoca dell’immunità diplomatica nel luglio 2019 e poi un processo per violenza sessuale con quattro vittime nell’autunno 2020, in cui era assente ma, non avendo fatto ricorso, dovette pagare i danni – oltre a ricevere una famigerata condanna a otto mesi di reclusione con la condizionale.

Ciò non ha impedito a mons. Celestino Migliore di conservare i mosaici. Non deve sorprendere, inoltre, che sia stato proprio davanti a un’altra opera di questo abusatore plurirecidivo che – triste ironia della Provvidenza! – i Vescovi riuniti dalla Conférence des évêques de France nell'autunno del 2021, dopo l’esplosione del rapporto della Commission indépendante sur les abus sexuels dans l’Église [Commissione indipendente sugli abusi sessuali nella Chiesa: N.d.T.] hanno fatto ammenda davanti alle telecamere del mondo a Lourdes per gli abusi sessuali commessi dalla Chiesa nel corso dei decenni e ancora coperti.


Inoltre, la guerra senza quartiere di mons. Celestino Migliore ai fedeli della Santa Messa tradizionale in Francia – la Messa di tanti santi, dei costruttori di quasi tutte le chiese di Francia, del santo Curato d’Ars – nasconde a fatica la sua quasi totale mancanza di protesta e di impegno pubblico sul tema degli abusi.

È difficile essere credibili sulla questione degli abusi sessuali quando questo Nunzio apostolico celebra la Messa o medita in una cappella decorata con le opere di un abusatore con molteplici vittime, il cui discorso erotico-mistico era parte integrante del processo creativo, e che paragonava l’amore a tre alla Santa Trinità e i viaggi nei cinema pornografici di Roma all’elevazione dello spirito.


D’altra parte, nella sua cappella di padre Marko Ivan Rupnik, il Nunzio apostolico pensa forse di poter seminare il caos nelle Diocesi francesi sfuggendo alle sue responsabilità, ad esempio facendosi promuovere a Segretario di Stato se il card. Pietro Parolin diventerà Papa? Come padre Marko Ivan Rupnik, che nonostante le denunce presentate dalle sue vittime dal 1994 a oggi, tre inchieste canoniche e decine di testimonianze, è sempre stato protetto dalle massime autorità ecclesiastiche, è incardinato in una Diocesi slovena e si è visto togliere la scomunica dallo stesso papa Francesco…

Il caso di padre Marko Ivan Rupnik è una meravigliosa illustrazione sia della natura «sistemica» degli abusi e della protezione degli abusatori da parte dell’istituzione che la Commission indépendante sur les abus sexuels dans l’Église ha criticato, sia dell’incapacità del sistema di giustizia canonica della Chiesa, trasformato dal Nunzio apostolico e dai suoi simili in una macchina di epurazione, di rendere giustizia alle vittime e di condannare gli abusatori. È un esempio concentrato del discredito delle istituzioni ecclesiastiche così come sono concepite da papa Francesco e dai suoi seguaci: non una Chiesa che trasmette ciò che ha ricevuto per elevare i fedeli e i popoli, ma un’associazione di malfattori creata per mantenere il proprio potere e schiacciare il «popolo di Dio» di cui non smette di parlare.

2 commenti:

  1. Non so come sia regolata la questione dal punto di vista legislativo, ma non credo che le cappelle delle nunziature siano di proprietà del Nunzio di turno che possa fare e disfare come vuole; essendo ambasciate dello Stato Città del Vaticano, suppongo che appartengano allo Stato e le decisioni su cosa farci dentro debbano seguire una certa procedura; sennò, tanto per fare degli esempi per absurdum, se in una nunziatura ci fossero degli affreschi di Giotto o Leonardo da Vinci, un nunzio a cui non piacciono Giotto e Leonardo potrebbe farli scrostare; un vescovo a cui non piacesse una statua di Michelangelo messa dentro al suo palazzo episcopale potrebbe farla distruggere a martellate e un parroco a cui non piacessero gli affreschi settecenteschi della sua chiesa potrebbe coprirli con una mano di vernice. E non conta che le opere di Rupnik valgono meno di un Giotto o un Michelangelo, è il principio che conta: se il gestore temporaneo di un immobile che non è di sua proprietà possa distruggere
    come gli pare le opere d'arte che ci sono dentro😏

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